Quanti sono, a Loano, i ‘cittadini informati’ ? Quanti leggono La Stampa, Il Secolo XIX, Ivg ? E la folta schiera giovanile dei ‘seguaci’ di Facebook ? Abbiamo qualche documentato dubbio da semplici testimoni di 48 anni di vita pubblica loanese. Primo: non siamo abituati a trattare argomenti che non conosciamo bene. Secondo: la laurea di ‘tuttologo’ spetta di diritto al rag. Angelo Vaccarezza. Analizzando il suo pluriennale percorso di politico e di pubblico amministratore, scelto dagli elettori, parla (e sparla) di tutto e di tutti: dal marketing turismo all’industria, dall’urbanistica all’agricoltura, dalle energie rinnovabili di cui è diventato cultore di pari passo col ‘padrino’ Scajola, in particolare l’eolico (Fera srl ha il monopolio in Liguria sugli impianti e la moglie del politico imperiese era madrina alle inaugurazioni, fonte Secolo XIX del 24 giugno 2014), alla lobby dei bagni marini, dalle attività alberghiere agli artigiani, passando per le agenzie di promozione turistica, formazione lavoro, cultura, spettacoli, discipline sportive, gemellaggi, calcio, consulenze e poltrone varie.
L’elenco è lungo e forse noioso, resta un ottimo vademecum da mestierante della politica della quale i cittadini ‘vanno pazzi‘ e corrono sempre più numerosi alle urne. Anche noi, da vecchi cronisti, vogliamo occuparci dell’operazione Mazzocchi, anche se avremmo preferito che a scrivere fosse un architetto o ingegnere esperti di urbanistica e pianificazione territoriale, oppure un imprenditore magari calvo che di edilizia ed affari immobiliari può insegnare a tutti, a conoscenza delle problematiche di Loano. E leggere una perizia asseverata sul nodo “oneri di urbanizzazione“. Anzi, su questo aspetto sarebbe utile il parere del procuratore della Repubblica che sul tema ‘oneri’ si è più volte espresso.
Invece gli organi di informazione – anche in questo sono cambiati i tempi – passano ciò che il ‘convento offre’. Oddio, opinioni sacrosante, forse di parte e parziali, di modesta levatura socio-economica, tecnica. Non sappiamo se gli ‘illuminati’ di Palazzo Doria si siano rivolti, per un parere, a qualche urbanista e pianificatore di talento. Sull’intervento Mazzocchi – Trexende sarebbe stato utile intervistare, senza filtri, persone come l’architetto Angelo De Francesco; l’imprenditore saggio e ricco di esperienza Alessandro Provaggi, già sindaco di Toirano; l’ immobiliarista- costruttore da una vita Enzo Cappelluto; l’ingegnere memoria storica del loanese Nicolò Elena (già assessore anni ’60 e primi ’70, una volpe- genio); il geometra della coerenza Luigi Trevia. E qualche ex politico di lungo corso, su fronti opposti: gli avvocati Stefano Carrara Sutour e Mario Teresio Rembado. Quest’ultimo, classe 1935, tra i ‘sindaci del’cemento’, delle varianti benedette al piano regolatore, gran signore delle preferenze, da 836 al migliaio.
L’INTERESSE PUBBLICO – Tra gli interrogativi prioritari, l’interesse pubblico di una variante di 8 mila mc, ( 2.500 mq). in una zona di orti incolti, in maggioranza di proprietari loanesi . Nessuno ha cercato di sapere (stupisce la vaghezza giornalistica di un ‘vecchio del mestiere’, Augusto Rembado ) a quando risalgono gli atti di acquisto, i compromessi e si quali basi monetarie. Chi ha investito nell’operazione non sono ‘palazzinari‘ venuti da lontano, con la volpe sotto l’ascella. Nessuno ha descritto gli imprenditori che ‘rischiano’ (?) e mettono in circolo qualche decina di milioni di euro in un momento di prolungata crisi e stagnazione edilizia, con centinaia di immobili invenduti. Anche se Loano è rimasta quasi esclusa e si vede a vista d’occhio dai cantieri in centro ed in periferia. Hanno taciuto per mancanza di spazio il nome del deus ex macchina ufficiale, Silvano Rosso, amministratore delegato della Matrix Srl, sede a Savona in via Boselli 1 / 11. Una intraprendente e seria società di cui ci siamo già occupati in passato come vedremo oltre. E i progettisti fantasmi visto che non meritano citazione dai media ? Gli elaborati tecnici sono firmati dall’arch. Silvia Raselli di Albenga e dal geometra Michele Colasante di Pietra Ligure. (Leggi gli atti relativi….)
