Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Ceriale, ‘spento’ il Residence Riviera. Dall’ex sindaco all’imprenditore Franco Fresia


Ceriale, il Residence Riviera era sorto negli anni ’70; con il Mary, dei Sciallino, precursore dei primi ‘appartamenti’,  fronte mare, per turisti. All’insegna dell’ottimismo, della speranza, delle buone chance, si distinguevano da chi preferiva investire nel settore immobiliare tradizionale. Il ‘Riviera’ ha chiuso i battenti – cessata attività – con i suoi 12 appartamenti e 76 posti letto. L’immobile, di proprietà della famiglia dell’ex sindaco (1975-’80) Flaminio Bruzzone, è stato acquistato dall’imprenditore Franco Fresia. Destinazione alloggi. Sul lungomare Diaz resistono l’albergo Prandini, i residence Nautilus e Moresco.

Ha chiuso i battenti il residence Rivera sul lungomare di Ceriale, sarà trasformato in alloggi

E’ difficile, per Ceriale, parlare di ‘ brutta notizia’. Difficile trovare ‘belle notizie’. Il  Riviera Residence, per l’economia turistica cittadina degli anni ’70, rappresentava un’iniziativa utile, coraggiosa e promettente. Poco o nulla lasciava presagire che la deriva urbanistica – ambientale avrebbe trasformato la località agricola, ma anche con forti potenzialità turistiche (ospitava il primo campeggio in riva al mare preso d’assalto soprattutto dai tedeschi già negli anni ’50), in un agglomerato disordinato, che ha preso a calci le sue principali risorse. Incapace di resistere alle sirene della speculazione e degli speculatori dal cuore d’oro. Amministrazione pubblica e gran parte delle forze politiche soggiogati da quello che si rivelerà un ‘falso sviluppo’. Mentre gli elettori spesso e volentieri hanno premiato i mediocri se non incapaci.

E’ in questo quadro che gli operatori turistici, uno dopo l’altro, hanno finito per gettare la spugna. Quando il Riviera Residence, realizzato su un ‘fazzoletto’ di verde, aprì i battenti tutto lasciava ipotizzare il buon investimento. C’era la stagione estiva, quella invernale in crescendo. Ceriale, insomma, prometteva bene. L’iniziativa portava il nome di Flaminio Bruzzone, artigiano delle serre in legno destinate agli agricoltori, attività allora fiorente, con magazzino e laboratorio nella zona a mare vicino a rio San Rocco, tra le proprietà di Maineri e Lenzi.

L’artigiano era tra quelli che scommetteva nel futuro turistico di Ceriale. Era tra chi si tirava su le maniche, sudava, in prima linea. Aveva accettato di impegnarsi in ‘politica’, come si suol dire, pur senza essere un militante schierato. Da indipendente si era candidato sindaco (lista Il Campanile), in un periodo in cui la ‘vecchia Dc’ era spaccata, divisa, dunque perdente. Bruzzone si presentò con una schieramento che vedeva insieme democristiani, comunisti,socialisti, liberali, indipendenti. Prevalevano più la caratura delle persone (vedi la presenza del vice sindaco Antonio Sciallino) che l’etichetta. Anche in questo campo precursori del bene comune che dovrebbe animare i governi locali. A Ceriale sarà una delle ultime volte, poi hanno via via prevalso logiche di potere affaristico – clientelare, da autolesionismo visto i risultati.  Ma la responsabilità è dei cittadini elettori, più o meno complici del malgoverno. Tra inerzia e inettitudine, menefreghismo e disinformazione. I galantuomini soccombono, a Ceriale sono perdenti. Mancano coraggio e coesione, prevale il senso di sfiducia, di lotta contro i mulini a vento. I giovani latitano, hanno ricevuto una cattiva scuola di politica amministrativa.

Così Ceriale spegne uno dopo l’altro i suoi ‘simboli’. I cittadini disorientati, i pochi ‘resistenti’ scoraggiati. L’eredità materiale del sindaco Flaminio Bruzzone è passata alla figlia  Daniela. Da esordienti degli anni del boom a ‘case vacanze’, così indica la guida turistica ufficiale della Riviera delle Palme. Negli anni ’60 l’attrezzatura ricettiva era costituita da 3 alberghi (Torelli, Miramare, Zephir), 4 pensioni ( La Gioiosa, Manuela, Maria Teresa, Oberti) 6 locande (Aurelia, Delphis, Ilda, Lanterna,  Scharkiin, Villa Iolanda), 11 i ristoranti – trattorie, 7  bar,  8  campeggi, 11 i stabilimenti balneari. Va da se che gli unici incrementi hanno interessato bar, stabilimenti balneari, le pizzerie. La novità più forte  ha riguardato le attività turistiche – attrattive dell’imprenditore Franco Murialdo con le Caravelle (su area pubblica comunale) ed il Paese di Ciribì, villaggio a 3 stelle.  Non sono mancati altri meritevoli investimenti, citiamo il Moresco, il Nautilus,  Sabrina, Oliveto.

In questo lasso di tempo Ceriale ha visto depotenziata la stagione turistica invernale che dall’esordio di Loano e Bordighera aveva visto l’attrazione di località minori.  La stagione estiva è andata perdendo la tradizionale clientela del centro e nord Europa. Ceriale, tra l’altro, aveva conquistato il primato in Liguria di una comunità olandese con tanto di omonimo villaggio. Dove oggi sorge la ‘Terra del Sole’.  Ceriale che, sotto molto aspetti, poteva considerarsi fortunata, prediletta, all’avanguardia per il suo ambiente marino e verde. Ma è stato un retromarcia totale (grossi centri commerciali esclusi), con la solo industria iperattiva del ‘mattone’ selvaggio, poche le aree scampate alla distruzione. Il benessere che si prometteva a macchia d’olio è precipitato in picchiata. Ha fatto scempio di attività ricettive, commerciali, la globalizzazione (nel sua piccola realtà locale),da rullo compressore, travolgendo turismo, agricoltura, artigianato. Non ci sono soltanto le rovine di attività dissolte, ma decine di terre incolte, abbandonate e siamo nella pianura più estesa e rinomata della Liguria. Qui per anni e ancora oggi, è rimasto inascoltato l’appello – ora tornato di moda a livello nazionale – che lo sviluppo edilizio non deve più strappare un solo metro quadrato di terreno.

Tutto sommato Daniela Bruzzone  ha fatto l’unica scelta che il mercato rende ancora possibile. Alle prese con una struttura che aveva sulle spalle i suoi anni, che l’impresa turistica ha bisogno di rinnovamento e di conseguenza un’adeguata rendita per l’investimento, per far fronte alle spese, alle tasse, alla concorrenza. L’ingresso di un imprenditore locale, affermato e solido, rappresenta una prima garanzia. Non è noto, al momento, se sia possibile nella più che probabile ristrutturazione,  far ricorso al ‘piano casa‘ che, in Liguria, consente un ampliamento del 30 per cento. E si vada incontro ad un ulteriore peso per ampliamento dei vani abitabili, di insediamenti abitativi. I ‘redicence’, inoltre, non sono soggetti  ai vincoli alberghieri. Per il sindaco agricoltore Ennio Fazio un ‘grattacapo’ in meno. Per la storia cittadina il predecessore Bruzzone era uno zio. Altri tempi, altri uomini.

L.C.

Il lungomare Diaz di Ceriale ha perso un’altra struttura ricettiva, restano gli immobili affacciati sul litorale in centro città

L.Corrado

L.Corrado

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