Non sarebbe neppure il caso di commentare, ma che un sindacalista provinciale, che non a caso detiene la maggioranza nella categoria dei dipendenti Tirreno Power, abbia il coraggio civile di incoraggiare l’azienda sottoposta ad inchiesta giudiziaria e che ha ricevuto una autorizzazione ambientale che si rifiuta di sottoscrivere, a “tenere duro” perché la battaglia si può ancora vincere, rappresenta una delle più ‘ vergognose derive di quello che fu un tempo un grande sindacato, che si batteva a viso aperto contro le industrie dei veleni, tipo Acna di Cengio,per citarne una. Che cosa può essere successo di irreparabile nella mente di questo funzionario, cosa può avergli chiuso gli occhi ed otturato le orecchie a tal punto da non vedere lo stillicidio di morti per cancro nel Comune di Vado Ligure, Quiliano, Savona, Noli, pletora delle malattie cardiorespiratorie ed il loro inaudito costo umano, sociale ed economico ? Forse il distacco sindacale di cui fruisce e che gli permette di non ritornare in fabbrica? Oppure una ottusità morale divenuta irreversibile e che, in nome di una presunta difesa dei posti di lavoro, neppure immagina la possibilità di una bonifica e di un risanamento propedeutici a nuovi impieghi? Sia come sia, che bruciando carbone nella centrale si debba risanare il debito di 800 milioni accumulato da Sorgenia rappresenta un obbrobrio logico, prima che etico: che ci riflettano bene quanti nel Pd, nella triplice sindacale, nei comuni, nella stampa, nei media, avessero la tentazione di perpetuare ipocritamente il baratto del lavoro con la salute dei cittadini. “Non passeranno” è la parola d’ordine del popolo della legalità! Non passeranno. Leggi la notizia apparsa su Primo Canale VADO LIGURE – “Chiederemo all’azienda che ascolti le nostre rag inioni e che non molli la presa proprio in un momento in cui un’Aia anche se restrittiva è presente e quindi si può ripartire. Tirreno Power deve fare gli investimenti necessari e riavviare gli impianti fermi dallo scorso 11 marzo”. Lo ha detto Tino Amatiello, segretario Ficltem-Cgil di Savona alla vigilia del vertice di Roma con il sottosegretario Delrio in programma giovedì prossimo. Amatiello pensa anche a ‘un piano B’: “Se Tirreno non sentisse ragione – ha detto – allora si dovrebbe pensare ad un altro soggetto che potesse subentrarle e questa ipotesi la proporremo anche in sede di presidenza del consiglio se ci sarà la necessità. Una cosa è certa il sito di Vado deve continuare ad esistere. La fase che si è aperta dopo la concessione dell’Aia è molto complessa ma siamo cautamente ottimisti che se ne possa uscire in modo positivo se ci sarà volontà e impegno da parte di tutti”.