L’esperienza e professionalità del fotoreporter regalano gli ‘effetti speciali’ dell’insediamento del vescovo Guglielmo Borghetti. La giornata in Seminario, un centinaio di sacerdoti, un trafelato e commosso Mario Oliveri. I giornalisti Giò Barbera (Ansa), Luca Rebagliati (Il Secolo XIX – La Stampa), Lucia Pescio (Rai 3 Regione), Mara Cacace (Savona News), Matteo Rainisio (editore Ivg.it). Non avrà un compito facile il prescelto da papa Francesco, dopo una lunghissima ‘stagione di fango’, due decenni con centinaia di locandine davanti alle edicole. Strillavano “…di preti tra sesso, arresti, inchieste, scandali, nella diocesi più chiacchierata d’Italia’. E oltre 5 mila ritagli stampa. Un dramma e monito. Ora la svolta. Fiduciosi e solidali con la Chiesa, le virtù di tanti suoi pastori, missionari di coerenza, fede, servizio al Vangelo.
L’avvicinarsi della Santa Pasqua suggerisce che ogni fatto buono che viviamo e ogni sentimento pulito che proviamo sono esperienze di resurrezione. Ancora nel secolo scorso, negli anni ’50 e ’60, c’è una generazione che ricorda e testimonia che la settimana pasquale era per tantissimi fedeli, in città come nei paesi di campagna, di montagna, l’occasione per avvicinarsi alla confessione e al sacramento della Santa Comunione. I fedeli facevano la fila davanti ai confessionali, nelle parrocchie giungevano i rinforzi al parroco. Era una tradizione sentita, coinvolgeva le famiglie, dai bambini cresimati agli adulti. “Almeno a Pasqua …” si diceva. I tempi sono cambiati, in peggio. Prevale la dissacrazione dei valori. La Santa Romana Chiesa non deve tornare all’antico, ma farci conoscere ed apprezzare le ‘buone abitudini’ dei nostri avi. La riscoperta della ‘strada maestra’ con il buon esempio dei vescovi, dei sacerdoti, tutti, nessuno escluso.
Nella storia delle Diocesi italiane è forse la prima volta che un vescovo coadiutore ha piena potestà nel governo di una diocesi. Una diocesi che troppo a lungo sarebbe stata trascinata e sfigurata da un manipolo di presunti tradizionalisti che facevano leva sulla loro coesione per mettere nell’angolo i ‘confratelli’ non allineati, additati a traditori, delatori. E solo in parte sono emerse storie che lasciano il segno per chi è stato testimone, l’ha vissute o subite. Ha ricordato il nuovo vescovo Borghetti: “Avrò una completezza d’azione e quindi di governo. La mia sarà una missione di continuità, ma anche di discontinuità come spesso accade in una parrocchia. La prima cosa da fare, secondo saggezza, è capire dove mi trovo, capire chi ho accanto, studiare le situazioni e quindi prendere delle decisioni. E’ un lavoro che richiederà molto impegno e molte preghiere”.
Ha spiegato che la sua presenza è dovuta al fatto che “il Santo Padre ha ravvisato alcune problematiche e certi disagi in diocesi, ecco perché c’é un coadiutore. Cercheremo di capire affinché questa comunità possa proseguire serenamente”. Infine: “Il titolo di vescovo della diocesi di Albenga resta a Mario Oliveri, ma sarò io ad avere i pieni poteri”. Monsignor Borghetti farà la sua prima uscita pubblica in occasione della Domenica delle Palme quando celebrerà la messa solenne nella cattedrale di San Michele, ad Albenga. Alleluia. (l.c.)