Non trascorre giorno senza compleanni e onomastici. E’ l’occasione buona per fare gli auguri ai propri cari: il coniuge, i genitori, i figli, i parenti, gli amici e i conoscenti. Spesso succede che, presi dai tanti problemi della vita (in fase crescente ai nostri giorni!), non si guarda il calendario che normalmente è appeso alla parete o posto su una scrivania, un mobile della cucina o della sala da pranzo. Nulla di grave (per modo di dire!), però quale probabile delusione per chi si aspettava che – incontrando un parente, un amico o conoscente – gli facesse gli auguri. Viceversa: una grande gioia!
Ritenendo cosa utile agevolare chi naviga in internet e i sempre più numerosi lettori di www.trucioli.it continua la rubrica settimanale, con la trascrizione – per ogni nome – di testi inseriti nel Martirologio Romano e/o nel sito Santi e beati e/o Avvenire.
Settimana dal 11 dicembre al 17 dicembre 2014
Giovedì 11 dicembre
onomastico di DAMASIO
Venerdì 12 dicembre onomastico
di VALERICO
Sabato 13 dicembre onomastico
di LUCIA
Domenica 14 dicembre onomastico
di GIOVANNI DELLA CROCE
Lunedì 15 dicembre
di VIRGINIA CENTURIONE BRACELLI
Martedì 16 dicembre onomastico
di SIRO
Mercoledì 17 dicembre onomastico
di OLIMPIA
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In questa settimana si festeggiano i compleanni di:
Giovedì 11 dicembre
Giuseppe Basso – Consigliere comunale di Vendone – Eletto il 25/05/2014.
Venerdì 12 dicembre
Geom. Fabrizio Lena – Consigliere comunale di Finale Ligure – eletto il 25/05/2014.
Filippo Scola – Consigliere comunale di Andora – eletto il 25/05/2014.
Sabato 13 dicembre
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Domenica 14 dicembre
Rag. Patrizia Lanfredi – Assessore Comune di Andora – Eletta il 25/05/2014.
Roberto Briano – Vice Sindaco Comune di Altare – Eletto il 06/05/2012.
Lunedì 15 dicembre
Roberto Trunzo – Consigliere comunale di Nasino. Eletto il 25/05/2014.
Martedì 16 dicembre
Franco Rovere – Consigliere comunale di Bergeggi. Eletto il 25/05/2014.
Fausto Vignola – Consigliere comunale di Ortovero. Eletto il 25/05/2014.
Mercoledì 17 dicembre
Giovanni Accame – Consigliere comunale di Arnasco. Eletto il 25/05/2014.
Rag. Giovanni Battista Cepollina – Consigliere comunale di Loano. Eletto il 15/05/2011.
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In questa settimana si festeggiano gli onomastici di:
Giovedì 11 dicembre ricorre l’onomastico di DAMASO – martire
(Papa dal 01/10/366 al 11/12/384)
Spagnolo di origine, ma probabilmente nato a Roma, Damaso divenne papa nel 366, dopo la pace costantiniana. Si adoperò affinchè le catacombe non cadessero in rovina e non fosse perduta la memoria dei martiri. Man mano che ne rintracciava le tombe, le ornava di poetiche epigrafi di sua composizione.
Ma non fu solo archeologo e letterato, Agì con fermezza di fronte al rappresentante del potere civile, l’imperatore, e commissionò a san Girolamo la traduzione in latino della Bibbia. Morì nel 384. (Santi e Beati)
San Damaso I, papa, che, nelle difficoltà dei suoi tempi, convocò molti sinodi per difendere la fede nicena contro gli scismi e le eresie, incaricò san Giordano di tradurre in latino i libri sacri e onorò i sepolcri dei martiri adornandoli di versi. (Martirologio Romano)
Venerdì 12 dicembre ricorre l’onomastico di VALERICO – abate
Nel santuario della Consolata di Torino sono venerate le reliquie dell’Abate S. Valerico, proclamato Compatrono della Città durante l’epidemia di peste del 1598. Dal “Chronicom Novaliciense” (scritto da un monaco anonimo nel 1060 circa, ora conservato nell’Archivio di Stato di Torino) apprendiamo che le sue spoglie furono portate in città nel 906 dai Benedettini, i quali, fuggiti dalla Novalesa a causa delle scorribande saracene, trovarono rifugio nell’Abbazia di S. Andrea (oggi è il noto santuario Mariano). Valerico nacque nel 565 nell’Auvergne, una regione montuosa del
centro della Francia. La sua era una famiglia di umili pastori che non aveva certo il denaro per farlo studiare. Il nostro pastorello però si impegnò. Era un modello di umiltà, bontà, mitezza, candore di vita. Per un assurdo controsenso questi doni fecero sì che per tutta la vita dovesse poi trasferirsi da un’abbazia ad un altra perchè, giunto in un luogo, diffondendosi la fama della sua santità, era compromessa la tranquillità sua e dei confratelli. Testimoniò sempre il Vangelo andando incontro a coloro che ancora non conoscevano Gesù. Operò molte conversioni, risvegliò la fede sopita nei villaggi in cui predicava , tanto che si metteva poi mano alla costruzione di edifici sacri o alla ristrutturazione di quelli in abbandono.
