Un comunicato stampa ironico e sferzante, in stile melgratiano. L’ex sindaco di Alassio, poi capogruppo forzitaliota in Regione, non le manda a dire, scrive e firma. Destinatari anche i midia liguri rimproverati e ‘bastonti’ per praticare linciaggio nella vicenda poco edificante delle ormai note ‘spese pazze’ ad opera di infaticabili consiglieri regionali di Liguria, eletti dai concittadini. In compenso tutti in coro (giornali e web) hanno dimenticato di citare nome e carica ricoperta – sindaco di Stellanello – dell’assistente (ora ex) di Melgrati. Lei ha fatto spese per soli 1533 €, documentate dal Telepass. Viaggi da Pietra Ligure ad Alassio, uscita al casello di Albenga. Altri 2 comunicati di Melgrati sulla sanità in provincia di Savona con le ultime novità per un decreto legge sugli standard ospedalieri: Santa Corona, Savona, Albenga e Cairo Montenotte.
Si tratta di Laura Bestoso, laureata documenta il sito internet dei Comuni italiani, sindaco e già vice sindaco di Stellanello, 38 anni, di area centro destra e Forza Italia. Trucioli.it l’aveva intervistata nell’agosto 2013 a proposito della vicenda senza fine di Casa Laureri– sottoposta a vincolo della Soprintendenza. Invano abbiamo atteso i tempi che ci aveva indicato per trovare una soluzione, prima di un possibile crollo dell’immobile di proprietà privata, al centro di un contenzioso che si protrae da decenni. Stellanello diventato uno dei comuni savonesi più silenziosi per la cronaca locale. C’è una ragione ? Forse si. Chi ha interesse a sapere qualcosa di più può cliccare su google alla voce Stellanello trucioli.it. Anche perchè avevamo accennato ad un clima di paura, quasi omertoso, nel corso di un reportage, di un filo rosso con Tovo San Giacomo per via della Fincod srl, con sede nel Comune della Val Maremola, in un garage nascosto ai piani bassi. A Tovo gli uffici amministrativi non erano in grado di sapere chi era l’intestatario che risultava peraltro alla Camera di Commercio e se aveva pagato negli anni tasse ed i tributi comunali. Tutti zitti, a parte qualche vocina. Attendiamo ancora una risposta al lecito quesito.
Tanta paura per nulla ? Laura Bestoso, sindaco, già assistente regionale di Melgrati, è la compagna di un sottufficiale di polizia già in servizio a Imperia e ora al comando della polstrada di Albenga. Un servitore dello Stato che non ha quasi mai fatto parlare di se. Con Laura hanno messo al mondo una bimba (la notizia fu data da Ivg.it, ignorando proprio il padre), in attesa di un fratellino o sorellina. La moglie di Melgrati, del resto, ha sempre prestato servizio da ‘graduata’ nel commissariato di Alassio e come può accadere nella vita coniugale oggi sono separati. Tutto questo sarebbe un’incursione ingrata nella vita privata, se non avessimo di fronte persone della politica, elette ad incarichi pubblici o pubblici dipendenti dello Stato, pagati con i soldi dei contribuenti. Sta di fatto che la trasparenza è ballerina a destra e a manca. E l’informazione non sempre rispecchia i criteri della completezza. Dipende da chi è chiamato in causa.
Per il resto Marco Melgrati è un personaggio pubblico che non si sottrae al sipario e alla platea. Spesso la cerca e la stuzzica. Ne va dato atto, non sono molti, non da oggi. Ecco il comunicato stampa.
Spese pazze in Regione??? Adesso basta con il linciaggio mediatico. Almeno mi avessero interrogato!
Marco Melgrati, già capogruppo di Forza Italia in Regione: il Pm mi contesta 2.200 euro in 5 anni, per 2 spese rientranti nell’alveo della regolarità e della legge, e lo dimostreremo!”
