Finte emorroidi e seni abusivi: così i giornalisti truffano la loro Cassa. Non è stato scritto in quali regioni d’Italia siano avvenuti i fatti esecrabili. Sparare nel mucchio forse non è il massimo. Comunque ai lettori liguri e del Basso Piemonte di questo blog pare che le due regioni siano escluse. I ‘malfattori’ sono già stati espulsi dalla Casagit (ente autonomo dei giornalisti italiani) che si è pure rivalsa nei confronti dei medici e delle strutture sanitarie quando sono risultate complici dei falsari. LA NOTIZIA SUL BLOG DI FRANCO ABRUZZO – Attualità, 6 marzo 2015
Non si può dire che i giornalisti non abbiano fantasia. Titoli di giornale, sommari, e anche interi articoli ne sono la prova. Ma che per ottenere un rimborso dall’assicurazione un professionista arrivasse a spacciare una plastica al seno per intervento alle emorroidi, è la dimostrazione che quando c’è di mezzo il denaro l’inventiva dei colleghi supera ogni immaginazione.
D’altra parte quella delle emorroidi è solo la meno originale delle truffe tentate dai giornalisti ai danni della Casagit, la Cassa sanitaria alla quale i professionisti (pubblicisti inclusi) inviano periodicamente la documentazione delle spese mediche sostenute, al fine di ottenerne il rimborso.
La denuncia via email – L’elenco dei tentativi più fantasiosi è stato inviato agli associati del Lazio dal fiduciario regionale Mario Antolini, in una circolare che ha chiaramente lo scopo di gettare luce sul malcostume e allo stesso tempo scoraggiare i soci dal fare nuovi tentativi. Nella circolare Antolini tiene a far sapere che “a dimostrazione della costante attenzione dispiegata dagli uffici”, i protagonisti dei casi di “malasanità privata” sono stati tutti espulsi dalla Cassa, che si è rivalsa anche nei confronti dei medici e delle strutture sanitarie, spesso complici dei falsari.
Il gatto, la volpe e le radiografie truccate – Per fare certe cose, infatti, bisogna essere in due. Ed erano chiaramente d’accordo come il gatto e la volpe quel giornalista e quel dentista che hanno cercato di dimostrare l’esistenza di un intervento odontoiatrico mai effettuato (valore 20.000 euro), presentando una radiografia manomessa. Soprattutto, erano ben determinati a guadagnarci. Quando i funzionari della Casagit hanno individuato il falso e hanno chiesto agli interessati di rinviare la documentazione, i due hanno spedito alla Cassa tre radiografie di tre bocche diverse.
E l’autista diventa badante – I più, però, hanno preferito affidarsi al fai-da-te, truccando la documentazione con le proprie forze. Come il collega che ha tentato di far passare il proprio autista per il badante dell’anziana mamma. E quello che si è scritto da sé le ricette dei medicinali “su ricettario sottratto a medico”, ed è stato scoperto “perché i farmaci segnati rispondevano a troppe e incoerenti necessità terapeutiche”.
Qualcuno ha approfittato dei potenti mezzi offerti dalla tecnologia e si è messo a fabbricare al computer false fatture sanitarie, ma è stato ugualmente poco fortunato.
Truffe da pochi euro – Il capitolo ingordi è lunghissimo, anche di quelli che preferivano truccare i documenti per pochi euro. Non contenti di vedersi rimborsare le spese mediche proprie, due soci avevano preso l’abitudine di fotocopiare le ricette mediche, per poi applicarvi, ai fini del rimborso, fustelle dei medicinali “in qualche modo raccolte altrove”.
Un figlio davvero molto malato – A fronte di questi il “trattamento estetico al seno presentato per il rimborso come intervento per emorroidi”, è insomma roba da dilettanti. Ma il premio per la maggiore originalità va a chi ha coinvolto i parenti stretti. Come quel giornalista che si è fatto visitare da suo figlio, e ha presentato regolare richiesta di rimborso. O quello che pretende di far credere che il suo bambino sia stato sottoposto a 20 visite pediatriche in un mese.
La Casagit gli ha lasciato il beneficio del dubbio e ha classificato questo caso tra quelli “incerti”. Indovinate come finirà?