Davide Pesce, giornalista, nuovo portavoce del Forum Savonese del Terzo Settore. Si chiama terzo settore ma in realtà si dovrebbe chiamare primo settore e mezzo perché si colloca a metà tra Stato e mercato. Il terzo settore sono tutte quelle attività produttive che non rientrano nell’impresa capitalistica tradizionale (perché non generano profitto) né quella delle amministrazioni statali.
La prima definizione di “terzo settore” è comparsa in Europa soltanto a partire dalla metà degli anni settanta e fu usata per la prima volta in un documento in ambito comunitario nel 1978. L’Europa aveva previsto un terzo settore diverso dal sistema economico e sociale di un primo settore (lo Stato) e di un secondo settore (il mercato).
Insomma il terzo settore (o settore non-profit) sono semplicemente dei cittadini.
Sono tutti quei cittadini che hanno deciso di lavorare o di essere volontari in cooperative sociali, nelle associazioni di volontariato o di promozione sociale, nelle società di mutuo soccorso, nelle organizzazioni non governative o fondazioni.
Tutte queste organizzazioni hanno trovato un luogo dove discutere, confrontarsi e progettare il proprio futuro: il Forum del Terzo Settore che nasce in Italia nel 1997 (www.forumterzosettore.it).
In provincia di Savona ci abbiamo pensato tre anni prima e nel 1994 è nata la Consulta savonese del Terzo Settore a carattere comunale che successivamente si è allargata a livello provinciale diventando Forum savonese del Terzo Settore.
Alla presenza di Claudio Basso portavoce del Forum del terzo settore della Liguria, venerdì scorso 28 novembre il consiglio territoriale del Forum del Terzo Settore Savonese, composto da Giacomo Badino, Khaled El Badry, Antonio Garcia, Alberto Gogna, Roberto Grignolo, Alberto Isetta, Adolfo Macchioli, Lorenzo Michelini, Andrea Salice, Ileana Scarrone, Riccardo Viaggi ha eletto all’unanimità Davide Pesce nuovo portavoce.
Davide Pesce ha 44 anni, è giornalista, lavora dal 2001 al Cesavo, il centro savonese di servizi al volontariato (www.cesavo.it) e succede a Ileana Scarrone che ha condotto il Forum negli ultimi 3 anni.
Il IX Censimento Generale dell’Industria, dei Servizi e delle Istituzioni Non Profit (aprile 2014) fotografa un terzo settore in netta crescita: 301.191 organizzazioni, il 28% in più rispetto al 2001, con una crescita del personale impiegato pari a 39,4%. I dati diffusi descrivono un settore non-profit basato sul contributo lavorativo di 4,7 milioni di volontari, ma anche di 681 mila dipendenti, 270 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei.
La Liguria è all’avanguardia: nei prossimi giorni si festeggiano i due anni della legge regionale 42 del 6 dicembre 2012 che individua quali soggetti del Terzo settore:
– le organizzazioni di volontariato
– le associazioni di promozione sociale
– le cooperative sociali
– le imprese sociali diverse dalle cooperative sociali
– le società di mutuo soccorso
Nonché, solo se con prevalente finalità sociale:
– le fondazioni
– gli istituiti di patronato
– gli enti e gli organismi facenti capo alle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato patti, accordi o intese
Tra le innovazioni introdotte dalla legge regionale 42/2012, vi è proprio il riconoscimento, da parte di Regione Liguria, di un soggetto che rappresenti tutti i soggetti iscritti nelle singole sezioni del Registro regionale del Terzo Settore: il Forum regionale con le sue appendici provinciali.
Per questo motivo l’assemblea, il consiglio territoriale e il portavoce del Forum savonese accettano la sfida della nuova legge regionale che rende il terzo settore protagonista delle scelte politiche ed amministrative della Regione, grazie ad una condivisione e partecipazione diretta dei suoi aderenti e quindi di tutti i cittadini.
“Vorrei puntare sull’Europa e sull’impresa“, chiediamo all’assessore regionale Lorena Rambaudi maggior attenzione ai fondi europei destinati alla Liguria che posso essere messi a disposizione del terzo settore; occorre più formazione per il terzo settore, chiediamo da parte della Regione un impegno in questo senso per poter competere (e vincere) con le altre regioni europee perché la Liguria non vuole chiedere soldi a Bruxelles ma può offrire progetti innovativi, buone prassi ed esperienza certificata. Dall’esperienza europea invece dobbiamo “copiare” la collaborazione positiva tra aziende e non-profit nello sviluppo di progetti sociali, la possibilità di fare un’esperienza di lavoro nel volontariato per poi riprendere il proprio lavoro, la mobilità dei lavoratori e degli studenti”.