Dopo Flavio Tosi (trucioli.it aveva riferito il servizio-denuncia di Milena Gabanelli), la già ‘sindachessa’ di Albenga ed il suo staff hanno azzeccato un altro ospite d’eccezione ? E’ Iva Zanicchi, cantante, parlamentare europea di Forza Italia, nota alla generazione dei capelli bianchi di questa provincia. Era domenica, 22 maggio 1977, quando al G. H. Garden Lido di Loano, fece scalpore la prima comunione “da Mille ed una Notte‘ di Rita Fameli. Una ‘promozione’ senza precedenti per la Riviera turistica: 32 prime pagine (quotidiani nazionali), 48 reportage su giornali e settimanali, notizie dai telegiornali Rai. Le televisioni di Berlusconi non erano ancora nate. Tanta notorietà per la presenza di tre divi: oltre alla Zanicchi, Mike Bongiorno e Alighiero Noschese. Si scatenò il finimondo. Papà Antonio Fameli denunciava redditi da poverello, 2 milioni di lire. Il caso finì in Parlamento, scattarono verifica fiscale e inchiesta giuriziaria. Da quel giorno il lavascale calabrese diventato miliardario ( ‘re del mattone’), non ebbe più pace. Fino ai nostri giorni, al punto da affidare le sue memorie, per alcuni aspetti inedite e clamorose, ad un libro in attesa di stampa. Zeppo di fotocopie, interrogatori, assegni, memoriali, confessioni, rivelazioni.
‘Tifa per l’Italia che ami, vota per il partito dei perseguitati dalla giustizia’. Non sappiamo se sia lo slogan di successo per tutti i berlusconiani d’Italia, per chi si nutre di berlusconismo. Impossibile ignorare le province di Imperia e di Savona dove una netta maggioranza di cittadini elettori hanno eletto senatori, parlamentari, sindaci, due presidenti di provincia, consiglieri regionali, provinciali e comunali che avrebbero nel sangue il modello di uno degli uomini più ricchi e potenti del Belpaese. E all’estero deriso, in Patria ‘celebrato’ da statista. Ci sono pure al suo fianco gli alleati leghisti, un tempo acerrimi nemici (i massimi dirigenti). Tra i primi a dare del ‘mafioso e piduista’ a San Berlusconi fu proprio uno dei padri fondatori della Lega Nord, quell’Umberto Bossi che urlò chiaro e forte in uno dei suoi comizi nel savonese. Eravamo nel salone di Palazzo Nervi, in Provincia. E l’allora squadra politica, ora Digos, scegnalò a chi di competenza.
I CAVALLI DI RAZZA – I tempi passano, gli smemorati si diffondono come la gramigna. Oggi abbiamo i fans di Rosy Guanieri, di Eraldo Ciangherotti, di Angelo Vaccarezza. Tre vip del centro destra savonese, con storie e curriculum diversi. Stando agli ultimi pronostici si accingono a conquistare la roccaforte per antonomasia del compianto ‘re rosso’ di Albenga, Angelo Viveri, personaggio che finì per gettare alle ortiche gli insegnamenti di papà Emidio, uomo di grandi virtù. Tra i primi a rendersene conto, anche a sue spese, fu il fratello secondogenito Iggi (leggi…Stefano Pezzini). Lasciava una certa tristezza, da sepolcri imbiancati, quella mezza pagina a pagamento del 30 settembre 2007: Caro Angioletto, i compagni e la Città di Albenga ti ricordano sempre con grande affetto.
Un messaggio ancora più stridente ora che allo scranno di ‘Angioletto‘ aspira Giorgio Cangiano, avvocato, spessore culturale e professionale, candidato non ricattabile. Non era purtroppo così per Viveri junior sindaco. Non perché fosse attratto dall’arricchimento personale, dal malaffare. Semmai dall’ambizione. Tra i suoi pregi un pragmatismo comunistoide, poi i vizi umani e qualche cattiva compagnia. Forse molti dimenticano alcune prese di posizione pubbliche anti Viveri dell’albenganese rosso che più rosso non si può, l’ avvocato Nazzareno Siccardi.
