Settimana dal 8 gennaio al 14 gennaio 2015. Dal primo dell’anno hanno già festeggiato Giuseppe Niccoli (Sindaco di Noli), Alessandro Fiorito ( Vice Sindaco di Noli), Iorg Costantino (Assessore Savona) PierLuigi Lavazelli (assessore di Quiliano), Amatore Morando (Consigliere di Cairo Montenotte), Elena Minetto (Cons. di Urbe), Francesco Di Lieto (Cons. di Albenga), Matteo Caviglia (Cons. di Plodio), Michela Viaggio (Cons. di Onzo), Oriana Bobone (Cons. di Casanova Lerrone), Marco Vigo (Cons. Albisola Superiore), Valentina Cerruti (Cons. di Mallare), Augusto Guglieri (Cons. Testico), Carlo Bertone (Murialdo), Franco Navoni (Bormida), Graziella Losno (Vendone), Marco Boschiazzo (Testico), Pietro Beccaria (Pres. consiglio di Toirano), Pietro Pizzorno (Sindaco di Massimino), Stefano Perrone (Cons. Giusvalla). Leggi tutti i nomi …
Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti. Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo. Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!
Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di www.trucioli.it continua la rubrica settimanale, con l’elenco degli amministratori pubblici dei Comuni della provincia di Savona che festeggiano il compleanno e/o l’onomastico. Ricordarsi di chi ha il compito di governare i nostri Comuni con un pensiero gentile.
Un servizio e una opportunità per i lettori di Trucioli.it che consente, a chi lo desidera, di far giungere ai pubblici amministratori i personali auguri.
Consigliabile inviare la email alcuni giorni prima del giorno del compleanno. Sarà una gradita sorpresa e non potrà che essere accolta con gioia. E’ meno “invasiva” dei messaggini inviati con il cellulare; è anche un termometro di affetto e stima dei cittadini, degli elettori in ogni periodo dell’anno.
Nei pochi casi in cui nei siti web dei Comuni savonesi è pubblicato l’indirizzo delle email degli Amministratori la stessa è riportata sotto il nome e cognome nell’elenco pubblicato. Un servizio in più che facilita e consente ai lettori l’invio di una e-mail.
Volendo fare gli auguri in modo mirato, è sufficiente scrivere nell’oggetto: “Auguri di felice compleanno a … (scrivendo il nome e cognome)” Sicuramente l’ufficio ricevente si farà premura di stampare copia della email ricevuta e consegnarla alla persona destinataria oppure, a sua volta, procedere all’invio della stessa. In questi casi si consiglia di inviare la email alcuni giorni prima della ricorrenza. Ovviamente, nei casi senza l’invio della email, sarà sempre possibile far giungere gli auguri con i metodi tradizionali (telefono, telegramma, biglietto augurale o via fax).
Aggiunto, a titolo divulgativo, la trascrizione – per ogni nome – di testi inseriti nel Martirologio Romano e/o nel sito Santi e beati e/o Avvenire.
Nella settimana dal 1 gennaio al 7 gennaio 2015 hanno festeggiato l’onomastico:
Giovedì 1 gennaio FRANCA
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Venerdì 2 gennaio BASILIO
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Sabato 3 gennaio FIORENZO e GENOVEFFA
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Domenica 4 gennaio CELSO e ERMETE
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Lunedì 5 gennaio AMELIA
Amelia Rozio – Assessore Comune di Massimino
Martedì 6 gennaio ANASTASIO
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Mercoledì 7 gennaio LUCIANO
Luciano Durante – Assessore Comune di Orco Feglino
Luciano Cesio – Consigliere comunale con delega funzioni di Tovo San Giacomo.
