Chi poteva tradire un ‘patto di ferro’, pubblicare in anteprima nazionale uno scoop tecnico-scientifico, al termine di un laborioso studio affidato ad esperti di fama internazionale ? Risultato “I dossi sulle strade di Loano allungano la vita”. Belfagor, cittadino onorario di Alassio, con villa faraonica sulla Baia del Sole, propone l’istituzione di ‘nobel‘ ad hoc. Siano il comandante dei vigili urbani, l’assessore ‘pio’ al traffico, l’equipe della giunta comunale. Il cartello che merita le onorificenze pubbliche, si erge all’ingresso di ponente, quasi affacciato sulla casa del sindaco, primo cittadino. Tutto vero, niente scherzi.
Belfagor, bene qui latuit, bene vixit et beatus ille qui procul negotiis (Colui che visse ben nascosto, visse bene e felice chi sta lontano dagli affari..), era stato colto da voltastomaco ed indignazione dopo l’articolo del quotidiano marxista IVG.it, titolo “I dossi stradali a Loano sono pericolosi per i mezzi di soccorso”. La firma, ninetepopodimeno, era del collaboratore di zona dell’autorevolissima agenzia nazionale Ansa, voce ufficiale e di proprietà degli editori italiani. Giò Barbera, una vita di sacrifici, prima dietro la mitica macchina da scrivere, al telefono via dimafoni, infine via Web. Ha scritto ” I dossi, ovvero i rialzamenti stradali con funzione di rallentare auto, moto, camion (aggiungiamo biciclette e ambulanze ndr), in realtà sono dannosi”. Giò che non accetterò neppure tra gli ospiti del mio dorato inferno, ha spiegato “Causano danni e sofferenze ai pazienti trasportati sulle ambulanze, quando rallentano ed accelerano”. E cita a sostegno della sua strabiliante tesi una nota del Ministero della Salute (ma chi era, Claudio Burlando ? !) inviata al Comune di Padova.
Loano, ricorda il giornalista di origini alassine, ora cittadino di Imperia, presto presidente della Confraternita dei pii assessori d’Italia che si distinguono per servire la S. Messa ogni domenica in parrocchia, ha seguito e distanziato l’esempio maledetto del capoluogo Savona, Alassio, eccetera. Precisa il ‘mio Giò‘ che il potentissimo ministero dei Lavori Pubblici, non quello specializzato in mazzette e C., ha avvertito: ” I dossi lungo le strade più trafficate dei centri abitati, percorse dai veicoli di soccorso, di polizia e di emergenza, o lungo itinerari del trasporto pubblico, devono essere rimossi…il loro permanere può dar luogo a responsabilità in capo a chi ha disposto la collocazione o a chi non ha provveduto alla rimozione…gli enti….”.
Bene, a palazzo Doria hanno letto e in coro si sono fatti una bella risata. Io, avrei trasmesso pure una pernacchia, come fa il moderatissimo Matteo Salvini, leghista, educatore giovanile alla tivù nazionale.E’ probabile che sempre il ‘Giò ansista’ non abbia letto le tesi altamente istruttiva, giuridico e culturale, preventiva, vergata sempre su IVG.it, dal cronista ed opinionista, giovane e brillante, che risponde al nome di Luca Berto. Ha riportato il ‘vangelo’ del veneratissimo Luca Lettieri, da sempre coerente destrorso, senza pensiero mussoliniano, a scanso di malintesi. Democrazia pura che si pone “l’obiettivo di aumentare la sicurezza per i pedoni, poichè i dossi obbligano i veicoli a rallentare”. Non ha citato anche i tanti pirati che sfrecciano spesso impuniti per strade e stradine di Loano, dal centro alla periferia. Io conosco persino una pista sicura. I primi 500 metri di via Bulasce, dal ponte romano in su. Che bel divertimento, che emozioni vederli sfrecciare, mattino, mezzogiorno e sera. Tra l’altro, Loano grazie ai bilanci floridi per oculata gestione del più silenzioso assessore leghista della Liguria, nonchè milite della Croce Bianca di Borghetto, con diploma di geometra e tanto di studio più chiuso che aperto, non deve neppure fare cassa grazie al codice della strada. Posso testimoniare che dai tempi del giudice internazionale di ciclismo, Franco Cenere, Loano è stato un paese prospero, felice, di buon giusto e buone maniere, moderazione. Invidiata per il primato delle processioni e dei crostoli, versione lungomare anzichè i bei tempi di Borgo Castello..
