C’è voluto un decennio per ‘scoprire’ che il Santa Carona è privo, nelle ore notturne, del servizio di emodinamica (cardiologia). C’è odore di elezioni regionali (2015) e le ‘aquile’ vecchie e nuove si avventano sulla preda beneficiando della diffusa sindrome dei ‘senza memoria cronici’. Ad iniziare da autorevoli e popolari organi di stampa. Pare sia andato fuori uso anche l’archivio. Alla voce ‘cardiochirurgia del Santa Corona‘ si riscoprirebbero verità, fatti, misfatti, protagonisti, vittime. Persino le proposte del prof. Dor del Centro cardio-toracico di Montecarlo. E ancora, anni di duello sporco tra ‘potentati’ e protettori del San Paolo e S. Corona. Nel mezzo una gestione molto politica, ‘managerialmente’ viziata, dello staff – vertice dell’Asl 2, emanazione di logiche perverse della stessa Regione Liguria. Dall’ aprile 2007, iniziando a collaborare col blog Trucioli Savonesi abbandonato per Trucioli.it, non abbiamo esitato a porci interrogativi precisi. Ignorati manco a dirlo. Ora la Rai 3 di Stato, terra di spadroneggiamenti dei partiti al potere, ha lanciato la bufera giudiziaria su Asl 2. In 6 sotto accusa tra dirigenti e privati (Albani e C. gruppo Dellepiane) per turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Inquisiti eccellenti. Casus belli, l’ospedale di Albenga dato in gestione ad una società ad hoc, con ripetuti elogi di certa stampa, senza una vera e propria gara di appalto pubblica. E ora si scopre che…. (Leggi la cronaca del Secolo XIX di venerdì 13 giugno 2014)
Non siamo appassionati agli scandali tambureggianti e chiassosi. Anche perché spesso si annullano a vicenda. Anzi diffidiamo per la metodologia, se non fosse che le notizie sono utili all’informazione pubblica, ma anche a chi deve indagare e mettere in atto ‘orecchie’ capaci di ascoltare elementi utili alle indagini. E si perché nel giorno in cui Rai 3 Regione annuncia che si attende l’esito delle indagini della Procura di Torino sul ‘ruolo avuto da tre magistrati liguri nella vicenda Berneschi- Carige‘, la raffica di ‘avvisi di reato’ sul polo privato degli ortopedici fa pure dimenticare un reportage de l’Espresso del 29 settembre 2011. Titolo “La guerra dei doppi ospedali…due centri a 12 chilometri. Con costi che lievitano per pressioni politiche”. Sei pagine, assai documentate. Qualche sottotitolo: “Spesi 50 milioni per un supernosocomio inutile (Albenga). Ma voluto da Scajola e dopo soli tre anni dovrebbe già andare in pensione”. Nel 2011 entra in scena Omnia Medica Group, di Savona, piccolo impero sanitario di Alessio Albani , fisioterapista (vedi articoli scritti su Trucioli Savonesi a tamburo battente), genero dell’assai più potente ed accorto imprenditore di successo, Aldo Dellepiane che, tra le altre cose, in una delle sue fabbriche avrebbe assunto per meriti il figlio del responsabile (allora) delle pagine liguri di un quotidiano nazionale. Pura casualità, manco a dirlo. Si forma un raggruppamento di imprese, con qualche esponente di fede massonica. E non potevano mancare le cooperative. Il Secolo XIX, nell’articolo di Giovanni Ciolina e Mario De Fazio, cita il gruppo GSL di cui fanno parte Omnia Medica appunto, Villa Montallegro del dr. Francesco Berti Riboli, il Cress Cooperarci (famigliare nelle Opere sociali di Savona), la savonese Il Faggio, piccolo colosso con attività ed interessi diffusi, cospicui in provincia e nell’imperiese, con un ex presidente di spicco, Sara Vaggi. Per la cronaca 46 pagine di pubblicità a pagamento in 4 anni sul Decimonono. Dopo l’approvazione del bilancio 2013, con un utile di 5.827 €, Il Faggio ha appena rinnovato i vertici: presidente Sabrina Pastorino, 45 anni, già vice presidente e responsabile area handicap della cooperativa. La Pastorino subentra ad Antonio Bonjean che rimane direttore generale, con la riconferma dell’eminenza Sara Vaggi vice presidente. Dal primo luglio 2011 è anche presidente dell’Ata – vedi articoli di trucioli.it – in quota sindaco commercialista Federico Berruti, Pd e renziano della prima ora.