Non solo, tra le buone (o cattive notizie, a seconda dei giudizi e degli interessi), i dati ufficiali in possesso de Il Sole 24 Ore del 26 giugno 2014 documentano: “… Da segnalare in Liguria il segno positivo nella compravendita di seconde case (di cui abbiamo tanto bisogno per riqualificare il turismo e creare posti di lavoro per i giovani, in particolare laureati e diplomati ndr) nel secondo semestre 2013 delle province di Savona con un più 4, 2% e di Imperia, più 2,3 %.”
UNA ‘ACCOPPIATA’ SOLIDA E NAVIGATA – Soltanto Il Secolo XIX (ci sono sfuggiti, eventualmente La Stampa e l’autorevolissimo IVG.it), ha indicato genericamente “gli impresari Rosso e Panizza“. Intanto i Rosso sono due fratelli di comprovata solidità ed affidabilità, buon fiuto negli affari immobiliari (ovviamente non manca lo stabilimento balneare), riservati e schivi quanto basta, nel recente passato con interessi nel potente gruppo lombardo-ligure Liguria 17 (maxi operazione a Noli di 140 alloggi che ha visti coinvolti l’ex assessore provinciale di Rifondazione comunista Gianpiero Filippi quale geologo e la famiglia del sindaco Ambrogio Repetto, Pd, quale idraulico). A Loano Liguria 17 ha realizzato il business ex colonia Cisl ‘Centro Vacanze Loano’, di fatto un albergo di 31 camere, 62 posti letto, licenza annuale, una ventina di dipendenti, occupazione di tutto rispetto intorno al 60 %. E solo la forza dei frati di Monte Carmelo è riuscita a mitigare altezze ed impatto ambientale. Manco a dirlo si tratta di seconde case, con qualche residenza fittizia. Progettista il ‘re degli architetti loanesi’ Angelo De Francesco.
I FRATELLI INSEPARABILI – Non è un caso se abbiamo dato vita a trucioli.it, blog settimanale senza annunci pubblicitari e scritto solo da volontari. Non è un mistero, pur senza smentite, querele, citazioni civili – chi ci ha provato ha preferito desistere – che non godiamo di entrature tra la massoneria degli affari, della spartizione delle poltrone in enti pubblici, a danno della meritocrazia; blog assai malvisto dai benpensanti e benestanti di una certa sinistra e di una certa destra. Per il linguaggio di Pannella sarebbero ‘cialtroni’. Molti sono ex democristiani, tra i più beneficiati della greppia degli anni d’oro, da padre in figlio o figlie. Alcuni hanno svolto un ruolo di abili ed accorti imprenditori, immobiliaristi. I Rosso ? L’ultima costruzione, piuttosto contestata da una piccola minoranza, a ridosso della chiesa monumentale di Sant’Agostino, con la società Matrix. L’immobile, in parte, ospitava l’ex laboratorio di analisi del dr. Arturo Germano che era in affitto; è stato consigliere comunale nelle liste Dc, eletto il 26-27 novembre 1972. Raso al suolo l’edificio e ricostruito, i nuovi alloggi sono andati a ruba quando in giro si sbandierava che il mercato immobiliare era paralizzato. Ci sarà pure una ragione di merito, visto che nessuno fa regali. I fratelli Rosso, annoverati nella nomea popolare loanese alla ‘banda bassotti‘, quella che aveva visto al potere uno dei più rissosi e mediocri sindaci dello storia loanese del dopoguerra (Franco Cenere, Dc, da informatore farmaceutico, a dipendente scolastico, a primo cittadino con record di insulti in consiglio comunale, di disastri amministrativi grandi e piccoli, basti pensare all’acquisto dell’auto blu di rappresentanza).
