“Sul Calendario Venatorio della prossima stagione, la Giunta Regionale si è presentata in Commissione convinta di fissare il termine della caccia ai turdidi al 20 gennaio, con una posizione irremovibile” dice Francesco Bruzzone, consigliere Lega Nord. Infine la notizia ufficiale del varo del nuovo calendario venatorio 20015 – 2016 e la presa di posizione del WWF ligure.“In forte disaccordo con loro, ho fatto ostruzionismo: questo li ha messi in netta difficoltà, anche perché non disponevano del numero legale per poter portare avanti quanto volevano. Così, per fare approvare la pratica, sono stati obbligati ad approvare la mia proposta di emendamento: dopo quattro ore di ostruzionismo da parte mia, la chiusura della caccia ai turdidi è stata fissata non al 20 gennaio, come voleva la Giunta, ma al 31 di gennaio”. Così afferma Francesco Bruzzone, cacciatore e capogruppo della Lega Nord nel Consiglio Regionale della Liguria, in merito al termine della caccia ai turdidi in Liguria, all’interno del Calendario Venatorio della prossima stagione.
“Una scelta, che è confermata da sostegno giuridico, scientifico e politico. Dal punto di vista giuridico, sono tantissime le sentenze amministrative che riconoscono la legittimità della data di chiusura al 31 gennaio, così come le leggi in vigore. Dal punto di vista scientifico sono presenti infiniti studi, compresi quelli in corso, che sostengono che a gennaio il tordo bottaccio non sia in fase pre-nuziale. Ciò è peraltro confermato dal dato europeo: i tordi in Francia, o in Corsica, non sono più ritardatari nella fase pre-nuziale rispetto a quelli in Italia. La stessa Europa non può tenere atteggiamenti discriminatori tra Italia e Francia, rispetto a dati oggettivi dettati da madre natura”, prosegue Bruzzone.
“L’ingiustificato provvedimento del governo Renzi, che nella scorsa stagione ha anticipato la chiusura della caccia al tordo bottaccio a gennaio in Liguria, è da una parte impugnato giuridicamente, dall’altra del tutto ingiustificato, in modo manifesto, sotto il profilo scientifico. Nella Commissione in Regione, ho speso tutte le energie possibili, per quattro ore consecutive, per fare cambiare idea e fare approvare il mio emendamento che fissa il termine il 31 gennaio. Il Calendario Venatorio dovrà essere ora approvato al Consiglio Regionale, e andrà in aula la prossima settimana. Esprimo soddisfazione, perché quando stai dalla parte della ragione non bisogna mollare rispetto a tentativi di mediazione unicamente politici. La caccia non ha bisogno di mediazioni politiche, ma ha bisogno di essere difesa con forza. Anche, se necessario, battendo i pugni sul tavolo”.
NUOVO CALENDARIO VENATORIO–
“Al termine della seduta di MARTEDì 24 MARZO, il Consiglio Regionale della Liguria ha dato la propria approvazione al Calendario per la Stagione Venatoria 2015-16”. Soddisfazione di Francesco Bruzzone, cacciatore e capogruppo della Lega Nord in Consiglio Regionale. “Il documento è stato approvato così come uscito dalla Commissione Consiliare la scorsa settimana, dopo l’inserimento del mio intervento di modifica”, aggiunge.
“Si tratta di un testo per il quale mi dichiaro non esaltato, ma soddisfatto. Nel calendario sono state recepite le mie istanze, e sostanzialmente ricalca quello dello scorso anno. La chiusura della caccia ai tordi è prevista per il 31 gennaio”,
“Come richiedo da anni, la caccia chiuderà il 10 febbraio. Purtroppo, negli ultimi dieci giorni le specie cacciabili sono vincolate da un parere dell’ISPRA, ma finalmente è stata aperta e bucata la frontiera del 31 gennaio: era dal 1991 che non si andava oltre quella data. A monte di questo, i contenuti sono ben visibili nella delibera. E ci tengo a ricordare che questa volta, anche in caso di impugnative e ricorsi, grazie alla cosiddetta ‘legge Salva Caccia’ da me presentata, l’attività venatoria non potrà essere essere sospesa“.
Francesco Bruzzone
IL COMUNICATO DEL WWF REGIONALE A FIRMA DI MARCO PIOMBO: CHI CI RIMETTE E’ SEMPRE L’AMBIENTE E 100 AGENTI DI POLIZIA PROVINCIALE
Nel tour de force tra il 24 e il 27 marzo in Consiglio Regionale, con il solito ingorgone di fine legislatura, a rimetterci come al solito è sempre la
salvaguardia del territorio, con norme di favore , saldi pre-elettorali di fine stagione e nuovi testi riscritti in fretta e furia.
Dopo la recente modifica al testo regionale in materia di cave, approvato lo scorso 24 febbraio, con possibili incrementi del 25% delle superfici di cava nelle zone a destinazione agricola ed agricolo-boschiva,
ieri è stata la volta dell’approvazione del calendario venatorio regionale 2015/16; questo provvedimento amministrativo elude il parere scientifico dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale e una recente indagine EU-Pilot della Commissione UE, che aveva indotto il Governo a stoppare la caccia ai tordi dal 20 al 31 gennaio in alcune regioni, tra cui la Liguria.
Nel disegno di legge 389 approvato ieri (un calderone di varie modifiche alla normativa regionale), compaiono varie modifiche in materia edilizia (ampliamento dei tipi di intervento ammessi nella manutenzione straordinaria, fra cui rientrano il frazionamento e l’accorpamento di unità immobiliari );
poi spunta l’approvazione alla chetichella (non compare nei comunicati ufficiali) di una deroga per manifestazioni fuoristrada , due volte l’anno, autorizzabili nei più pregiati sentieri classificati nella cartografia REL (Rete Escursionistica Ligure) redatta in collaborazione con CAI,FIE ed Enti Parco.
Tra domani e venerdì è atteso anche il voto sul disegno di legge 388 della Giunta di riordino delle funzioni delle province, in attuazione di norme scoordinate della Legge Delrio del 2014 e della legge di Stabilità, con parte di personale degli uffici caccia e pesca provinciali che diventeranno dipendenti regionali ed un possibile caos nella distribuzione dei compiti di tutela e gestione della fauna selvatica.
Particolarmente pilatesca emerge la “decisione di non decidere” in merito al destino dei quasi 100 agenti di polizia provinciale operanti in Liguria, preposti al rispetto delle norme in materia di tutela dell’ambiente, protezione dei beni naturali, controllo del bracconaggio, vigilanza in materia di caccia e pesca, sorveglianza delle aree rurali; il ddl si limita a prendere atto che il Parlamento prima o poi deciderà qualcosa, mentre altre regioni come la Toscana hanno confermato in capo alle province i compiti sinora svolti dalle polizie provinciali stesse.