Marco Melgrati, già capogruppo di Forza Italia in Regione nella scora legislatura, dopo aver letto sui media della richiesta di rinvio a giudizio per la vicenda delle spese pazze, commenta così: “ero e sono tranquillo perché so di aver sempre agito correttamente, nel rispetto della legge. Lo dimostrano i miei 22 anni di storia amministrativa, prima da Assessore e poi da Sindaco di Alassio, passando attraverso l’incarico di Consigliere Provinciale eletto 4 volte, e per ultimo da Consigliere Regionale. Lo dimostrano i miei 23 processi e le 23 assoluzioni. Anche questa volta riuscirò a dimostrare la mia assoluta buona fede e la correttezza nell’uso del denaro pubblico. Mai mi sono sognato di approfittare della mia posizione politica per “appropriarmi”, direttamente o indirettamente, di soldi pubblici (o privati). Ma quali sono le cifre di queste presunte “spese pazze” di cui si è fatto tanto rumore e che mi sono state imputate personalmente? 1533,10 euro di pedaggi autostradali e 726 euro per bottiglie di vino imputate sulle spese di rappresentanza… totale euro
2.259,10. Ma veniamo al dettaglio. Mi si contestano 1533,10 euro di pedaggi autostradali, emessi in contemporanea con l’uso del Telepass attraverso la tessera autostradale. Sono pedaggi che venivano effettuati dalla mia assistente, per recarsi da Pietra Ligure ad Alassio (via Albenga) e viceversa a lavorare nel mio ufficio di Alassio per preparare interrogazioni, proposte di legge, interpellanze, ordini del giorno, da me predisposti in bozza, mentre io andavo a Genova a lavorare in Commissione. E prima di usare questa tessera, la mia assistente aveva chiesto a un Dirigente dell’Ufficio Economato della Regione se questa cosa fosse possibile. La risposta del Dirigente Regionale era stata che la tessera è nella disponibilità del Consigliere, ed è facoltà del Consigliere di darla al collaboratore per espletare le proprie funzioni inerenti la tipologia di incarico ricevuto. Insomma non era vietato, anzi ammesso”.
Dopo il mio comunicato stampa dei primi di aprile, conseguente alla comunicazione di chiusura delle indagini, la mia assistente era stata effettivamente interrogata e aveva potuto rappresentare agli inquirenti i fatti, come effettivamente sono accaduti. Stupisce che non sia arrivata anche per me l’archiviazione.
“Vengono contestati inoltre 726 euro per l’acquisto di 30 bottiglie da 20 euro + iva come spese di rappresentanza, distribuite in confezione singola in occasione delle festività natalizie. La legge precedente, in vigore all’epoca dei fatti, aveva la voce, nelle spese possibili dei gruppi, spese di rappresentanza. Punto. Cioè senza indicare l’importo massimo o minimo, né la natura delle spese di rappresentanza. In 5 anni mi vengono contestati 30 bottiglie di vino! Credo che siamo nei limiti della correttezza. Comunque sono disponibile già da ora a fare un bonifico alla Regione Liguria per questa cifra, che volevo già rimborsare, anche se ritengo sia corretta, e avvallata dalla apposita Commissione di Controllo Regionale sui rendiconti. Quando sono stato chiamato dalla Commissione Rendiconti per restituire cifre che la Commissione non riteneva rimborsabili (5.000 euro del contributo all’affitto della sede di Forza Italia di Cairo Montenotte, non rimborsabili perché io non ero indicato nel contratto di affitto, puntualmente rimborsate) avevo chiesto se questa spesa (quella delle 30 bottiglie) fosse anche da rimborsare, perché ero assolutamente disponibile. La risposta della Commissione è stata NO, perché rientrava appieno nella voce prevista dalla legge come spese di rappresentanza. Sarebbe interessante per gli inquirenti chiamare chi ha usufruito di questi omaggi natalizi, corredati dal biglietto di auguri del Consiglio Regionale.
“Per il resto vengo indagato come ex capogruppo per le somme imputate ad altri Consiglieri del Gruppo. Cifre che, come Capogruppo, avevo avvallato “sub judice”,
perché avrebbero dovuto passare, come sono passate, prima dell’approvazione definitiva, al vaglio della apposita Commissione Controllo dei Rendiconti, che le aveva approvate. Molte spese non sono state approvate da questa Commissione Regionale, ed erano già state rimborsate, dopo la “potatura” della Commissione. Per questo motivo sono assolutamente sereno, e attendo con tranquillità l’esito di questa vicenda, dove sarà dimostrata la mia buona fede e la mia onestà intellettuale e morale, ancora una volta. Per questa “querelle”, come ex Capogruppo, sono finito in prima pagina su un quotidiano nazionale con la fotografia per più di un mese, tutti i giorni, come l’ultimo dei delinquenti.