Vaerico consumò tutta la propria esistenza al servizio della Chiesa con gli occhi rivolti sempre all’Altissimo. Una settimana prima di morire indicò ai fratelli il luogo in cui voleva che la nuda terra accogliesse il proprio stanco corpo mortale: sotto la quercia in cui amava maggiormente colloquiare con Dio. La chiamata venne il 12 dicembre 622, aveva 57 anni. Nel 906 i monaci Benedettini, che più di un secolo prima si erano fermati alla Novalesa e vi avevano fondato un’abbazia celebre, furono sloggiati dalla notizia paurosa che gli avidi cavalieri di Allah arrivavano, salendo verso il Moncenisio dalla parte della Francia. La maggior parte dei monaci abbandonò l’abbazia con l’abate Donniverto e si trasferì a Torino nell’abbazia di sant’Andrea (oggi è il noto santuario mariano della Consolata), portandovi la reliquia del corpo di San Valerico. Nella capitale subalpina il culto sarà costante per raggiungere l’apicxe nel 1598 allorquando fu eletto compatrono della città contro le pestilenze: memorabile la processione con le reliquie per le vie cittadine e tra i lazzaretti che accoglievano i contagiati. Proprio il 12 dicembre di quell’anno papa Clemente VIII approvò il culto. Il suo patrocinio fu invocato contro la peste nel 1599, nel 1629 e nel 1657, assieme a san Rocco. Le reliquie si trovano alla Consolata nella cappella a lui dedicata. Sopra vi è un quadro con san Valerico e un Angelo che intercedono presso la Consolata. Nella preghiera a san Valerico i fedeli torinesi si rivolgono a lui che li ha protetti nelle passate epidemie e ora invocano una particolare protezione per l’anima, chiedendo: “Dissipa lo spirito di indifferenza e di incredulità che offusca le menti e inaridisce i cuori di tanti nostri fratelli e fai che rifiorisca tra noi quello spirito di fede e di pietà che è l’unico sollievo e conforto nelle sventure e fonte di gaudio per il tempo e per l’eternità”.
(Villaschiari.it)
Sabato 13 dicembre ricorre l’onomastico di LUCIA – vergine
La vergine e martire Lucia è una delle figure più care alla devozione cristiana. Come ricorda il Messale Romano è una delle sette donne menzionate nel Canone Romano. Vissuta a Siracusa, sarebbe morta martire sotto la persecuzione di Diocleziano (intorno all’anno 304). Gli atti del suo martirio raccontano di torture atroci inflittele dall prefetto Pascasio, che non voleva piegarsi ai segni straordinari che attraverso di lei Dio stava mostrando. Proprio nelle catacombe di Siracusa, le più estese al mondo dopo quelle di Roma, è stata ritrovata un’epigrafe marmorea del IV secolo che è la testimonianza più antica del culto di Lucia. Una devozione diffusasi molto rapidamente: già nel 384 sant’Orso le dedicava una chiesa a Ravenna, papa Onorio I poco dopo un’altra a Roma. Oggi in tutto il mondo si trovano reliquie di Lucia e opere d’arte a lei ispirate. (Avvenire)
Memoria di santa Lucia, vergine e martire, che custodì, finché visse, la lampada accesa per andare incontro allo Sposo e, a Siracusa in Sicilia condotta alla morte per Cristo, meritò di accedere con lui alle nozze del cielo e di possedere la luce che non conosce tramonto. (Martirologio Romano).
Domenica 14 dicembre ricorre l’onomastico di GIOVANNI DELLA CROCE – dottore
Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Alvarez (24 giugno 1542 -14 dicembre 1591, è stato un presbitero e poeta spagnolo, fondatore dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi. I suoi scritti vennero pubblicati per la prima vota nel 1618. Fu beatificato nel 1675, proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1726 e dichiarato dottore della Chiesa da Pio XI nel 1926. La sua memoria è celebrata il 14 dicembre. (Santi e Beati)
Memoria di San Giovanni della Croce, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani e dottore della Chiesa, che, su invito di santa Teresa di Gesù, fu il primo tra i frati ad aggregarsi alla riforma dell’ordine, da lui sostenuta tra innumerevoli fatiche, opere e aspre tribolazioni. Come attestano i suoi scritti, ascese attraverso la notte oscura dell’anima alla montagna di Dio, cercando una vita di interiore nascondimento in cristo e lasciandosi ardere dalla fiamma dell’amore di Dio. A Ubeda in Spagna riposò, infine, nel Signore.
(Martirologio Romano).