E da qualche mese, Loano detiene pure il primato dei dossi salvavita. E’ vero c’è il solito bastian contrario, detto Giobatta Cepollina, ormai un esodato, benestante e porscista, godurione, l’unico rimasto ligio e fedele alla Croce Rossa di Loano. Già, cari navigatori e lettori di trucioli.it, ho scoperto dove si annida il covo rivoluzionario anti dossi. Nella sede della stessa Croce Rossa, messa in salute, dopo anni di disastri, dal dr. Massimo Vecchietti, già primario di rianimazione e lotte alla torero negli anni d’oro del Circolo Nautico loanese. Ora pare si è calmato, in città resiste però un plotone di militi e autisti. Pensate che hanno persino avuto il tempo di contare il numero dei dossi nella ‘capitale degli anziani’: dieci sono in centro, nel raggio di un paio di chilometri, l’altezza non difetta, infatti guai agli sbadati ! Ce ne sono altri 6, 7 diciamo mediocri, che meriterebbero però un piccolo rialzamento.
Ho saputo con certezza che i ‘signori intelettuali del nobel slogan ‘(I dossi allungano la vita) si sono tutti sottoposti alla prova della barella sull’ambulanza. Hanno simulato la frattura delle vertebre, la rottura del femore, un attacco cardiaco. Così possono categoricamente smentire chi sostiene di conseguenze dolorosissime per i cittadini trasportati con lampeggiante e sirena in azione, direzione Santa Corona, hotel a 5 stelle se si è destinati al Pronto Soccorso, tra i più attrezzati del ponente ligure. Non solo, è stata messa in conto l’usura degli automezzi destinata al soccorso. Non paga pantalone, bensì si finanzia con i contributi volontari delle prebende degli stessi politici amministratori comunali. Si mettano l’anima ed il cuore in pace i militi di Loano e se volete tutti gli altri loro colleghi che ogni giorno si ‘divertono’ con pazienti a bordo a percorrere l’Aurelia destinati Santa Corona, sempre sotto l’urlo della sirena rilassante. Ci sono le assicurazioni dei comuni a rispondere di ogni danno per colpa dell’ente locale. E poi avessero, i nemici dei dossi, un po’ senno, saprebbero che il sommo comandante della polizia municipale di Loano è ricercatissimo. L’hanno preso in prestito, supplicandolo, gli amministratori della città delle torri, ovvero Albenga. Dove, è noto, chiamo solo i ‘migliori’.
Belfagor ritiene di poter ringraziare a nome di migliaia di cittadini quanti si sono adoperati per il ‘trend in decrescita regolare’, parlo di incidenti, feriti, morti. Io sposo il detto Letteriano: “Rotonde, passaggi pedonali rialzati, zone 30, hanno prodotto tanti miracoli di salvezza”. Eccovi il motivo del nobel e dell’insegna “I dossi, a Loano, allungano la vita” e questo non ha prezzo. Che c’è di più bello e sublime, promozionale, nel rosario pubblicitario di Loano? Città gemellata con Francheville, Loano Comune Europeo dello Sport, Loano Città dello Sport, Loano Città denuclearizzata, Loano con Certificazione Ambientale, Loano Città della Pace, Loano contro la pena di morte, Loano Città della Bandiera Blu. Acqua di mare limpida, sabbia pulita e bagnini per la sicurezza. Manca ‘ Bandiere Verdi” ? No, c’è anche quella da giugno 2014, il vessillo sventola sulle scuole, in piazza Mazzini e al Simone Stella. Dunque si accomodino, per favore, i nemici di ‘Striscia la Notizia’, Antonio Ricci, direttore e alassino, mio concittadino, sarà trasportato in elicottero ! Non vuole i massaggi a suon di dossi. Bella pretesa !
Belfagor