Il capriolo senza vita sull’asfalto. Investito da un motociclista e morto sul colpo. Un uomo ferito, inginocchiato oltre l’asfalto, ai bordi del bosco scosceso, sofferente, soccorre la moglie prona, priva di sensi che indossa il casco. Si ode qualche labile lamento. Il primo soccorritore, un automobilista in transito cerca di telefonare al 118, ma non riesce. Poi, finalmente, il secondo soccorritore può dare l’allarme. Risponde una dottoressa preparata e decisa. Vuole sapere dove è accaduto (sulla provinciale, a poca distanza da Montenotte Superiore), se la ferita risponde, se muove il capo, se respira….Una mezzora di attesa, momenti di ansia, spasmodici, tra una telefonata e l’altra. Un marito tremante e coraggioso, automobilisti in transito, giovani soprattutto, che rallentano, ma tirano dritti. Indifferenti.
Si è rischiato la tragedia sulla provinciale che confina con la riserva naturalistica dell’Adelasia. E’ successo alle 12,30 di sabato 25 luglio. Poteva essere un dramma famigliare. Colpa di un capriolo che, improvvisamente, ha tagliato la strada ad un motociclista, in gita con la moglie. L’uomo abita a Savona, nella zona del Santuario. E’ stato involontario protagonista di un incidente – trappola difficile da dimenticare. Un altro passante, un anziano che abita in zona impreca: “Ancora una volta queste bestiacce…se non ci scappa il morto nessuno si interessa, maledizione….”. In realtà è piuttosto un’esagerazione condannare al macello i bambi che ‘vivono’ nel parco dell’Adelasia. Non solo – stando ad una relazione della provincia – il loro numero, censito nel 2012, si aggirava sui 15.898, 2 mila in meno rispetto all’anno prima. Vivono su una superficie, secondo i tecnici – esperti, di 41624 ettari e la Val Bormida occupa i primi posti. E’ la cosiddetta fauna selvatica, formata da cinghiali, i più diffusi, continua causa di danni soprattutto agli orti, alle coltivazioni, tanto più voraci quanto meno riescono a procurarsi cibo nel loro hatat. Seguono cervi, daini, più rari mufloni e camosci.
La caccia al capriolo, in provincia di Savona, è stata aperta nel 1988 e ogni anno o biennio si dovrebbe procedere al cosiddetto ‘prelievo’ che varia dai 1700 ai 1900 esemplari. E’ tanto, è poco ? Non lo sappiamo, non è questa la sede per approfondire. Semmai si impone una riflessione ed una considerazione sul pericolo che la fauna selvatica comporta per i motociclisti e automobilisti. I primi soprattutto sono a rischio vita. Non conosciamo la percentuale di sinistri della provinciale teatro dell’ultima scampata morte di persone. Emerge un elemento di negligenza: sulla strada, se il pericolo esiste come pare, non ci sono cartelli indicanti il ‘pericolo‘, non ci sono limiti di velocità lungo l’arteria che confina con l’Adelasia. E’ vero che la prudenza, le condizioni della strada suggeriscono di moderare la velocità, però diventa impossibile sfuggire alla trappola, a meno che non si proceda ai 30 all’allora, se sbuca all’improvviso un animale. E come nel caso in questione non c’è neppure il tempo di frenare. Sorpresa e trappola, dunque, due elementi che non lasciano scampo a responsabilità, al risarcimento danni. Del resto nella relazione della Provincia, proprio un capitolo è dedicato a questo tema, seppure in forma generica.
L’altro aspetto riguarda l’organizzazione di simili emergenze, soccorsi. Chi opera si deve fidare, quasi sempre, della localizzazione del luogo del sinistro. Ecco, lungo il percorso è difficile trovare cartelli in cui è indicata località, oppure il chilometro. Questo comporta incertezza o vaghezza nell’affidamento del servizio di soccorso, a meno che non sia presente sulla scena un conoscitore dei luoghi. E’ intervenuta l’ambulanza di Altare, con personale preparato. L ‘automedica, invece, è arrivata da Cairo. In effetti la località più vicina all’incidente, 6 chilometri, risulta Pontinvrea.
L’ultima considerazione. Un bambi travolto e ucciso non merita neanche una breve sulle pagine locali dei mass media (web o cartacei) ? Una coppia di Savona ha rischiato la vita e per fortuna non ha riportato lesioni o conseguenze gravi, ma non si è letto nulla della terribile disavventura vissuta in un sabato d’agosto che doveva essere di svago, di relax. Così vanno le cose e non è il caso di rassegnarsi. Nè girarsi dall’altra parte.
LE PRIME FASI DELL’INCIDENTE CON I CONIUGI DI SAVONA PROTAGONISTI E VITTIME
L’ARRIVO DEL PRIMO SOCCORRITORE, UN AUTOMOBILISTA DI PASSAGGIO
IN AZIONE I MILITI DELLA PUBBLICA ASSISTENZA DI ALTARE