Domenica 14 dicembre, nella Civica Biblioteca, alle 16.00, saranno presentati i due libri “Il bianco della cenere, la forza delle piccole cose nel lavoro di una comunità” realizzati dal Comune di Mendatica e dall’Ufficio di Parità della Provincia di Imperia in collaborazione con la Pro Loco di Mendatica. I libri sono la sintesi di un compendio collettivo, a più mani e firme, condiviso dall’intera comunità mendaighina. Gli anziani sono stati portatori di esperienze di vita, di lavoro, di solidarietà. Hanno trasferito agli autori il patrimonio storico-antropologico del paese dell’alta Valla Arroscia.
Nel primo volumetto (95 pagine) una raccolta di racconti, un viaggio nella memoria degli abitanti, intrecciando le storie di una volta con le antiche ricette della secolare Cucina Bianca, la cultura gastronomica dei pastori dell’Alta Valle Arroscia e delle terre occitane. Ed un’inedita raccolte di ricette originali e di aneddoti è contenuto nel secondo volume (63 pagine) dove sono descritte le ‘povere’ specialità non solo di Mendatica, ma anche di altri paesi della valle. I canestrelli, ad esempio, erano tipici di Pornassio. Era usanza che al mattino del primo dell’anno i bambini andassero dalle Madrine per farsi dare la strenua di Capodanno. Così le Madrine preparavano i canestrelli il giorno prima. Un dolce semplice cotto nel forno della stufa a legna.
Lungo le pendici delle Alpi Marittime e Liguri, la secolare transumanza agricola e pastorale ha unito le popolazioni della montagna ligure, del cuneese e delle valli occitane in una comune cucina fatta di farinacei, latticini, ortaggi poco colorati come le patate, le rape, i porri, l’aglio o da prodotti spontanei raccolti sui sentieri della transumanza.
Mendatica fa parte della Strada della Cucina Bianca, un progetto che la collega, insieme ai comuni liguri di Cosio d’Arroscia, Montegrosso Pian Latte, Pornassio e Triora, al comune francese di La Brighe e a quello piemontese di Tenda in provincia di Cuneo.
Ciò che lega questa area è la tradizionale economia pastorale e agricola che ha dato vita alla nascita delle Malghe, minuscoli paesi di pietra disseminati sulle Alpi Liguri, tra i 1000 e 1600 metri. Quando la stagione era propizia i pastori e i contadini, per sfruttare meglio il territorio montano, lasciavano i paesi d’origine e si trasferivano nelle Malghe per ritornare in autunno nei rispettivi paesi. Si è così sviluppata una veri e propria civiltà delle Malghe, una società solidale, in cui il lavoro e la reciproca assistenza erano elemento indispensabile per affrontare le difficoltà del territorio. Anche la struttura urbanistica delle Malghe tende a sottolineare i punti di aggregazione della piccola comunità: la chiesa, l’aia, il forno e il lavatoio comune..
Oggi di quella civiltà resta una piccola comunità di pastori, i minuscoli paesini ad alta quota, la fitta rete di sentieri di transumanza, che univano i paesi alla Malghe, e i percorsi tematici ricchi di testimonianze di cultura popolare, come la Cucina Bianca.
Il libro, edito da grafiche Amadeo, è impreziosito da una prefazione di Carlin Petrini, Presidente internazionale di Slow Food e da foto d’epoca. A condurre l’incontro sarà la curatrice della rassegna Graziella Frasca Gallo della Gazzetta di Loano. L’accompagnamento musicale e canoro sarà affidato al Maestro Roberto Sinito. La presentazione si chiuderà con la degustazione di alcuni piatti della “cucina bianca”.