Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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La mostra. Vittorio Fiori, ‘a modo mio’ promuovo Albenga e Bardineto. La sua Liguria…e ‘gli occhiali da funghi’


Vittorio Fiori, nato ad Albenga nel 1904, ultimo di cinque figli, diploma di scuola tecnica superiore a Finale Ligure al collegio Ghisleri (1921), poi corsi all’Accademia Ligustica di Genova, diventato pubblicitario ( Sanremo), fotografo ( Alassio), si è dedicato per anni al restauro. Nel 1936, con la nascita del figlio Gianni (avvocato), inizia i primi disegni. Era un eclettico, personaggio divertentissimo, soprattutto profondo conoscitore dell’arte antica e moderna e non solo di quella… Spesso, il sabato pomeriggio, si trovavano in libreria o davanti ad essa, con lui,  Ernesto Vazio, grande numismatico, il vescovo Alessandro Piazza e Francesco Cotta, ‘u prufessù’. Chiacchieravano in dialetto, di arte, restauri e reperti. Rarissime volte si aggiungeva il buon Nino Lamboglia.  Allora si che Vittorio Fiori dava il meglio di sé, stuzzicando e tirando frecciatine, lazzi all’archeologo per eccellenza. Vedi a fondo pagina fotoservizio  di Silvio Fasano dell’inaugurazione bis e cerimonia piastrella.  

La prima pagina del primo deplian della storia di Bardineto nei primi anni ’60: il dipinto fu affidato a Vittorio Fiori che merita la cittadinanza onoraria alla memoria (archivio trucioli.it)

Non alto, magro, aveva spesso camicia e sopra  “u gibbunettu sensa manighe”, parlantina sciolta e attento a tutto quello che succedeva intorno. Attraversò, con l’adorata moglie Isolina, tutto il novecento, s’informò e provò tutte le nuove correnti e fu attratto molto dalle novità estrose. Le prime foto, i primi film prodotti con il caro Cotta, la creazione della casa di produzione “FI -CO film” furono autentici capolavori fatti con un amore ed un’abilità non comune.
La sua grafica, i suoi cartelloni pubblicitari, le sue idee per promuovere Albenga, sono rimasti cimeli e pietre miliari. Mi ricordo la sua opera “ai giardinetti” dedicato alle anfore e all’Istituto di Studi Liguri, un vero capolavoro.
L”evoluzione della sua grafica spaziò fino alla ricerca dell’essenzialità e lì abbiamo il suo meglio, pochissimi tratti neri su foglio bianco ed ecco sfociare sensazioni, profondità, reconditi pensieri e all’avanguardia con i tempi non solo contemporanei, ma anche futuri.
Un amore profondo lo legò ad Albenga e a Bardineto: quanti paesaggi, scorci insoliti, funghi, funghi spiritosi dipinti con colori tutti suoi, creati da lui, mescolati e composti con la finalità di essere unici e geniali. Ammiro un quadro che ho davanti, suo, donato da Isolina ( che spesso veniva in libreria e scopersi  solo dopo vent’anni che era la consorte di Vittorio!!!!!) a Nini Leonie Milanesi, antesignana delle libraie ingaune, dove i grigi si confondono con l’argento, con l’azzurro, con i tenui riflessi di terre secche.
Quasi mai, non conosco tutta la sua produzione, lo confesso, ma oserei dire mai una figura, un essere vivente anima i suoi paesaggi, le sue vie, i suoi scorci, la sua Liguria con l’ entroterra ricco di sensazioni…
Le figure stanno a sè, vivono una alla volta nei ritratti, nelle persone in posa, negli schizzi dei suoi amori quotidiani, come nei fogli dedicati alla moglie e le seppie dedicate al primogenito Gianni.
Ricordo l’amore che mise per creare cartoline d’Albenga-auguri, con l’uso del linoleum, stampandole poi una ad una cambiando frequentemente colori dando sempre, in questo modo, nuove emotività.
Scrisse su giornali ingauni, commentò fatti e cronache, ma rimase nel cuore degli ingauni non solo per la sua vena artistica, ma tanto tanto per la sua ilarità.
Ora tocca ai testimoni, a chi l’ha conosciuto, alla sua arte, ai suoi quadri, alla sua grafica trovare sempre più spazio nel grande e magico mondo delle Muse.