LE STRANE AMICIZIE DI ANGIOLETTO VIVERI – Chi ha dimenticato le traversie giudiziarie di Giovanni Nucera, imprenditore calabrese che fece fortuna nel ponente, tra Andora e Ceriale in particolare? Sponsor e finanziatore di Viveri ?Chi ha dimenticato le traversie immobiliari, in Sardegna, di Angioletto? Chi ha dimenticato i mutui non onorati con alcune banche? I prestiti di Nucera, padre dell’architetto Andrea, dal 2013 latitante a Dubai, lasciandosi alle spalle un mare di guai e un mare di lacrime soprattutto tra i piccoli artigiani e risparmiatori visto che alcune banche non avevano lesinato mutui e linee di credito? Giovanni Nucera, il più votato tra i socialisti di Albenga, negli anni tesoriere della Federazione provinciale del Psi, corso in aiuto del presidente Alberto Teardo quando era in difficoltà, acquistando dalla moglie quattro alloggi a Palo di Sassello. Chi più di un bravo avvocato e galantuomo, quale fu Donato Cangiano, ma anche i colleghi Angelo Luciano Germano e Fausto Mazzitelli, ognuno per motivi professionali diversi, conobbero certe verità ? E con loro il cronista che segue, dal 1967 ai nostri giorni, il tormentato cammino di tante vicende di cronaca giudiziaria ingauna?
CITTA’ ROSSA E DEMOCRISTIANA – ‘Albenga rossa’ o Albenga socialista con l’opaco sindaco Mauro Testa, figlio dell’amatissimo calciatore ed allenatore Luciano. Oppure Albenga democristiana. Si pensi a Bartolomeo Bolla, agricoltore, nato nel 1986 a Stella, paese del più noto Sandro Pertini. Bolla eletto deputato Dc per tre legislature, dal 1952 al ’62, memorabile l’unico intervento in assemblea; mise la firma a 71 progetti di legge. Fu consigliere comunale, presidente Coldiretti, stimato e benvoluto, quinta elementare, morì dimenticato il 27 ottobre 1979. Albenga la prima città d’Italia, con più di 10 mila abitanti, a varare un governo di larghe intese con sindaco comunista (Angioletto Viveri) e vice sindaco, liberale doc, Giovanni Zunino il maggiore imprenditore edile della cittadina. Il ‘caso Albenga’ raggiunse persino il dibattito della seguitissima tribuna politica (Rai uno, in prima serata) condotta da Jader Iacobelli. Uno dei pochi ‘governi del fare’ e delle opere pubbliche di Albenga, pur con qualche palazzo di troppo.
La storia politico- amministrativa della ‘città delle torri, dell’ultimo mezzo secolo, si è intrecciata in un crescendo di clamori e fattacci, spesso da prima pagina. Tra scandali o presunti tali, manette e blitz spettacolari, inchieste, condanne, archiviazioni, prescrizioni. Tra un pretore (Ettore Siniscalchi) che farà carriera ed ammise di aver accolto l’invito ad iscriversi alla massoneria, “presenziando solo un paio di volte”. Con un tessuto politico sempre più disgregato, un affarismo esasperato sull’onda del Bel Paese con il record mondiale dell’evasione fiscale e pare della corruzione ormai elevata a sistema. Non solo, collante e propulsore elettorale. Tralasciamo, invece, il ‘dramma’ della diocesi di Albenga- Imperia di cui si è spesso occupato (non in toni scandalistici) il Secolo XIX nelle pagine nazionali e locali. Ben diverso dagli scandali sessuali che hanno sconvolto la confinante diocesi di Savona- Noli. La conta dei sacerdoti arrestati (con un vescovo inquisito, Dante Lanfranconi, reato prescritto) vede la supremazia del capoluogo, graduatoria mortificante.
CAMPAGNE ELETTORALI ALL’AMERICANA?- La macchina elettorale della signora Rosy Guarnieri non ha precedenti per potenza e dinamismo, almeno nel savonese. Se proprio si vuol tentare un paragone, bisogna tornare al 1967 ad opera di un sindaco specchiato di Loano. Il comm. Felice Elice, da nostromo a ricco fornitore di bordo. Autodidatta. Morto povero. L’antefatto: non volendo sottostare ai diktat della Dc loanese, all’epoca attenta ai fautori dello ‘sviluppo edilizio‘ (coinvolgeva impresari edili, professionisti del settore, la numerosa comunità agricola per via delle aree edificabili), Elice fece una lista civica. Ebbe un successo strepitoso e il tacito consenso di un altro galantuomo potentissimo, Paolo Emilio Taviani , in quel periodo ministro. Elice non portò a termine il secondo mandato. Aveva scelto come vice sindaco l’avvocato Stefano Carrara Sutour (Psiup e successivamente eletto in parlamento). La giunta cadde per quattro voltagabbana e andò al potere un ‘amico dei costruttori’, l’avvocato Mario Rembado che finirà sotto processo, poi scagionato. Peraltro non si è arricchito contrariamente ad altri ‘compari’ di partito o di coalizione.