Nella Gsl, infine, la Enne Srl che appartiene alla famiglia del prof. Nicola Nante e moglie, proprietaria della Casa di Cura San Michele dove negli ultimi anni non sono mancati i colpi di scena. Basti pensare alle dimissione del dr. Mauro Testa, amministratore delegato; è stato giovane sindaco socialista di Albenga, direttore dell’Iacp- Arte provinciale fino alla pensione. Fu coinvolto, arrestato, prosciolto nell’ambito dei rivoli dello scandalo Teardo (1983), poi aderente al Pds, Pd. Dimissioni forzate dalla San Michele – sostituì Testa – pure per un altro personaggio di spicco della provincia, quale il dr. Franco Bellenda, già ai vertici Usl, vice sindaco di Carcare fino al 2013, attuale consigliere comunale.
Il settimanale del Gruppo De Benedetti, comproprietario della Tirreno Power di Vado Ligure, a sua volta società finita in una recente e clamorosa tempesta giudiziaria, aveva scritto: ” Claudio Scajola (finito nelle patrie galere per altri addebiti poco onorevoli ndr) in occasione della prima pietra del Santa Maria di Misericordia disse ‘Qui è stata fatta una scelta intelligente, non ci saranno doppioni, né sprechi di risorse…”. La struttura fu realizzata dal gruppo di Andrea Nucera che finirà al centro di un devastante crack immobiliare in quel di Ceriale e non solo; dallo scorso anno latitante a Dubai. Con lui, oltre alla terza compagna, l’anziana madre – ha abbandonato una tenuta agricola , a Ceriale, beneficiaria negli anni ’80 di sostanziosi contributi regionali a fondo perso – collaborano, negli Emirati, alcuni amici fidati che vanno e vengono dall’Italia come nulla fosse. Indisturbati ?
Leggendo alcuni articoli di giornale si descrisse l’operazione Albenga un ‘miracolo in grado di rilanciare la sanità del ponente, riducendo drasticamente le fughe oltre Regione, creando un polo di altissima specializzazione con eccellenze della sanità‘ (specialisti e chirurghi).
Questa vicenda forse metterà per qualche giorno la sordina ai bailame sulla raccolta di firme, con gazebo improvvisati, dei consiglieri regionale Marco Melgrati (già monarchico, Dc, Lega Nord, Forza Italia, architetto di valore, ex assessore e sindaco di Alassio) capogruppo in Regione e Roberta Gasco Mastella, figlia dell’ex segretario provinciale Dc negli anni di Olimpio-Taviani, ex dipendente di Sabatelli editore, promosso alle pubbliche relazioni dalla Fornicoke di Vado Ligure quando era azienda statale molto generosa con i raccomandati.
Da Pietra Ligure i banchetti per la raccolta di firme si spostano a Loano, Albenga, Borghetto S. Spirito, Alassio, ecc. Una mobilitazione che coinvolge la lista civica ‘dei Pietresi’, i club Forza Silvio. Obiettivo dichiarato: sollecitare la Regione e la dirigenza Asl 2 all’apertura del reparto di emodinamica 24 ore su 24, anziché le attuali 12 ore. In cosa consiste il servizio ? Leggiamo da Wikipedia. L’emodinamica è quella branca della fisiologia cardiovascolare che analizza e studia il comportamento del sangue in movimento nei vasi, permettendo così di ridurre il pericolo dell’instaurarsi di patologie legate alla circolazione sanguigna. Per studiare il flusso del sangue all’interno delle vene si fa uso delle leggi fisiche di governo dei fluidi, ossia della meccanica dei fluidi.Con il termine globale di emodinamica usato in cardiologia, si indicano anche le metodiche di indagine invasive, quali la coronarografia e non invasive quali l’ecocardiografia color Doppler, che consentono uno studio morfologico e funzionale della circolazione cardiaca.
Il coro dei contestatori si è presto allargato. Grandi titoli per la presa di posizione del neo sindaco di Pietra Ligure (amministratore locale di lungo corso) Dario Valeriani: “ Inaccettabile che l’emodinamica del S. Corona sia chiusa di notte, assurdo rinunciare ad un servizio ora che arriva l’estate“. Servizio garantito nella vicina Savona (15 minuti d’auto), ma il San Paolo non è un Dea 2, quindi il nosocomio pietrese avrebbe tutti i diritti. Chi non può essere d’accordo ? per caso qualcuno ha contattato i medici del reparto ? Cosa dicono ? Cosa suggeriscono, tenuto conto che sono loro, assieme al personale infermieristico, a trovarsi in prima linea qualora si estendesse il servizio giorno e notte.