Luciano Dematteis – Consigliere comunale di Dego
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Settimana dal 8 gennaio al 14 gennaio 2015
Giovedì 8 gennaio onomastico di Massimo
Venerdì 9 gennaio onomastico di Giuliano e Massimino
Sabato 10 gennaio onomastico di Aldo e Marciano
Domenica 11 gennaio onomastico di Igino
Lunedì 12 gennaio onomastico di Modesto e Tatiana
Martedì 13 gennaio onomastico di Ilario
Mercoledì 14 gennaio onomastico di Felice
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span settimana festeggiano il compleanno:
Giovedì 8 gennaio
Luigi Chierroni – Assessore Comune di Celle Ligure
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Venerdì 9 gennaio
Ing. Mattia Fiorini – Assessore Comune di Spotorno
Dott. Emanuele Parrinello – Assessore Comune di Borghetto S. Spirito
Sergio Marta – Vice Sindaco Comune di Calizzano
Enrico Pollero – Consigliere comunale di Noli
Laura Forzano – Consigliere comunale di Albissola Marina
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Sabato 10 gennaio
Alberto Arduino – Consigliere comunale di Testico
Antonella Becchio – Assessore di Calice Ligure
Daniela Lagasio – Consigliere comunale di Carcare
Dott. Giacomo Germano – Vice Sindaco di Mallare
Avv. Gio Lucas Incorvaia – Consigliere comunale di Plodio
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Domenica 11 gennaio
Matteo Marcenaro – Consigliere comunale di Vezzi Portio
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Lunedì 12 gennaio
Nicholas Bongiorni – Consigliere comunale di Urbe
Paolo Durante – Consigliere comunale di Orco Feglino
Martedì 13 gennaio
Giovanni Gandolfo – Sindaco di Borghetto S. Spirito
Laura Bestoso – Sindaco di Stellanello
Marco Travasoni – Consigliere comunale di Castelvecchio Rocca Barbena –
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Mercoledì 14 gennaio
Dott. Andrea Camera – Consigliere comunale di Calice Ligure
Franco Barbera – Consigliere comunale di Villanova d’Albenga
Graziano Bonifacino – Assessore di Cairo Montenotte
Dott.ssa Maria Zunato – Consigliere comunale di Massimino
Arch. Marinella Orso – Assessore comune di Finale Ligure
Questa settimana festeggiano l’onomastico:
Giovedì 8 gennaio MASSIMO
Massimo Tappa – Sindaco Comune di Dego
Massimo Paoletta – Sindaco Comune di Massimino
Massimo Revello – Assessore Comune di Vendone
Massimo Rognoni – Assessore Comune di Quiliano
Massimo Baccino – Assessore Comune di Varazze
Massimo Marrazzo – Consigliere comunale di Cengio
Arch. Massimo Arecco – Consigliere comunale di Savona
Massimo Bianchi – Consigliere comunale di Savona
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Venerdì 9 gennaio GIULIANO e MARCELLINO
Giuliano Arnaldi – Consigliere comunale di Onzo
Giuliano Ratti – Consigliere comunale di Zuccarello
Marcellino Zunino – Consigliere comunale di Urbe
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Sabato 10 gennaio ALDO
Aldo Gepponi – Vice Sindaco Comune di Cosseria
Aldo Reinaudo – Consigliere comunale di Nasino
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Domenica 11 gennaio IGINO
Iginio Bruna – Vice Sindaco – Comune di Onzo
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Lunedì 12 gennaio MODESTO
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Martedì 13 gennaio ILARIO e ILARIA
Ilaria Giacobbe – Assessore Comune di Sassello
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Mercoledì 14 gennaio FELICE
Felice Rota – Consigliere comunale di Cairo Montenotte
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Giovedì 8 gennaio MASSIMO
San Massimo nella serie dei vescovi di Pavia, esercitò il suo episcopato e prima del vescovo Ennodio, quest’ultimo ne fece anche un elogio generico nel suo “Dictio in dedicatione missa Maximo episcopo”, pervenuto fino a noi. In base a queste notizie si può collocare il suo episcopato tra la fine del V e inizio del VI secolo, il ”Martirologio Romanum” riporta come anno della sua morte il 514. Vi sono ancora alcuni documenti storici che parlano di lui, uno del XIII secolo che indica il 9 gennaio come giorno della sua memoria e un altro del secolo XIV che lo colloca tra i vescovi di Pavia canonizzati e dice che era sepolto nella chiesa di S. Giovanni in Borgo.
Per un errore di trascrizione nella lista episcopale dell’antica città di Pavia, risultano due Massimo, ma in realtà è uno solo, ricordato due volte. Attualmente egli è ricordato nella diocesi l’8 gennaio. (Santi e Beati)
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Il nome Massimo viene dal latino ‘Maximus’ ricavato dal superlativo di ‘magnus
(grande) con il significato quindi di “il maggiore”. Nome molto diffuso, i santi e le sante che portarono questo nome sono ben 40. il più celebre è s. Massimo vescovo di Torino nel V secolo (25 giugno). La diffusione laica è avvenuta per il prestigio di Quinto Fabio Massimo (detto il “Temporeggiatore”) console nel II secolo a.C. Durante la guerra contro Annibale. Autore: Antonio Borrelli
(Santi e beati)
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A Pavia, san Massimo, vescovo. (Martirologio Romano).