Ho aiutato, da Sindaco e da consigliere Regionale, famiglie che non arrivavano alla fine del mese, pagando di tasca mia affitti, gas, bollette della luce, medicine che l’Asl non passava gratuitamente, senza pubblicizzare la cosa, perchè “non sappia la mano destra quello che fa la sinistra”, e lo continuo a fare, nonostante non abbia più uno stipendio “pubblico”. Tra i miei valori fondamentali c’è sicuramente l’Onestà. E io sono sicuro, conclude l’ex capogruppo di Forza Italia Marco Melgrati, di avere dimostrato negli anni di non aver mai approfittato della mia posizione e di non essermi mai appropriato di fondi pubblici; e lo dimostrerò anche questa volta!
Marco Melgrati, Alassio, 04.08.2015
1) COMUNICATO STAMPA DI MELGRATI
Decreto Sanità: Finalmente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il Decreto Legge n. 70 sugli standard ospedalieri. Necessario da parte dei Direttori Generali delle Asl il ricalcolo dei posti letto sulla base del Decreto.
Melgrati (Forza Italia): necessario il ricalcolo non solo sulla base del parametro posti/letto (3.7/1000 abitanti) come già è stato fatto, ma anche di tutti gli altri parametri previsti dal decreto. Finalmente chiare le dotazioni obbligatorie per i DEA di II livello come Santa Corona.
“Finalmente è stato pubblicato il Decreto del Governo, con il numero 70, sugli standard Ospedalieri. Ora i Direttori Generali delle Asl, in particolare il direttore dell’Asl 2 Savonese, dovranno procedere al ricalcolo dei posti letto, tenuto conto del parametro generale, 3,7 posti letto per 1.000 abitanti, ma anche di tutti gli altri parametri previsti dal decreto. In particolare le dotazioni dei DEA di II livello, come l’Ospedale di Santa Corona di Pietra Ligure, e il riconoscimento degli Ospedali territoriali in zona disagiata, come quello di Cairo Montenotte e anche quello di Albenga, che serve le valli dell’entroterra albenganese e andorese”. Lo fa sapere il vice-coordinatore di Forza Italia Marco Melgrati, che nella analisi del documento approvato dal Governo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, continua: “I Direttori generali dovranno ora fare i conti con le prescrizioni di questo decreto, in particolare il DG dell’Asl 2 savonese, tenendo conto della mozione approvata all’unanimità dal Consiglio Regionale, proposta dal centro-destra che ora governa la Regione, sulla conferma del DEA di II Livello a Pietra Ligure e il mantenimento della rete ospedaliera della provincia di Savona con i 4 plessi ospedalieri”.
“Per l’Ospedale di Santa Corona questa è la definizione che fornisce il Decreto (evidenziamo il fatto che nel Dea di II Livello DEVE essere presente la cardiochirurgia”: Ospedale D.E.A. di II Livello (hub) La struttura ospedaliera sede di DEA di II livello esegue tutti gli interventi previsti nell’ospedale sede di DEA di I livello ed è sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua oltre agli interventi previsti per il DEA di I livello, le funzioni di accettazione in emergenza- urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità, in particolare per quanto attiene alle alte specialità o alle specialità che fanno riferimento a centri regionali o sovra regionali (Centro ustioni, Centro trapianti, Unità spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia). I presidi ospedalieri di II livello, con bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, sono strutture dotate di DEA di II livello. Tali presidi sono istituzionalmente riferibili alle Aziende ospedaliere, alle Aziende ospedaliero universitarie, a taluni Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) e a Presidi di grandi dimensioni della Azienda sanitaria locale (ASL). Tali presidi sono dotati di tutte le strutture previste per l’Ospedale di I Livello, nonché di strutture che attengono alle discipline più complesse non previste nell’Ospedale di I Livello, quali a titolo indicativo, nel rispetto del criterio prevalente dei bacini di utenza di cui al successivo punto 3.: Cardiologia con emodinamica interventistica h. 24, Neurochirurgia, Cardiochirurgia e Rianimazione cardiochirurgica, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Chirurgia Maxillo-facciale, Chirurgia plastica, Endoscopia digestiva ad elevata complessità, Broncoscopia interventistica, Radiologia interventistica, Rianimazione pediatrica e neonatale, Medicina Nucleare e altre eventuali discipline di alta specialità; devono essere presenti h.24 i Servizi di Radiologia con almeno T.A.C. ed Ecografia (con presenza medica), Laboratorio, Servizio Immunotrasfusionale.