Il prepotente assillo dell’emodinamica è diventato impellente dopo la denuncia, sacrosanta, di una donna di Borghetto S. Spirito colpita nei suoi affetti? E’ vero che in Italia solo dopo una tragedia si corre ai ripari, ma con la sanità cavalcare le speculazioni emozionali non può essere motivo di incoraggiamento e metodo di discussione razionale. Non può esserlo soprattutto da parte di chi, in tutti questi anni, ha vissuto da testimone la ‘cardiochirurgia story‘ della provincia di Savona. E’ documentata da articoli sugli organi di stampa, gli stessi utilizzati dai fomentatori della piazza. Da chi, ad esempio, ha ignorato o è stato incoerente quando l’avvocato Rosavio Bellasio, ex assessore alla sanità ligure, ex amministratore del S. Corona (lasciamo perdere l’infortunio giudiziario da cui ne è uscito pulito), dichiarò al Secolo XIX il 4 gennaio 2012: “ Il direttore generale Neirotti ? Ormai è un esecutore di ordini della Regione, l’autonomia non esiste più, neanche per i direttori sanitari”. Bellasio parlava nella veste di presidente provinciale Udc (proviene dalla sinistra Dc di Forze Nuove) e l’articolo era firmato da Emanuele Rossi, giornalista del Secolo XIX, allora distaccato a Savona, che più di ogni altro ha dimostrato di avere utili informazioni e qualche chicca proprio dalla dirigenza dell’Asl 2.
Il lavoro giornalistico, per come viene svolto oggi, spesso costringe chi scrive a documentarsi poco e soprattutto non incrociare prese di posizione di questo o quel politico, in particolare. Si era arrivati al punto da organizzare affollatissime assemblee cavalcando le barricate, indicando a nemico numero uno proprio Albenga. Poco importa, invece, cosa succede ogni giorno ai pazienti dell’ospedale, più o meno fortunati, ai medici, agli infermieri, alle liste d’attesa, alla soppressione della minerale, ai risparmi beceri. I medici alla fin fine tirano i remi in barca e cercano di coltivare (quando hanno le capacità) i loro studi associati o singoli. E’ qui che si riversa, come avevamo documentato, una fiumana di pazienti. Sono quelli che possono pagarsi l’assistenza privata. C’è chi non ha problemi di bilancio, oppure chi si sacrifica e rinuncia ad altre spese pur di pensare alla salute sua e dei suoi cari.
L’emodinamica notturna al Santa Corona è un falso problema nelle condizioni in cui si trova la nostra sanità. Chi ha sposato questa causa in buona fede merita comprensione, chi spera di ricavarne un vantaggio elettorale per quel che può valere avrà tutto il disprezzo del cronista di strada sulla base di elementi di giudizio che non sono farina del nostro sacco, semmai di chi ogni giorno opera in cardiochirurgia. Nel 2010, il 5 settembre, il corrispondente de La Stampa, Augusto Rembato, a sua volta testimone dei tempi e del Santa Corona, riportava una dichiarazione di Alessandro Garassini allora presidente del Comitato di difesa della salute del Ponente; il titolo era un generico slogan “Bisogna cambiare cultura per migliorare la sanità“. Il contenuto più pregnante e preveggente: “ I nodi verranno al pettine uno dopo l’altro…E’ chiaro a tutti che aver realizzato un nuovo ospedale ad Albenga è stato ed è un inutile sprecos di risorse, cento milioni di euro oltre ai costi di gestione, e che invece era necessario un unico, moderno ed efficiente ospedale per il ponente, anche a servizio di Imperia, il Santa Corona del 21° secolo. La cosa ridicola, anzi tragica, è che praticamente tutti i politici si sono fatti vanto di aver contribuito alla realizzazione di questo scempio sanitario. Ha prevalso la politica miope e campanilista, anche in una materia importante e delicata come la sanità”.
Nel 1971 la scheda del Santa Corona era questa: posti letto 1834, dipendenti 1320, uno ogni 1,4 ammalati, 18 i reparti, 14 i servizi, 4 le consulenze. Nel manifesto elettorale di Nino Miceli del 2010, candidato alle regionali, oggi capogruppo Pd, questi i dati: personale dipendente da 1449 del 2004, a 1437 del 2009; numero reparti di degenza da 29 a 32, posti letto da 493 a 488, di cui 348 ordinari (erano 375), 96 di riabilitazione (77), 31 in day hospital (29), 13 in day surgey (12). Per la cardiologia unico acquisto, l’ecotomografo nel 2009. Anche Miceli parlava di polemiche spesso strumentali e non fondate su alcun dato concreto. C’è chi sostiene di averlo visto discutere animatamente con l’assessore regionale nelle ore in cui esplodeva il ‘caso emodinamica Santa Corona’ il cui reparto è secondo in Liguria per bassa mortalità nella media nazionale dello scompenso cardiaco. E Villa Azzurra di Rapallo, tanto bistrattata dalla sinistra, dove si rivolgono molti pazienti savonesi e liguri, vince in Liguria la graduatoria di bassa mortalità da bypass aortocoronarico, superando di gran lunga il più blasonato San Martino con una percentuale di 1,94 contro i 5,79.
I ciarlatani, almeno per carità cristiana, depongano le armi. Non rubino il mestiere ai medici. I politici, con le dovute eccezioni, hanno ridotto l’Italia a fanalino di coda, senza un futuro per i figli, i nipoti. Lascino spazio ai volti nuovi, al rinnovamento, anche se l’illusionismo è duro a morire.
Luciano Corrado