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Venerdì 9 gennaio GIULIANO e MARCELLINO
Giuliano, giovane oriundo della Dalmazia, durante la persecuzione di Antonino Pio, in Italia, presso Anagni, fu riconosciuto come cristiano. Condotto ad Atina, fu quivi assoggettato da Flaviano, prefetto della provincia di Campania, a diversi tormenti. Mentre subiva la pena dell’eculeo, crollò il tempio di Serapide e cadde in frantumi la statua del dio. Accusato perciò di magia fu decapitato tra le rovine del tempio medesimo. Tale la leggenda riportata negli ACIA SS. da un manoscritto italiano del Chioccarelli. Il Baronio, negli Annales, assegna il martirio di Giuliano all’anno 175, sotto l’imperatore Marco Aurelio, durante il pontificato di papa Sotere. Ma nel Martirologio Romano colloca il martirio sotto Antonino Pio (138-161). Riferendosi inoltre al Martirologio della Basilica Vaticana, ritiene che Sora sia stata la sede del martirio ed aggiunge che in questa città si conservano gli Atti manoscritti del martire. La leggenda sorana e quella atinate differiscono soltanto per la indicazione della sede del martirio e delle circostanze relative. Entrambe sono certamente tarde, ed è da rilevare che il martirio del santo viene assegnato allo stesso giorno, 27 gennaio, in cui è ricordato san Giuliano di Le Mans. Le reliquie del martire furono rinvenute nel luogo preciso ove se ne celebrava la memoria, in una antica chiesa dedicata al santo, presso Sora, come risulta dal processo autentico dell’invenzione redatto con atto autografo del vescovo Giovannelli (1609-32) e trasmesso alla Congregazione dei Riti il 15 aprile 1614. Le reliquie furono rinvenute il 2 ottobre 1612 e traslate per desiderio di Costanza Sforza Boncompagni nella chiesa di S. Spirito il 6 aprile 1614. Il vescovo Agostino Colaianni (1797-1814) le fece traslare nuovamente portandole nella chiesa cattedrale, ove sono tuttora venerate sotto l’altare dedicato al santo, mentre in alto campeggia unastatua in legno che lo rappresenta con la palma del martirio. Autore: Vincenzo Fenicchia Fonte: Enciclopedia dei Santi. (Santi e beati)
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A sora nel Lazio, commemorazione di san Giuliano, martire, che si tramanda abbia subito il martirio al tempo dell’imperatore Antonino.
(Martirologio Romano).
A Cartagine, nell’odierna Tunisia, san Marcellino, martire, che, tribuno e intimo amico di sant’Agostino e di san Girolamo, per l’ostilità dell’usurpatore Eradiano fu, benché innocente, ucciso dagli eretici donatisti per aver difeso la fede cattolica.
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Sabato 10 gennaio ALDO
Non si sa esattamente in quale epoca San Aldo sia vissuto, probabilmente nei secoli intorno al Mille. Secondo una tradizione fu eremita e carbonaio a Carbonia presso Pavia, e a Pavia fu sepolto nella cappella di S. Colombano, dalla quale fu traslato nella basilica di San Michele. Non a caso la memoria si San Aldo si è conservata a Pavia, che fu un tempo capitale del Regno dei Longobardi. E’ probabile, infatti, che sangue longobardo scorresse nelle vene del Santo eremita, o così almeno fa pensare l’origine del suo nome, che la parola longobarda “ald”, con il significato di vecchio. (Santi e Beati)
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. . . . . (Martirologio Romano).
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Domenica 11 gennaio IGINO
(Papa dal 136 al 140).
Poco si sa di lui: probabilmente fu di origine ateniese. Morì durante la persecuzione di Antonino Pio. Divenuto papa nel 138, durante i quattro anni, del suo pontificato dovette affrontare l’eresia gnostica di Valentino e Cedone, i quali sostenevano che ai semplici fedeli può bastare la fede, mentre ai dotti si addice la scienza, che può spiegare a livello filosofico la fede. Igino che era anche filosofo sconfessò gli eretici sul loro terreno. (Santi e Beati)
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A Roma, sant’igino, papa, che occupò per ottavo la cattedra dell’apostolo Pietro.