DIETRO LE QUINTE IL TANDEM DEI VACCAREZZA – E’ immaginabile che a Loano si possano mettere in cantiere grandi progetti senza la benedizione – lasciapassare dei Vaccarezza (zio e nipote) ? Sergio Rosso, classe 1951, ragioniere, per tre legislature dal 1978, è stato eletto nel gruppo Dc, con un serbatoio personale di 290 preferenze. Con lui c’erano personaggi ancora oggi di gran peso diretto ed indiretto: l’imprenditore edile Renzo Vaccarezza, classe 1939, che aveva preso il posto del fratello Lino; Bernardino Tassara che fu eletto in rappresentanza dei Coltivatori diretti e ora fa parte dei big del ‘balneari’ in quel di Borghetto dopo aver acquistato da una famiglia (Baldi) che a Loano gestiva un albergo e oggi è in causa col Comune (Tar) per via del palazzo Fresia (ex fabbricata delle scarpe); c’era il prof. Antonio Arecco, studioso di storia locale, ammirevole e colto punto di riferimento de La Gazzetta di Loano, fedele supporter delle giunte che si sono susseguite. Renzo Vaccarezza è il ‘padrino’ , anche elettorale, dell’assessore all’urbanistica, geometra Vittorio Burastero, verzino. Un’amicizia consolidata dai tempi in cui Vaccarezza imprenditore costruiva in quel di Pietra Ligure dove il concittadino Burastero sovrintende anche all’edilizia quale TPO. Ne dovrebbe sapere qualcosa l’ormai benemerito veterano Pino Josi, ex assessore regionale socialista alla Sanità, ex consigliere comunale a Pietra Ligure: proclamò che avrebbe rivoltato come un calzino le pratiche edilizie pietresi, incluso l’immobile Nucera – Nan. Avete mai letto la fine ? Ad un politico di quella stazza, recentemente insignito dal Comune, tutto è permesso. E il cronista ha il dovere di ricordarlo agli smemorati. Non sarà finita a tarallucci e vino ? Solo nella recente competizione elettorale pietrese qualcuno ha ricordato la ‘gestione degli impresari’ del sindaco Luigi De Vincenzi.
Concludiamo con Silvano Rosso, 66 anni, la mente pensante, taciturno, purtroppo allergico ai giornalisti curiosi e rancoroso nei loro confronti. Un mistero perché non prenda carta e penna per esporre, mettere alla finestra le possibili ‘baggianate’. Oppure recarsi da un avvocato e denunciare. In provincia di Savona sono inflazionati, oltre 880 a spartirsi un duro lavoro.
Nella società edile della ‘zona Mazzocchi’ – ripetiamo, non indicata dai media – è entrato Marco Panizza, Gigi per gli amici, da sempre fraterno amico e sostenitore di Luigi Pignocca; i loro padri Osvaldo (Psi) e Franco (Psdi) sono stati spesso su fronti opposti e non sono mancati i confronti aspri, ma di invidiabile spessore (vedi archivio stampa). Marco, contrariamente alla passione di papà tra i politici- amministratori più accorti, intelligenti del comprensorio (è stato consigliere comunale ed assessore provinciale, candidato al Parlamento), non risultava neppure tra gli iscritti al Pdl, come pure le sorelle Angela, primogenita, esperienza in Sud America, Paola e Cristina. Hanno ereditato una piccola fortuna e non si sono mai esposti in prima persona. Il fratello tiene alta la bandiera con l’immobiliare ‘Poeti‘ , iscrizione al ruolo di mediatori n. 2737. L’alleanza con i Rosso è di buon auspicio, averla coronata col successo del voto del consiglio comunale, seppure a maggioranza, conferma che l’unione fa la forza.
L’OPERAZIONE EDILIZIA IN BUROCRATESE – La Stampa di domenica 29 giugno ha riportato, in linguaggio burocratese, per addetti ai lavori, le motivazione che hanno indotto la giunta, in realtà Burastero – Vaccarezza – Pignocca al nuovo strappo al piano regolatore scaduto da tempo, con l’adozione del Puc rinviata a tempi migliori (solo un bambino non conosce le motivazioni che avevamo ampiamente descritto in tempi non sospetti). La giustificazione ufficiale dell’anomalia Mazzocchi: ” L’esistenza di un chiaro interesse pubblico...”, ha riferito Il Secolo XIX. E il sindaco Pignocca: “ L’intervento comporterà la riqualificazione dell’area con la sistemazione della rete fognaria e di parte della viabilità, cosa che permetterà di usufruire meglio del verde e dei posteggi della zona. Inoltre acquisiremo il capannone ex Camuzzi che diventerà sede della polizia municipale (dopo aver decentrato i carabinieri, ecco che per la comodità dei cittadini, si decentrano anche i vigili ndr) e della protezione civile e che potremmo sfruttare come magazzino dei materiali. L’interesse pubblico è evidente”.
Contrariamente agli esperti della minoranza consiliare – quelli che nelle precedenti elezioni hanno regalato sul piatto d’argento la vittoria ai vaccarezziani, con il sostegno del prode Nino Miceli, altro professionista della politica, questa volta a sinistra – non abbiamo capacità ed elementi per confutare questa tesi. Possiamo chiederci se la corretta amministrazione non imporrebbe che gli ‘interessi pubblici‘ avvengano senza forzature e strappi all’italiana, Paese leader nella corruzione e nell’incertezza del diritto. Nella stessa zona, non abbiamo fonti dirette, ma qualche commerciante ci ha riferito che non viene autorizzato il cambio di destinazione d’uso, da artigianale a commerciale, per un altro insediamento. Per non perdere i voti elettorali ? Un esercizio di vendita di prodotti per l’agricoltura ed affini non ha diritto di ‘cittadinanza’? Siamo sicuri che altre varianti (bloccate) siano prive di crismi di ‘interesse pubblico’?