Ad Albenga la candidata leghista Guarnieri, deposta da sindaco, per quanto è finora emerso, per una congiura poco cristallina e di cui un giorno riveleremo il segreto, può contare su un cavallo di razza quale ha dimostrato essere il dr. Eraldo Ciangherotti. E’ tra i prediletti del vescovo Mario Oliveri e fraterno amico del neo vescovo di Ventimiglia, monsignor Tonino Suetta che da parroco di Borgio Verezzi ospitava in canonica, giorno e notte, il giovane aitante. Ciangherotti una prima donna in terra ingauna, si è distinto per tenacia, slancio concreto verso gli ultimi, un’ammirazione mai nascosta per Silvio Berlusconi, pubblico peccatore. Una zia suora.
ANIMA CANDIDA E RIBELLE – Ciangherotti alla ribalta della cronaca nazionale quando gli organi di informazione rivelarono la sua iniziativa di inviare un pacco di sterco al neo sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, magistrato che fu in prima linea e con le sue indagini favorì pure la caduta del governo del democristiano Romano Prodi. Il personaggio Ciangherotti che può esibire e mettersi in rete ritratto col vescovo Suetta nella sua prima uscita pubblica: abbracciati e sorridenti. Il medico dentista dalle ‘mani pulite‘ capace di portare in dote all’alleata sindachessa i voti della vittoria ?
PROFESSIONISTA DELLA POLITICA – Il terzo ‘cavallo di razza’, dopo le disgrazie del ‘padrino’ Claudio Scajola, appare in difficoltà, disorientato nonostante abbia fatto i calli alle burrasche. E’ il rag. Angelo Vaccarezza, un figlio di papà nato con la camicia, principe delle barzellette: designazione ufficiale di IVG., autorevole, diffuso e dicono indipendente, giornale on line della provincia. Tanto che alcuni candidati sindaci fanno a gara per conquistare spazi elettorali a pagamento. Vaccarezza, il padre era costruttore edile Dc; il figlio ex speaker di Teletrill (sede a Ceriale, poi a Savona) della famiglia, un’esperienza da promotore finanziario, ha sempre campato di politica; un professionista dichiarato al ‘servizio dei cittadini‘. Indiscusso leader della comunicazione: oltre 2.500 foto al suo attivo, con altrettanti articoli. Un superman del presenzialismo, a processioni religiose, inaugurazioni, convegni, dichiarazioni, sito internet personale, amicizie massoniche (obbedienza Piazza del Gesù) e con alcuni seguaci di Beato Escrivá de Balaguer. Vaccarezza beniamino, con il sindaco uscente di Andora, Franco Floris, di costanti comparse alle trasmissioni della provincialpopolare Imperia TV. Vaccarezza, presidente della Provincia, per 27 anni sindaco, assessore, consigliere comunale di maggioranza a Loano, capolista ad Albenga di una Lega che ha spesso sbertucciato. Scontata la sua elezione, potrà sempre aspirare alla nuova Provincia depotenziata, trampolino per uno scranno in Regione, o magari nell’arrampicata al seggio del Parlamento. Non a caso si è scatenata la guerra, neppure sotterranea, con il ‘conte’ architetto Marco Melgrati. Le sue chance sono in netta ascesa dopo aver già collezionato 21 assoluzioni su 22 procedimenti giudiziari. Si aggiunga che Vaccarezza ha rinunciato a ritornare sindaco di Loano, a favore di Roberta Gasco Mastella, mentre Melgrati, capogruppo in Regione, resta candidato vincente a primo cittadino di Alasssio. L’unico concorrente è Monica Zioni, donna forte della giunta di Enzo Canepa sempre più prigioniero dell’inesperienza e del fuoco amico.
A pochi giorni da ‘giudizio universale’ (25 maggio) una spessa coltre di ipocrisia domina una combattutissima campagna elettorale con presumibile record di affluenza alle urne. In palio la conquista del potere ad Albenga, in primis il piano regolatore, edilizia, un ingente business immobiliare dietro l’angolo, ferrovia a monte, area Fruttital – Orsero, insediamenti commerciali, operazione a mare in zona Vadino ed ex caserme. Non manca la grande partita dell’acqua potabile con il ‘barone’ ingegner Camillo Enrile, uomo Rotary, concreto, riservato, senza debiti con le banche.