(Martirologio Romano).
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Lunedì 12 gennaio TATIANA
L’onomastico può essere festeggiato il 12 gennaio in ricordo di Santa Taziana, martirizzata a Roma nell’anno 230 sotto Alessandro Severo. La Chiesa orientale festeggia il 5 gennaio una monaca greca. Sempre in oriente, ad Amasea nel Ponto, il 18 agosto viene ricordata una martire con lo stesso nome. Una curiosità: Siccome il culto è più vivo nella chiesa orientale che in quella occidentale, il personale greco Tatianè (femminile di Tatianòs) si è diffuso nelle lingue slave. (Santi e beati)
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Padre Mitrofan Tzi ed il numeroso gregge affidato alle sue cure pastorali caddero vittime innocenti della celebre “rivolta dei boxers”, divampata in Cina a cavallo tra i secoli XIX e XX contro la presenza di stranieri ed in particolar modo contro la religione cristiana importata dai missionari occidentali appartenenti a diverse confessioni. Gran parte dei martiri appartenenti a questo gruppo erano infatti di etnia cinese ed avevano ricevuto il battesimo per mano di sacerdoti ortodossi russi, missionari nel Celeste Impero. Nel giugno 1900, quando la persecuzione raggiunse il suo culmine, la missione ortodossa venne devastata e la maggior parte dei suoi fedeli residenti nei dintorni furono uccisi, conseguendo così la palma del martirio. L’apice del massacro si ebbe l’11 giugno, quando subirono torture mortali padre Pitrofan Tzi, con sua moglie Ta’jana ed il loro figlio Ioann, nonché una folta schiera di laici, adulti, bambini, adolescenti, donne e anziani.
Nell’ottobre 1902, a soli due anni dal tragico eccidio, il Sinodo della Chiesa russa permise di onorare la loro memoria con l’edificazione di un tempio ossario da intitolarsi a “Tutti i santi martiri”: si instaurò cosi per gli ortodossi cinesi la tradizione di digiunare annualmente ogni 10 giugno ed il giorno seguente officiare una funzione religiosa in suffragio delle vittime. La memoria dei martiri continuò così ad essere circondata da una sentita venerazione popolare. Nel 1956 il regime comunista cinese varò un nuovo piano regolatore per la città di Pechino e tale chiesa dovette essere rasa al suolo per lasciare il posto all’ambasciata dell’URSS. L’operazione avvenne l’anno seguente ed il clero ortodosso provvide alla traslazione dei poveri resti nella chiesa di San Serafim, sita nel cimitero russo alla periferia di Pechino.
Anche tale chiesa fu però sacrificata nel 1986, quando il cimitero venne trasformato nel Lago della Gioventù. Ancora oggi dunque le reliquie dei martiri giacciono sul fondale dell’enorme bacino idrico del lago artificiale. I gloriosi martiri ortodossi cinesi furono canonizzati dal concilio dei vescovi della Chiesa Ortodossa Russa all’Estero nel 1996 ed un anno dopo anche da parte del Sinodo del Patriarcato di Mosca, che concesse il loro culto locale in Cina. La Chiesa Cattolica tardò invece sino al Grande Giubileo del 2000 a glorificare con la canonizzazione 120 suoi figli che effusero con il loro sangue la terra cinese, capeggiati dal sacerdote indigeno Agostino Zhao Rong, tra i quali anche i missionari italiani Leuigi Vermiglia, Callisto Caravario, Alberico Crescitelli, Gregorio Grassi, Francesco Fogolla, Elia Facchini, Antonino Fantosati, Giuseppe Maria Gambero e Cesidio Giacomantonio. Autore: Fabio Arduino
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Martedì 13 gennaio ILARIO
Ilario, nato a Poitiers, in Francia, intorno al 315, era un pagano che cercò il senso della vita dapprima nelle dottrine neoplatoniche, poi – dopo la lettura della Bibbia – nel cristianesimo. Nobile proprietario terriero, sposato e con una bimba, poco dopo il battesimo fu acclamato vescovo di Poitiers. Combatté l’eresia ariana attraverso le sue opere, la più famosa delle quali è il “De Trinitate”. Approfondì gli studi anche durante sei anni di esilio. Tornato in sede ebbe come collaboratore il futuro vescovo di Tours, san Martino. Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa. (Avvenire)