“Per rispettare l’impegno preso approvando all’unanimità dal Consiglio Regionale la mozione, ora dovranno essere reintegrate le specialità mancanti e dovranno essere prese precise iniziative tese ad ottemperare al dispositivo nella sua integralità (posti letto, funzione dell’Ospedale di Albenga integrata al DEA) comprese le premesse. Attualmente il DEA di Santa Corona presenta queste criticità come ho più volte denunciato con mozioni ed interrogazioni: dipartimento testa – collo incompleto con soltanto Neuroscienze di stanza a Pietra Ligure, mentre Oculistica e Otorino-Laringoiatria sono presenti solo ambulatorialmente senza degenze le quali sono incredibilmente presenti solo a SAVONA insieme alla sede principale di reparto, cioè nel DEA di livello inferiore!!!; Anche la sede del reparto di Urologia è anche quella a Savona invece che a Pietra, dopo aver praticamente fatto fuggire chi ha condotto magistralmente quel reparto per anni come il Dott. Pezzica ( anche questo grave fatto denunciai) lasciando pochissimi letti di degenza a Pietra Ligure; Chirurgia Vertebrale con il reparto chiuso che non può accettare pazienti “programmati” (incredibile! Come denunciai in passato con la mia interrogazione) e attivo solo per le urgenze dal Pronto Soccorso con posti letto sparsi in diversi reparti; Anatomia Patologica con la refertazione e il Primario dislocato a Savona invece che a Pietra; Assenza di Cardio-Chirurgia nonostante tutte le promesse fatte, con gli unici due reparti presenti in Regione in provincia di Genova; Emodinamica, appena riaperta H24, e non già per l’impegno programmatorio della passata giunta regionale o del Dg dell’Asl Savonese, Pronto Soccorso Pediatrico senza letti di degenza, con i piccoli pazienti ricoverati trasferiti a Savona o Genova, per la cui riapertura sono state raccolte più di 10.000 firme!; Qualche dubbio su reparti come Ginecologia e Ostetricia che non si capisce cosa in realtà si voleva fare, con la tentazione nemmeno tanto sopita di chiudere il Punto Nascite e accorpare il reparto con Savona. In pratica, per indebolire il Dea sono stati tolti i primari portandoli a Savona e hanno lasciato a Pietra Ligure solo una parvenza di reparto a livello ambulatoriale, senza degenze e senza poteri decisionali, accentrando tutto a Savona. Queste le conseguenze delle scellerate scelte di depotenziamento compiute dall’ex assessore alla salute Claudio Montaldo, a cui la nuova Giunta di centro-destra dovrà porre rimedio.
Consideriamo che nemmeno ad Albenga, l’ Ospedale che con Pietra forma un unico Presidio Ospedaliero del Ponente, ci sono queste specialità e che quindi è stato penalizzato un intero comprensorio di oltre 120.000 residenti oltre ad aver indebolito il DEA di 2° livello.
L’assessore alla Salute Sonia Viale dovrà fare un grande lavoro…
Alassio, 06.08.2015.
2) Decreto Sanità seconda puntata: Ospedali di Base e Ospedali in zona disagiata. Definizioni che sono “disegnate” per gli Ospedali di Albenga e Cairo Montenotte.
Melgrati (Forza Italia): Gravi i tagli che questo governo del Pd di Renzi ha fatto ancora una volta sulla sanità. Difficile conciliare efficienza, servizi ai cittadini e continui tagli alle risorse sanitarie alle Regioni.
Questo Governo del Pd di Renzi ancora una volta vuole fare bella figura, annunciando l’eliminazione della tassa sulla prima casa, non tagliando gli sprechi ma andando a incidere sui servizi essenziali ai cittadini. Lo continua a fare privando i Comuni e i Sindaci di risorse, con il prelievo forzato dall’IMU del “patto di solidarietà”, formula ammiccante che maschera una diminuzione delle risorse ai Comuni, ormai allo stremo per garantire ai cittadini servizi essenziali, per finanziare le “marchette elettorali” come quella degli 80 euro. Anche il recentissimo ulteriore taglio ai finanziamenti alle Regioni in materia di Sanità rientrano in questa ottica. Lo fa sapere il vicecoordinatore Regionale di Forza Italia Marco Melgrati, che continua: “e inutile approvare decreti che stabiliscono standard molto stringenti e direttive precise quando si continua a tagliare sulle risorse alla sanità. Ma vediamo nel dettaglio quello che prevede il Decreto Sanità recentemente approvato in relazione agli Ospedali di base (per esempio l’Ospedale di Albenga potrebbe tranquillamente rientrare in questa definizione e per gli Ospedali in zone disagiate, ritagliato sull’Ospedale di Cairo Montenotte).
