Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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I pagliaccetti ‘made in Alassio’


Per la serie di ‘pagliaccetti made in Alassio’. La storiella, non fosse che l’albenganese-alassino Antonio Ricci  giocherebbe in casa e  ha interessi alla luce del sole, merita una puntata di Striscia la notizia, oppure l’intervento dell’ illustre Gabibbo. Questa volta la vittima è un umile giornalista della Baia del Sole.  Il suo nome non ha bisogno di presentazioni: Giò Barbera, coniugato, papà,  che a fine luglio scorso era stato di fatto favorito  in modo becero (non per colpa sua) con un incarico di 5 mesi da addetto stampa del Comune. Ora ‘punito’ senza un perché nel modo più sfacciato, grida vendetta davanti agli uomini e a Dio. Oggi, come allora, la libera stampa tace. Non per disonestà, in Liguria la casta silente e connivente è anche questa. E’ quella di giornalisti pensionati d’oro o d’argento che continuano a collaborare, pagati, in giornali e tivù, di fatto sottraendo lavoro a disoccupati, a giovani magari sfruttati da anni con contratti capestro e da fame.

Il Comune di Alassio, pilotato dal cielo dal rag. Angelo Vaccarezza, già ‘assessore in affitto’ per conto del Comune  al convegno  sulle spiagge, già pubblicista a Tele Trill di Ceriale della famiglia  e che ha voluto la discesa in campo (e l’investitura in stile berlusconiano a sindaco) di Enzo Canepa, imprenditore commerciale,  votato dalla maggioranza degli elettori alassini, ha escogitato una ‘gara pubblica al ribasso‘ per l’assunzione a tempo di un giornalista. Chi è stato scelto nella commissione per la selezione di colui che è incaricato dei rapporti con la stampa per le iniziative comunali di pubblico interesse ? Due degnissime signore e un gentiluomo, due col grado di TPO (titolari di posizione organizzativa), una terza segretaria storica del sindaco, ufficio affari generali,  collaboratrice del compianto e benemerito Nello Aicardi.  Tanto di cappello per la loro competenza specifica (ragioneria, commercio, economato, ecc.), ma zero più zero in materia di giornalismo, a meno che  non abbiano fatto un corso accelerato della ‘scuola vaccarezziana pubbliche relazioni con sede in Provincia’. Dove la titolare di un bar del centro cittadino è stata promossa nello staff presidenziale e non è l’unica, inizialmente con l’incarico di fotografa. Tutti zitti o quasi. Motivo ? Figlia di un noto e stimato avvocato, già vice pretore penale.

Intanto c’è da chiedersi se un professionista, tale è Giò Barbera, alassino, 48 anni, dal 1988 esordio nel mondo della carta stampata, redattore ordinario al Secolo XIX a tempo indeterminato dal 2005 al 2009, dimissionario, debba essere considerato alla stregua della merce, di un servizio commerciale. Immaginate un Comune che si affida per una  causa civile o penale ad un avvocato che vince una gara al maggiore ribasso ? Immaginate un’ Asl che affida i suoi malati a medici che si accontentano del minor prezzo ? Questa è la morte dichiarata della meritocrazia. Qui non c’è in ballo una fornitura di cartoleria dove sono indicati requisiti tecnici. Qui c’è l’ingegno dell’uomo, la preparazione, l’esperienza, il curriculum.

Su quali basi hanno giudicato ed assegnato i voti la dr. Gabriella Gandino, la dr. Rosangela Scola, il dr. Emilio Bonifazio ? Intanto oltre a Barbera  – la mamma maestra alassina era molto attiva ed apprezzata nell’Associazione Vecchia Alassio, il papà che ha superato l’ottantina, è ancora in gran forma – concorreva un altro nome assai conosciuto nell’albenganese  e nel loanese, Christiano Bosco, figlio di un compianto ingegnere socialista di Loano dove ha ricoperto incarichi pubblici. La sua prima esperienza con DVD Magazine, rivista nazionale, quindi con il quotidiano L’Opinione, con la testata on line RagionPolitica.it di don Baget Bozzo, Acta Diurna del gruppo dell’avvocato on. Enrico Nan di Pietra Ligure. Non fu un gran successo, sta di fatto che Bosco è stato chiamato all’ufficio stampa del Comune di Albenga con il sindaco Rosy Guarnieri della quale cura i rapporti con i media per la campagna elettorale.  Terza candidata, classe 1977, Antonella Gonella, cuneese doc (Mondovì), stessa zona d’origine del segretario comunale di Alassio. E’ una professionista preparata, ha avuto contratti a tempo presso enti pubblici e privati della sua zona.

Per motivi di opportunità e praticità (siamo un blog di volontari, senza pubblicità e le spese a carico di ognuno che scrive o scatta fotografie) non abbiamo interpellato nessuno dei tre. Né bussato alla porta di sindaco o assessori, oltre a Canepa, il più interessato è Simone Rossi e il discusso vice sindaco Monica Zioni.

1) E’ vero che nel primo bando l’unico concorrente era Barbera, disoccupato, è stato escluso in quanto tra la documentazione richiesta e presentata, mancava la carta di identità (sic !) ? Attenzione, lo stesso documento era già nella banca dati del Comune in quanto allegato nel precedente incarico.

2) E’ vero che nella gara al ribasso i tre candidati hanno presentato queste richieste: Barbera 1.140 euro, Bosco 1.194, Gonnella 1.200 ?

3) E’ vero che tra i requisiti, oltre a titoli di cultura, ecc. c’era anche l’esperienza e a Bosco, Barbera è stato assegnato il punteggio zero.  Avete capito bene,  ma non quello in condotta o simili, nulle le loro esperienze in un’azienda editoriale come Il Secolo XIX, la prima in Liguria, oppure al Comune di Albenga (Bosco).

4)  E’ vero che al Comune di Alassio è pervenuta, dopo il primo bando con i requisiti al ribasso, una lettera del segretario dell’Associazione Ligure dei Giornalisti, Alessandra Costante – in passato da giovane corrispondente era stata all’ufficio stampa del Comune di Alassio forse durante il mandato del sindaco Melgrati e poi sostituita da Magda Rosso.  Cosa ha risposto il Comune ?

5) E’ vero che nella determina erano indicati giornalisti professionisti e pubblicisti, mentre nella domanda la dichiarazione parlava solo di professionisti?

6) E’ vero che il dirigente TPO, dr. Alfredo Silvestri (turismo, manifestazioni, promozione) ha rifiutato di far parte della commissione perchè è marito di una cugina di Giò Barbera?

Non è mai simpatico invocare l’intervento della Procura della Repubblica o dei carabinieri quando si parla di attività politico-  amministrativa. Un galantuomo, compagno comunista della vecchia guardia, ripeteva: ” I problemi devono essere discussi, affrontati e risolti dagli amministratori, la giustizia se vuole può intervenire senza che noi dobbiamo fare la ‘spia’ “.

Comunque siano andate le cose, la dignità dei giornalisti, il loro codice deontologico, si sono persi nella terra che fu di Giannetto Beniscelli e Mario Fazio. Si rivolterebbero nella tomba. Non abbiamo dubbi, non cambierà nulla. E’ il ‘sistema Paese’.

L. Cor. 

Ps: Se i giornalisti professionisti di Alassio ( Daniele La Corte, Gianluigi Cancelli, Massimo Boero) hanno qualche osservazione da aggiungere ben venga il loro contributo a completezza di informazione.


L.Corrado

L.Corrado

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