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Sant’Ilario, vescovo e dottore della Chiesa: elevato alla sede di Poitiers in Aquitania, in Francia, sotto l’imperatore Costanzo seguace dell’eresia ariana, difese strenuamente con i suoi scritti la fede nicena sulla Trinità e sulla divinità di Cristo e fu per questo relegato per quattro anni in Frigia; compose anche celeberrimi Commenti ai Salmi e al Vangelo di Matteo. (Martirologio Romano)
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Mercoledì 14 gennaio FELICE
La vita del prete Felice ci è narrata da san Paolino di Nola, a cui si deve anche l’importante complesso di basiliche paleocristiane a Cimitile, a sei chilometri dalla località campana. Qui erano state deposte le spoglie di Felice, morto probabilmente dopo il 313. Nato a Nola nel III secolo da un ricco padre di origini orientali, aveva sofferto le persecuzioni ed era stato imprigionato, torturato e poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse in un luogo deserto (per questo, pur non essendo stato ucciso è stato venerato come martire), Grazie alla pace costantiniana Felice era rientrato in diocesi, Qui, pur essendo stato indicato come successore dal vescovo Massimo, alla morte di questi rifiutò l’elezione e visse in povertà fino alla fine dei suoi giorni. In suo onore si tengono due feste con processioni dal 5 al 14 gennaio, data della sua memoria liturgica. (Avvenire)
A sei Km. Da Nola, a Cimitile vi è uno dei più importanti complessi paleocristiani del Mezzogiorno d’Italia; fino al II secolo d.C. Esisteva una necropoli pagana, vicino alla quale i primi cristiani della zona, seppellirono i loro morti in un ‘caemeterium’, termine da cui deriva il toponimo di Cimitile. In seguito i nolani vi deposero le spoglie del prete san Felice, la fama dei miracoli che si verificarono sulla tomba del santo, fece della località, una meta di pellegrinaggio. Già nel IV secolo, nel recinto erano presenti diverse basiliche, divenute sei nei tempi successivi, esse sono adiacenti fra loro, alcune sovrapposte e sono: San Felice in Pincis, Santo Stefano, San Giovanni, San Paolino, Santissimi Martiri e San Gaulonio, ad esse si aggiunge la parrocchiale del 1789,posta in alto sul sito archeologico e dedicata anch’essa a San Felice in Pincis. L’origine di questi importanti luoghi di culto e di preghiera, si collega ad un ‘monasterium’ fatto costruire dal vescovo di Nola San Paolino, originario di Bordeaux, il quale stabilendosi nel 394 a Cimitile ne determinò la crescita, infatti presso il ‘monasterium’ si riunirono molti amici del santo vescovo, divenuto poi il santo patrono di Nola e a cui è dedicata, nel giorno della sua festa il 22 giugno, la grande e celebre Gesta dei Gigli di Nola; questi uomini, conducendo una vita di lavoro e di preghiera, anticiparono di un secolo la Regola di San Benedetto.
San Paolino divenuto vescovo di Nola nel 409, lasciò il ‘monasterium’, ingrandì il cimitero e fece costruire la Basilica Nuova (400-403) inglobata poi nel XVI secolo della Basilica di S. Giovanni; questa comunicava mediante un passaggio a triplice arcata, con quella di San Felice in Pincis. Quest’ultima è senz’altro la più importante delle sette basiliche, edificata nel IV secolo, sui resti della necropoli dei “gentili” di Nola, custodisce il sepolcro del prete martire S. Felice, custodito in un’arca formata da una celletta, in cui furono fraposti anche i resti di altri due vescovi.
La piccola costruzione divenne un “martyrium” con una apertura che serviva di passaggio ai fedeli che introducevano nella tomba degli unguenti, ritenuti miracolosi e protettivi contro le malattie, dopo il contatto con il corpo del santo. Il sepolcro è inserito in un’edicola monumentale, sorretta da colonne e decorata da un mosaico del V secolo, il tutto incastonato nella più ampia Basilica; il sepolcro-altare, inizialmente piccolo epovero, divenne come la sorgente di edifici spaziosi e rimane adesso come una gemma incastonata in cinque basiliche, i cui tetti, visti da loontano danno l’immagine di una grande città; così come lo descriveva San Paolino nel carme 18.