Lunedì 15 dicembre ricorrenza di VIRGINIA CENTURIONE BRACELLI – vedova
Figlia del doge di Genova, rimasta vedova a soli 20 anni, spese la sua vita a favore dei bisognosi. Suo motto fu: “Servire Dio nei suoi poveri”. Il suo apostolato fu rivolto in modo particolare agli anziani, donne in difficoltà e malati. L’istituzione cn la quale passò alla storia fu L’Opera di Nostra Signora del rifugio. Gratificata dal Signore con estasi, visioni, locuzioni interiori moriva il 15 dicembre 1651, all’età di 64 anni. Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata a Genova il 22 settembre 1985. (Santi e Beati)
Nella stessa città, santa Virginia Centurione Bracelli, vedova, che, dedita a servire Dio, accorse in molti modi in aiuto dei poveri, sostenne le chiese rurali e istituì e resse le Signore della Misericordia Protettrici dei Poveri. (Martirologio Romano).
Martedì 16 dicembre ricorre l’onomastico di ADELAIDE – Imperatrice
Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all’età di sei anni rimane orfana di padre e nel 947 sposa Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo solo tre anni di matrimonio, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi lei rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli, tra cui il futuro Ottone II. Nel 962 papa Giovanni XII la incorona unitamente a suo marito Ottone I. Dopo la morte di questi esercita la tutela del minorenne Ottone III, suo nipote, reggendo l’impero. Attenta agli ultimi e agli indigenti, Addelaide è in stretti rapporti con il movimento di riforma di Cluny, specialmente con gli abati Maiolo e Odilone, il quale ne compone la < vita >. Costruisce chiese e monasteri, beneficando particolarmente i cenobi di Peterlingen, San salvatore di Pavia e Selz. In quest’ultimo monastero benedettino, da lei fondato presso Strasburgo, Adelaide si ritira fino alla morte nel 999. Presto venerata come santa in Alsazia, viene canonizzata da Urbano II nel 1097. (Avvenire)
(Santi e Beati)
A Selz vicino a Strasburgo in Lotaringia, nell’odierna Francia, sant’Adelaide, imperatrice, che mostrò sobria giocondità verso i familiari, decorosa compostezza con gli estranei, instancabile pietà verso i poveri, munifica generosità nell’onorare le chiese di Dio. (Martirologio Romano)
Mercoledì 17 dicembre ricorrere l’onomastico di OLIMPIA – vedova
Nacque verso il 361 da un’agiata famiglia di Costantinopoli. Divenuta orfana in giovane età, fu affidata per l’educazione a Teodosia, sorella del vescovo di Iconio, sant’Anfilochio. Fin da giovanissima, così, Olimpia fu istruita sulla Sacra Scrittura. Imitando santa Melania, si dedicò alla mortificazione, e pur potendo aspirare ad una brillante posizione nella corte imperiale, se ne allontanò. Nel 384-85 si sposò ma dopo solo venti mesi il marito morì; l’imperatore Teodosio il Grande voleva risposarla con un suo cugino, ma Olimpia rifiutò. Teodosio allora per vincere le sue resistenze le sequestrò tutti i suoi beni, che le vennero restituiti nel 391. Fu così che Olimpia ne approfittò per fondare alcune opere caritative. Il vescovo Nettario (381-397) contrariamente all’usanza, la nominò daconessa, dignità che allora si dava alle vedove di 60 anni. Olimpia fondò in città un monastero le cui religiose appartenevano alle migliori famiglie della città. Al suo arrivo in città come arcivescovo, Giovanni Crisostomo trovò in Olimpia una valida collaboratrice. Ma fu anch’essa vittima della persecuzione contro i “giovanniti” (seguaci di san Giovanni Crisostomo. Fu infatti esiliata a Nicomedia. Morì verso il 408. (Avvenire)
(Santi e Beati)
Santa Olimpia o Olimpiade fu figliuola del conte Seleuco, uno dei principali e più ricchi personaggi dell’Impero. Essendo ancor fanciulla perde il Padre, e rimase erede d’immense ricchezze. Un suo zio per nome Procopio prese cura di lei; e quando fu giunta all’età di 16 anni la maritò a Nebridio giovane d’alto lignaggio, e che già era stato Prefetto di Costantinopoli. Furono queste nozze onorate dalla presenza di molti Vescovi; e S. Gregorio Nazianzeno, che vi fu invitato, per esser incomodato dalla podagra non v’intervenne, ma inviò ai due Sposi un eccellente Poema per istruirli degli obblighi dello stato coniugale. Rimase però Olimpia vedova dopo venti mesi per la morte immatura di Nebridio; e dipoi avendo ricusalo di maritarsi nuovamente con Elpino cugino dell’Imperatore Teodosio, si diede tutta agli esercizi di pietà, e a praticare le più insigni virtù. Si mise sotto la direzione di S. Giovanni Crisostomo, per cui fu spogliata dei beni, ed esiliata. Ricevè ancora per la stessa cagione altri oltraggi che sopportò sempre con ammirabile costanza, sino a che andò a godere la mercede dei suoi meriti in Cielo. (Da S. Giovanni Crisostomo).
(Conmaria.it)
… (Martirologio Romano)
Gilberto Costanza