Il comparto dei Mazzocchi, dagli atti ufficiali del Comune, risulta avere un’area complessiva di 6.226 mq. con l’utilizzo di 2587 mq per l’intervento edilizio che prevede tre corpi di fabbrica…. Il comparto delle Trexende prevede la cessione al Comune di aree per 6.514 mq sulla quale si trovano fabbricati a destinazione artigianale – direzionale pari a 1.254 mq. di cui 170 seminterrati, 566 ad uso direzionale al piano terra…Non da ultimo la pratica, nel suo iter, è passata anche al vaglio della Conferenza dei servizi.
LA BRETELLA DEGLI ANNUNCI RIMASTA AL PALO- Le ‘menti pensanti’ di Palazzo Doria e dintorni dovrebbero spiegare, senza arrossire, per quale ragione è finita nel dimenticatoio un’opera vitale, promessa e ripromessa. Si tratta della ‘bretella’ (47 articoli di stampa) che avrebbe collegato la zona di via degli Alpini, passando sotto l’autostrada, con l’area dove sorge l’azienda Bossero. I signori che governano Loano ritengono non sia più un’opera prioritaria ed i soldi dei contribuenti li possono spendere altrove ? Anche su questo fronte avranno chiesto pareri ad urbanisti e pianificatori. Una cosa sembra scontata, in tutti questi anni è difficile sostenere (area portuale esclusa, realizzata da un privato che ha in realtà sottratto i soldi ai risparmiatori ) che Loano pianifichi a dovere e con la saggezza dei nostri antenati il suo futuro. Si sarebbe, prima di tutto, valorizzato il ‘bene ambiente‘, l’industria turistica di qualità il cui primario carburante è madre natura. In abbinamento simbiotico mare – entroterra. Magari alla stragrande maggioranza dei loanesi non interessa, ma ci era rimasta impressa la tesi del popolare Cencin De Francesco, a proposito dello stravolgimento balneare della costa. La sua tesi: violentare il mare, la costa, la natura, col tempo si sarebbero ritorti contro. Non appare per nulla campata in aria, almeno leggendo quanto scrivono, a livello planetario, gli studiosi della materia.
Tra ciò che non abbiamo letto e neppure questo probabilmente interesserà i loanesi, sono le proiezioni tra costi e benefici dell’operazione Mazzocchi. Una stima complessiva dei comparti. Anche in questo caso ci sentiamo impotenti, incapaci. Chi sa tace ed i cronisti si accontentano. Cosa comporta realizzare 42 0 41 alloggi ? In quella zona, euro più euro meno, si vende a 6 mila euro il mq che moltiplicati per 2.500 sono 15 milioni di euro. I box- autorimesse saranno una cinquantina secondo l’assessore Burastero: variano, sempre in zona, tra i 40 e 70 mila euro; in centro città hanno raggiunto gli 80 – 90 mila euro (55 da 13 mq, un posto auto). Da questa operazione dovrebbero derivarne non meno di due milioni di euro. Ci saranno pure alloggi con aree a giardino e relative maggiorazioni. Come sono stati calcolati gli onori derivanti dagli immobili delle Trexende destinati al Comune? Siamo sicuri che sussistano tutti i crismi della legalità nella metodologia seguita nella contrattazione degli oneri di urbanizzazione ? Innanzi tutto può essere contrattato ciò che per legge viene già fissato ? A chi devono essere affidate le valutazioni di equità a tutela dell’interesse pubblico ?
Ignoriamo l’ammontare complessivo degli oneri di urbanizzazione, le opere a scomputo (se non l’indicazione di 750 mila euro per il nuovo tratto di fognatura e scolmatore delle acque bianche). E’ sacrosanto che l’imprenditore che investe e rischia di tasca propria (esclusi gli immobiliaristi che sono baciati dalle linee di credito della banche amiche, a Loano i fortunati non sono mancati) abbia una adeguato tornaconto, un’equa remunerazione sul capitale investito. Non abbiamo fatto parte delle truppe che affiggevano manifesti del tipo : ” Ed ora anche i ricchi devono piangere ! “) Un gruppo imprenditoriale forte e non ricattabile è pur sempre un vanto e un valore aggiunto per una comunità grande o piccola che essa sia. Purché non appartengano ai Greganti – Coop e ai Ligresti boys. Stando alle carte processuali, tenute riservate, la gloriosa cittadella portuale potrebbe riservare qualche sorpresina sul fronte politico.
Luciano Corrado
INTANTO LOANO CONTINUA A CRESCERE
Autorizzazioni paesaggistiche (leggi…)