Tutto quello che si conosce di s. Felice, ci è trasmesso dal santo vescovo Paolino, il quale già devoto del santo quando arrivò a Nola ed a Cimitile, gli dedicò ben 14 suoi carmi, che sono detti ‘natalizi’ (carmina natalizia) perchè scritti dal 395 al 409 nella ricorrenza del ‘dies natalis’ della festa del santo, il 14 gennaio.
Il racconto poetico di Paolino è il primo documento storico della vita di s. Felice, cioè la prima elaborazione scritta della tradizione orale, da lui appresa in zona. Felice nacque a Nola nel III secolo da padre siro, trasferitosi dall’Oriente in Italia, molto ricco; aveva un fratello Ermia che scelse la carriera militare, mentre lui si consacrò come presbitero. Divenne fedele collaboratore del vescovo di Nola, Massimo, che durante l’ultima persecuzione contro i cristiani, lasciò Nola per rifugiarsi in luogo deserto, lasciando in città il prete Felice che voleva come suo successore. Ma Felice fu imprigionato e torturato, poi liberato miracolosamente da un angelo che lo condusse nel luogo deserto, dove il vecchio vescovo Massimo era moribondo, consumato dagli stenti e dalle sofferenze. Lo rifocillò con il succo di uva miracolosa e poi caricatolo sulle spalle, lo riportò a Nola, affidandolo alle cure di una anziana cristiana. Durante la sospensione della persecuzione, potè riprendere il suo ministero sacerdotale, ma quando la persecuzione riprese, Felice fu di nuovo ricercato, ma egli sfuggì alla cattura rifugiandosi in una cisterna disseccata, dove per sei mesi fu alimentato, senza essere conosciuto, da una pia donna. Cessata definitivamente la persecuzione con la pace di Costantino (313), Delice ritorna a Nola, dove morto il vecchio vescovo Massimo viene candidato a succedergli, ma egli rifiuta a favore del prete Quinto, rinuncia anche ai beni che gli erano stati confiscati e trascorre il resto dei suoi giorni nella povertà e nel lavoro. Non si conosce l’anno della sua morte, alcuni dati dicono sotto Valeriano (258), ma come spiegare che sia lui, che il vescovo Massimo non furono uccisi, è probabile quindi che siano morti dopo la pace di Costantino, quindi dopo il 313. San Felice fu comunque sempre venerato come martire, anche se non era stato ucciso, ma certamente aveva tanto sofferto e solo miracolosamente aveva avuto salva la vita. La sua tomba fu detta “Ara Veritatis”, perchè gli si attribuiva particolare efficacia per il trionfo della verità, contro gli spergiuri. Al santo patrono di Cimitile, sono dedicate dai fedeli ben due feste con processioni, che iniziate il 5 gennaio, vengono completate il 14 gennaio, giorno della sua festa liturgica; la prima parte dall’antichissimo sepolcro nell’area delle basiliche paleocristiane e finisce nell’ultima in ordine di tempo, cioè nella chiesa parrocchiale di S. Felice in Pincis; l’altra percorre il paese di Cimitile.
San Paolino resta il suo più grande cantore, con i ‘camina’ ne descrive i numerosi miracoli operati, il culto che riceveva, la descrizione particolareggiata dei luoghi, delle primitive basiliche; ma nonostante ciò San Felice, forse il suo nome, così numeroso nell’agiografia cristiana, fu confuso spesso con altri santi omonimi, che portarono ad un culto fuori della zona nolana, anche a Roma (in Pincis); inoltre la presenza di un presunto protovescovo di Nola (festa il 15 novembre) di nome s. Felice, ha complicato l’identificazione.
Ma è fuori discussione che il San Felice, prete martire di Nola, è quello celebrato il 14 gennaio. Autore:Antonio Borrelli. (Santi e Beati) – – –
A Nola in Campania, san Felice, sacerdote, che, come riferisce san Paolino, durante l’imperversare delle persecuzioni, patì in carcere atroci torture e, una volta ristabilita la pace, fece ritorno tra i suoi, ritirandosi in povertà fino ad avanzata vecchiaia, invitto confessore della fede. (Martirologio Romano)
Gilberto Costanza
email: gilberto.costanza@alice.it