Il decreto recita, estraendo quanto ci può riguardare: I presidi ospedalieri di base, con bacino di utenza compreso tra 80.000 e 150.000 abitanti (e l’Ospedale di Albenga ci rientra tranquillamente se si consiuderano anche i flussi turistici, specialmente estivi), salvo quanto previsto dal successivo punto 9.2.2, sono strutture dotate di sede di Pronto Soccorso con la presenza di un numero limitato di specialità ad ampia diffusione territoriale: Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia, Anestesia e servizi di supporto in rete di guardia attiva e/o in regime di pronta disponibilità sulle 24 ore (h.24) di Radiologia. Gli standard fissati definiti nella Legge 135/2012, relativamente ai posti/letto (3.7/1000 abitanti) ed al tasso di ospedalizzazione (160/1000 abitanti), La variabilità dei bacini di utenza tiene conto dei tempi di percorrenza dei cittadini, calcolata anche con la metodologia di analisi e di rappresentazione grafica (c.d. georeferenziazione). Questo in particolare per l’Ospedale di Albenga, che è stato “spogliato” di alcune specialità che qui devono tornare, in base al decreto. Di qui discende che il Pronto Soccorso deve ritornare operativo, anche alla luce delle migliaia di accessi-anno. Interessante poi il passaggio dove il Decreto recita che: Nei presidi ospedalieri il rapporto percentuale tra il numero del personale del ruolo amministrativo e il numero totale del personale non può superare il valore del 7 per cento. Sarebbe interessante verificare questo parametro nei 4 nosocomi savonesi (e non solo)… Particolare attenzione poi dovrà mettere il Direttore Generale dell’Asl 2 Flavio Neirotti sul passaggio del Decreto sui Presidi ospedalieri in zone particolarmente disagiate, che dopo il riferimento specifico alle provincie autonome di Trento e Bolzano, si riferisce espressamente a situazioni esistenti in molte zone italiane, e il rimando a Cairo Montenotte appare immediato, ma anche alla situazione orografica delle vallate che gravitano su Albenga. Le regioni e le provincie autonome di Trento e di Bolzano possono prevedere presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso (il caso di Cairo Montenotte)), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace. I tempi devono essere definiti sulla base di oggettive tecniche di misurazione o di formale documentazione tecnica disponibile. Per centri hub and spoke si intendono anche quelli di regioni confinanti sulla base di accordi interregionali da sottoscriversi secondo le indicazioni contenute nel nuovo patto per la salute 2014-2016.
Tali situazioni esistono in molte regioni italiane per presidi situati in aree considerate geograficamente e meteorologicamente ostili o disagiate, tipicamente in ambiente montano o premontano con collegamenti di rete viaria complessi e conseguente dilatazione dei tempi, oppure in ambiente insulare.
In tali presidi ospedalieri occorre garantire una attività di Pronto Soccorso con la conseguente disponibilità dei necessari servizi di supporto, attività di medicina interna e di chirurgia generale ridotta. Essi sono strutture a basso volume di attività, con funzioni chirurgiche non prettamente di emergenza e con un numero di casi insufficiente per garantire la sicurezza delle prestazioni, il mantenimento delle competenze professionali e gli investimenti richiesti da una sanità moderna. Tali strutture devono essere integrate nella rete ospedaliera di area disagiata e devono essere dotate indicativamente di: un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri; una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina (obiettivo massimo di 70% di occupazione dei posti letto per avere disponibilità dei casi imprevisti) per i casi che non possono essere dimessi in giornata; la copertura in pronta disponibilità, per il restante orario, da parte dell’equipe chirurgica garantisce un supporto specifico in casi risolvibili in loco; un pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’Emergenza-Urgenza, inquadrato nella disciplina specifica così come prevista dal D.M. 30.01.98 (Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza) e, da un punto di vista organizzativo, integrata alla struttura complessa del DEA di riferimento che garantisce il servizio e l’aggiornamento relativo.