QUANDO L’OPUS DEI ‘ABITAVA’ NELLA PIANA INGAUNA – Albenga: non ha insegnato nulla il ‘passato’ ? C’è chi sostiene che sia cambiato lo scenario, non le lobby più o meno deviate, al punto che si intravvede nella inflazione di candidati, senza precedenti, una città ripiegata su stessa. Albenga vittima di un passato ‘innominabile’ che non riesce a liberarsi delle deviazioni della malapolitica. Con la vera storia del concittadino Gian Mario Roveraro, miliardario rapito e trucidato da ‘barbari’ per asserite trame oscure, regolamento di conti affidato a balordi criminali. Le stesse nebbie che per anni hanno avvolto la struttura vaticana dell’Opus Dei, di cui Roveraro ha curato gli interessi a livello planetario, in un periodo tormentato. Conosceremo mai la verità ?
Albenga impotente all’avanzare di ‘mani sulla città’, con personaggi manovrati dall’affarismo massonico di bassa lega. All’orizzonte una ‘camera di compensazione’ all’orecchio di burattinai. Un ramificazione di asserite corruzioni, tentacoli di faccendieri, non esclusi uomini dello Stato, in particolare sul fronte fiscale e della lotta all’evasione. Con una procura della Repubblica che ha alzato la guardia, ma siamo lontani dai bersagli, dallo smantellamento, colletti bianchi inclusi.
Non c’entrano gli arresti, le perquisizioni, conseguenti ai ultimi misteri di ‘re Scajola‘ e dintorni. Non c’è bisogno di rivelare o attendere i contenuti di dossier custoditi nella casa di una fedele segretaria (Roberta Sacco) in un paesino della vicina Imperia, per essere informati su quali siano i possibili canovacci. Ci pensano altri a coltivare le mire nella opulenta piana di Albenga, la più dinamica ed estesa della Liguria. Inclusa l’ immediata periferia: Cisano sul Neva, Villanova d’Albenga, Ortovero, Garlenda.
Chissà cosa risponderebbero quei fior di professionisti e imprenditori importanti che tacciono in ossequio al ‘segreto professionale’ e alla riservatezza. E allora, bentornata, a Loano, in questo triste teatrone, l’onorevole Iva Zanicchi ! Mia mamma, donna umile e montanara, era una sua ammiratrice. L’ultima volta, con la Zanicchi, Noschese e Mike (abbiamo cenato poi assieme…) ci siamo incontrati per caso ad una ‘ comunione d’oro‘, 37 anni fa, quasi di questi tempi. Ero un giovane sconosciuto, ‘infiltrato’ con la divisa da cameriere. Ora ‘Loano berlusconiana’ l’aspetta per renderle onore nella storica e più neutrale Piazza Rocca. Applausi.
Noi continueremo sulla strada di piccoli e sconosciuti servitori dell’informazione locale. Non eravamo certo invitati dalla regina di Sovereto, Elisabetta Gregoracci e Flavio Briatore, sabato 14 giugno 2008. C’erano miliardari, potenti del mondo, presenti Iva Zanicchi e Lele Mora. Assieme a Mara Venier, Simona Ventura, Simon Le Bon, i Duran Duran, il finanziere tunisino Tarak Ben Ammar. Il cardinale Paul Poupard officiava il rito e annunciava la benedizione del Papa. Dal castello di Tor Crescenza, alla campagna elettorale di Albenga, alla ‘pia Loano‘ città dei Vaccarezza e dei Fameli.
Luciano Corrado
IL COMUNICATO STAMPA DEL CABNDIDATO SINDACO ROSY GUARNIERI
Dopo la visita del Sindaco di Verona Flavio Tosi, un’altra illustre personalità della scena politica nazionale giunge ad Albenga a sostegno di Rosy Guarnieri Sindaco: Iva Zanicchi, europarlamentare, attrice, cantante e presentatrice, candidata alle elezioni europee nella lista di Forza Italia farà infatti tappa sotto le torri per sostenere il candidato Sindaco del centrodestra e le sue quattro liste (Forza Italia, Lega Nord, Scelgo Albenga, Giovane Albenga).
A partire dalle ore 19.00 Iva Zanicchi ospite speciale dell’incontro tra il candidato Sindaco con il Centro Anziani, in lungocenta Croce Bianca; mercoledì mattina l’europarlamentare, assieme al candidato Sindaco Rosy Guarnieri al gazebo elettorale di Via Nino Bixio, nei pressi del mercato settimanale.
“Siamo lieti e orgogliosi di accogliere nella nostra città la grande Iva Zanicchi. Qui ad Albenga ci sono tantissimi suoi fan, la attendono con ansia…e chissà che, incontrando il ‘nostro’ Gianni Pettenati, candidato consigliere comunale, i due non decidano di regalarci anche qualche canzone”, afferma con soddisfazione Rosy Guarnieri.
Dopo le tappe ingaune, Iva Zanicchi sarà a Loano dove farà visita al gazebo di Piazza Rocca, dalle 11.30 alle 12.30.