Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Se fossi stato eletto sindaco. Lettera ai dipendenti comunali di BorghettoS.Spirito


Mi appello a tutti i dipendenti del Comune di Borghetto Santo Spirito per rivolgere loro una accorata preghiera: stiano fuori da ogni polemica politica, almeno da quelle che vengono fatte su questo blog.

I problemi al Comune di Borghetto sono già tanti che un intervento dei dipendenti può solo complicare una situazione che già di per se stessa è difficile.

Sono rimasto stupito, infatti, della iniziativa di una dipendente comunale, che ha sentito il bisogno di intervenire scrivendo al blog su una presa di posizione relativa a pretesi errori commessi in sede di pubblicazione di alcuni atti comunali.

L’intervento della signora Dolla è piuttosto strano.  Ella sembra voler difendere l’operato di altro dipendente più elevato in grado (peraltro non destinatario di alcuna critica), la cui unica colpa sarebbe quella di non averla controllata mentre lei materialmente, nel redigere un atto, commetteva un errore. Come dire: se la segretaria di un avvocato sbaglia nella scritturazione di una lettera indirizzata ad un altro avvocato ecco che la segretaria si immola e accoratamente chiede all’avvocato destinatario della missiva di perdonare il mittente per l’errore.

Ora la presa di posizione della signora Dolla è pienamente legittima perché naturalmente anche i dipendenti del Comune hanno diritto di esprimere le loro opinioni, però la signora Dolla e tutti i dipendenti comunali mi devono levare una curiosità e la sua lettera mi consente proprio di togliermi un sassolino dalle scarpe che, confesso, cominciava proprio a darmi fastidio.

Perché, qualunque sia la maggioranza che governa Borghetto, essa viene sempre e costantemente difesa dai dipendenti del Comune (almeno questa è l’impressione che io ho), perché a sbagliare sono sempre gli altri; quelli che sono all’opposizione (che poi una volta erano maggioranza), quelli che sono stati all’opposizione, quelli che non rivestono la qualità di responsabile di un servizio, quelli che rivestono quella di cittadini. Sembra, insomma, che i dipendenti del Comune, alcuni dei quali faticano ancora oggi a salutarmi, come se fossi una sorta di marziano sceso da chissà quale paese, abbiano una grande capacità, come dire, di adattarsi alla maggioranza che governa. Io temo che essi siano forse un po’ distratti da quella fastidiosa musica di sottofondo che ogni cittadino-suddito si deve sorbire quando entra in Comune.

Ma cara Signora Dolla certo che tutti sbagliamo ! E sbaglio anche io a scrivere questo mio pensiero. Pensi, però, che sfortuna che avrebbero avuto i dipendenti del Comune di Borghetto se io fossi diventato Sindaco …

Pensi a quanti errori avrei commesso…

Pensi che, se io fossi stato eletto Sindaco, avrei preteso che tutte le porte degli uffici comunali fossero aperte perché i cittadini potessero vedere – senza dover bussare per entrare a casa loro – che cosa fanno i lavoratori del Comune … i quali, essendo laboriosi e preparati, non dovrebbero affatto preoccuparsi degli occhi indiscreti o discreti che si posano su di loro e sono certo che questo non sarebbe accaduto.

Ma per fortuna il saggio cittadino di Borghetto vi ha evitato un bell’impaccio o forse no …

In questo momento di magra i dipendenti del Comune di Borghetto Santo Spirito, così come tutti i dipendenti pubblici di questo Paese, vadano ad accendere un cero ringraziando per la retribuzione che il popolino loro conserva ogni mese e, se qualcuno fa notare che è stato commesso un errore, cerchino di evitare di farne altri, incassino il colpo e si impegnino di più nell’interesse di quel popolino che paga loro la retribuzione.

Buoni errori a tutti.

Giovanni Sanna

Dal libro degli errori di Gianni Rodari:

 

Per colpa di un accento
un tale di Santhià
credeva d’essere alla meta
ed era appena a metà.

Per analogo errore
un contadino a Rho
tentava invano di cogliere
le pere da un però.

Non parliamo del dolore
di un signore di Corfù
quando, senza più accento,
il suo cucu non cantò più.



Avatar

G.Sanna

Torna in alto