Importante dovrà essere il ruolo dell’unico nuovo e razionale ospedale S. Maria di Misericordia di Albenga, il quale con il Dea di Santa Corona forma un unico ospedale del ponente. Un ruolo che per il Dea sarà strategico e fondamentale visto che si ha la possibilità di mantenere l’efficienza del DEA del ponente utilizzando proprio il nosocomio ingauno nel corso dei lavori che dovranno portare alla riqualificazione e potenziamento dell’ospedale pietrese. Inoltre dovrà essere realizzata una sinergica collaborazione fino ad oggi mai realizzata se non sulla carta che prevede come ho più volte rappresentato, una intensa attività chirurgica di elezione del plesso ingauno per sgravare il lavoro della sede pietrese ove ci si potrà dedicare ad attività di emergenza/urgenza. Un altro aspetto importante e poco noto che scaturisce dal decreto è che anche laddove non venisse realizzata la funzionale collaborazione tra i due ospedali pietrese ed ingauno, il bacino di competenza del territorio albenganese, secondo i parametri ora codificati, potrebbe contare su un numero di utenti del bacino pari a 63.000 persone residenti oltre ai flussi turistici medi i quali potranno soddisfare ampiamente il dato degli oltre gli 80.000 richiesti dalla norma per disporre di un ospedale cosiddetto di BASE il quale deve essere dotato di quelle specialità che, guarda caso, sono state soppresse e/o depotenziate dal 2012 ad oggi dai compagni regionali e dai loro manager. Scarsa lungimiranza, per accontentare la sete di tagli lineari! Avrebbero potuto leggere il regolamento, oggi decreto, che allora era reperibile in bozza e già anticipava tutti gli elementi oggi divenuti legge. Infatti un ospedale di base deve disporre di Chirurgia (quella cannibalizzata e trasformata in una inutile week-surgery), Rianimazione effettiva (quella depotenziata a Semi-intensiva) oltre ad ortopedia (quella soppressa nel 2011 in cambio del reparto di arto-protesi privato) del Pronto Soccorso (quello declassato inutilmente a P.P.I.). Quindi si profilerebbe ai sensi del Decreto la situazione di DOVER ripristinare tutte le specialità dilaniate dai compagni della “banda” Burlando, restituendo dignità all’intero comprensorio pesantemente penalizzato da 10 anni di umiliazioni dell’impero sotto l’egida di Burlando, Paita e Montaldo. Questa integrazione con la conferma e conservazione dell’attuale assetto ospedaliero su 4 nosocomi e tutti gli altri aspetti contenuti nella mozione da me presentata e approvata all’unanimità il 27/1 dovranno essere presi in esame e confluire nel nuovo piano sanitario regionale che sarà elaborato. Nell’immediato tra gli impegni assunti da tutte le forze politiche della precedente legislatura con la mozione, vi era il ricalcolo dei posti letto soppressi frettolosamente per adempiere alla Spending Review, da me piu’ volte richiesto in quanto in sentore di essere stato eseguito non perfettamente aderente alla procedura la quale allora non esisteva ed è trattata proprio nel decreto degli standard ospedalieri n° 70/2015 oggetto del presente comunicato. Quel ricalcolo è importantissimo in quanto dalla revisione potrebbe appurarsi che i posti letto da sopprimere erano in numero inferiore. Quell’impegno attiene alla volontà di tutte le forze politiche che oggi sono nuovamente presenti in Consiglio Regionale anche se con i ruoli scambiati e proprio per la natura del tema a gennaio non conobbero alcun condizionamento partitico di schieramento trovando tutti d’accordo e furono infatti approvati all’unanimità del Consiglio Regionale.
Queste sono le considerazioni che, conclude il vicecoordinatore regionale di Forza Italia Marco Melgrati, leggendo con attenzione il Decreto, non possono non far riflettere il Direttore Generale dell’Asl n. 2 di Savona Flavio Neirotti e il nuovo assessore alla Sanità Sonia Viale, che purtroppo dovrà confrontarsi con i nuovi tagli ai bilanci sanitari regionali imposti dal Governo PD-Renzi.
Alassio, 07.09.2015