Gerry Delfino, lunedì 15 settembre, nelle ore de “ciuvee de San Michè

INTERVENTO – RICORDO DEL PROF. GIANNI BALBIS ALL’INAUGURAZIONE BIS IL 5 SETTEMBRE 2014

” Vorrei fare  un breve ricordo personale, anche a nome di quel paese, Bardineto, che Vittorio Fiori ha tanto amato…dove trascorreva molto tempo e dove è nata la figlia Pierangela…Lo ricordiamo  sempre con molto affetto…ricordi di aneddoti di Vittorio bardinetese, sempre disponibile, pronto alle battute, tagliente. Vittorio che  salutava togliendosi il cappello, lui ed il suo sigaro, l’immensa umanità e cordialità….Non si contano  i dipinti dedicati ai funghi, donati ai bardinetesi. Non c’è famiglia di Bardineto che in casa non abbia un quadro di Vittorio.  Disegnava il paesaggio, con strani colori…noi ragazzini  gli ronzavamo intorno e lui non si scomponeva…dipingeva nel prato dove oggi sorge il campo sportivo…sullo sfondo non metteva le montagne di Calizzano, ma il profilo del maestoso Monte Carmo.  E commentava…un pittore non è un fotografo ! Ricordo quando scelse di rivoluzionare l’insegna della storica “Locanda delle Corriere” della famiglia di Nino Manfrino, scritta a rovescio, da sinistra a destra, un’attrazione discussa. (Sul primo depliant di Bardineto, in copertina un suo originalissimo dipinto. Il testo di Secondo Olimpio, i bozzetti di Elvi Maccari,  le foto di Pasquale  Venuti, entrambi di Roma, dove venne dato alle stampe dalla Stec  di piazza Indipendenza 117 B e sulle bancarella dei libri antichi una della rare copie della pubblicazione di 30 pagine  dell’Associazione Turistica è stata venduta alcuni anni fa a 280 € ndr).

Una foto di storia del dopoguerra, unico caso in Italia, ripreso anche dalla Rai, con l’insegna a rovescia della Locanda delle Corriere: un’idea originale dell’artista Vittorio Fiori

Ancora Balbis (nella foto) : “Vittorio era animato da un sottile filo di ironia, lui con quella insegna vedeva  un po’ il paese  al contrario, così come sapeva commentare l’ironia della politica…. Bardineto che viveva la stagione dei funghi con una sorta di isterismo collettivo, di competizione  tra i più fortunati o meno….lui che inventò ‘gli occhiali da funghi’, molto grandi, lenti in cartone nero e con piccolo foro. ..Quello che di Fiori affascinava era l’ umanità,  la perenne ironia, era un autentico saggio di paese.  Ma molto diverso dai vecchi saggi bardinetesi, seriosi e seri, reduci di guerra, gente di fatica e privazioni…Vittorio sempre disponibile, aperto, gioioso, ai noi ragazzi spiegava le cose in modo serio e cordiale…Vorrei concludere con un aneddoto che a Bardineto in tanti ricordano ed ancora raccontano. Una storia un po’ osé. C’era un ‘sempliciotto’ del paese, oggetto di battute e scherzi…è scomparso da qualche anno…questo tizio era stato chiamato da una coppia di villeggianti per lavori in casa, alla fine doveva presentare il conto, ma non era in grado e chiese consiglio a Vittorio che gli preparò  una distinta…una pagina di ‘letteratura’…mi ricordo la parte finale che si concludeva con ritornello a mo’ di barzelletta.  Tra i lavori era scritto ‘lavorazione maniglie camere da letto e rubinetteria cucina‘. Conto così specificato:  ‘lire mille per chiavature, lire 2000 per belinate.” Al termine dell’intervento del prof. Balbis, anche l’incontro con un’altra memoria storica, l’avvocato Cosimo Costa, 87 enne, lucidissimo. L’avv. Costa a Balbis : Lo sai quale era la parte finale di quel conto: “musse e mussette lire 500“.

Tra gli interventi alla cermonia di inaugurazione, Paolo  Vignola, nipote, filosofo a Genova, mamma nata a Bardineto, papà originario di Leca d’Albenga. Il giovane dopo una stringata riflessione ha concluso: “Vorrei lasciare ai suoi quadri…”. Il  neo presidente della Fondazione, Carlo Basso: “Vittorio Fiori e la mostra sono un onore per la città, il manifesto per un rilancio, è importante come accade coinvolgere  la scuola, il mondo dei giovani…da fresco presidente  ho ricevuto gente entusiasta, molti giovani, vogliono fare qualcosa per Albenga, impegnarsi nell’opera di volontariato. Il consiglio di amministrazione della Fondazione,  compreso il collegio sindacale, lavora senza prebende. Abbiamo una importante occasione  per creare cultura, posti di lavoro per i giovani, è doveroso complimentarsi con questa mostra, un’eccellenza”.  Tra gli intervenuti anche il sindaco Giorgio Cangiano,  presente anche l’onorevole del Pd,  avvocato Franco Vazio, la scrittrice storica Patrizia Validisserra e molti albenganesi sensibili ai temi dell’arte e della cultura, alle tradizioni, alle nostre radici. (l.c.)


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G. Delfino

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