Finalmente ci sono riusciti. Non per la processionaria andata in scena alle scuole di Cairo e che la ‘voce di popolo’ sosteneva fosse arrivata a tre nobili pini di piazza Vallerga, nel cuore di Loano. I maestosi alberi sono stati condannati a morte, incolpevoli, a seguito del progetto di sistemazione complessiva della piazza, ideato da un tecnico di Torino per conto del Comune. I pini saranno sostituiti da palme, per uniformare l’estetica complessiva. Il ruolo di ‘becchino’, inizialmente a carico di Palazzo Doria, è stato alla fine demandato al titolare della concessione edilizia. L’immobile ristrutturato – un tempo ospitava la bocciofila – ‘arricchisce’ Loano di nuove seconde case, con un metratura minima di 60 mq, altre sono più spaziose, al piano stradale 4-5 locali per negozi, box interrati.
Il cantiere edile di proprietà della famiglia Del Balzo (titolari di Villa Lina, del cinema Loanese e di uno stabilimento balneare, il capostipite, Pippo U Scola, laborioso galantuomo, è deceduto a fine dicembre, mitico perchè nonostante gli anni ha sempre guidato la gloriosa Vespa, il figlio Tomaso è persona benvoluta ) era rimasto bloccato da qualche anno. Ora lo sblocco e in dirittura d’arrivo il fine lavori. Una sistemazione decorosa dell’area, con il completamento del sistema di rotatorie. Le strutture, per chi segue alcune trasmissioni televisive nazionali, finite nel mirino del critico d’arte ed ex sottosegretario di un governo Berlusconi, Vittorio Sgarbi. Lui le definisce: “Vergogne nazionali, soldi sprecati e che non serviranno a snellire la viabilità”. A Loano le rotonde: una a ponente, tre in centro, una a levante, hanno reso più fluido il traffico in situazione normale, mentre creano tappi quando il transito di veicoli, motoveicoli e pedoni, si fa più intenso da monte-mare e viceversa. E questo accade nei fine settimana, in presenza del mercato settimanale, negli week – end affollati da mordi e fuggi. Le rotonde, sostiene Sgarbi, hanno sostituito i semafori, fatto risparmiare soldi di energia, manutenzione, costi, ma aggravato il sistema viabilità e l’estetica. Ai semafori occorreva spesso la presenza di vigili per regolare i flussi orari, oggi le divise sono quasi scomparse. Percorrere l’Aurelia a ponente e levante, e non solo a Loano (vedi il clamoroso caso di Pietra Ligure, Borghetto, altre capitali di seconde case e dell’ingolfamento urbano sistematico), impone il passo d’uomo. Inutile lamentarsi, è il frutto delle scelte politiche e della cultura popolare dominante da decenni. Brontoloni, ma felici.
Sta di fatto che l’abbattimento degli ultimi due pini sopravvissuti di piazza Vallerga non potrà essere motivo di nuove polemiche. Intanto perchè tutto pare sia avvenuto alla luce del sole, con lungo e laborioso iter tra Comune e privato. Non solo, passato al vaglio degli uffici competenti, dell’assessore all’urbanistica, alla viabilità, della giunta e del consiglio comunale. Non a caso non si sono levate voci dei neo comitati cittadini per la difesa del territorio. Chi tace acconsente.
Ma è vero – voce curiosa – che un pino era sistemato proprio davanti all’ingresso dei box? Intanto l’accesso ai garage è stato spostato, pare, su esplicita richiesta del competente ufficio tecnico comunale. E’ esatto che l’attuale uscita avrebbe impattato con il pino, ma il Comune ha fatto questa scelta per la sistemazione dell’area e messa a dimora di 4 palme. Poi c’è una convenzione, l’amministrazione comunale ha ottenuto che tutti i lavori di sistemazione siano a carico del privato costruttore, sia a scomputo degli oneri di urbanizzazione, sia accollandosi direttamente la restante parte. Insomma il Comune di Loano dimostrerebbe così di essere attento e scrupoloso esecutore della tutela degli interessi collettivi. Per scelta della politica vincente del centro destra, si continuano a creare nuove unità abitative, moltiplicare i vani in aree già sature. Ma la scienza infusa degli urbanisti e dei politici eletti a governare, si può criticare. Anzi, proprio a Loano, per formare le future coscienze a rispettare l’ambiente, il verde, gli orti, le amministrazioni Cenere, Vaccarezza e Pignocca, hanno organizzato, con le scuole, la ‘festa dell’albero’. Ad ogni alunno viene fatto l’omaggio di un alberello e si parla di ‘adotta un albero’. Poichè è risaputo che le famiglie di Loano possiedono in stragrande maggioranza un orto, tutelati ed incentivati, dal centro alla periferia, come si conviene ad una società matura e previdente, progressista, rispettosa del Creato – tema caro a Papa Francesco – , ecco che i bambini felici e contenti possono trasformarsi in piccoli agricoltori e far crescere nel giardino di casa l’alberello. Per la gioia di tutti. C’è da piangere! (vedi a fondo pagina come era la piazza con gli alberi, grazie al cittadino loanese che ha collaborato all’informazione inviandoci queste foto).
L’EDUCAZIONE AMBIENTALE HA QUALCHE FALLA NELLE BUCHE
La settimana scorsa uno dei pochi cittadini che solitamente ci segnala le ‘chicche’ di Loano, ha fotografato il marciapiede che si trova davanti all’Istituto San Giovanni, nella zona di Borgo Castello, al confine con il ponte sud del Nimbalto. Ebbene, a suo dire, da due anni, si è creato un pericoloso avvallamento – all’incirca 20 centimetri per un metro di diametro – della pavimentazione e quella mattina ha assistito alla caduta, per fortuna senza conseguenze, di un signore della terza età. Tra l’altro, proprio mentre dal San Giovanni usciva presumibilmente un medico – così definito per la classica borsa da lavoro in mano – che però non si è occupato delle ‘lamentele’ del malcapitato, ha tirato dritto e fortunatamente tutto si è risolto bene. Chissà se la Città dello Sport, del teatro, della manifestazioni, dei concerti, della giornata aerea, si ricorderà che lasciare due anni un marciapiede in quella condizioni è un delitto. Va bene che l’assicurazione del Comune paga e le cause si contano. Se il buon cuore dei loanesi lo consente, provvedere subito sarebbe una buona e utile azione. Basterebbe chiederlo agli amici diligenti e generosi delle Cappe Turchine.
SE GIOVANNI DIVENTA IL SIMBOLO DELLA FAME
Non passa giorno senza incontrare il nostro concittadino, conosciuto per Giovanni: cerca ‘alimentari’ e affini nei bidoni dell’immondizia tra la Via Aurelia e le zone immediatamente a monte. E’ munito di bastone con uncino e di una borsa di plastica. Si sposta solitamente in bicicletta. E’ una persona che si nota per la sua barba, docile, si addormenta sulle panchine, ogni tanto è vittima di qualche piccolo infortunio, forse quando alza il gomito. Il nostro Giovanni ‘fa bella mostra’ in qualsiasi giorno della settimana. A Pasqua come a Natale o Ferragosto.Ora sorge spontaneo un quesito: lui non chiede l’elemosina, il servizio di assistenza sociale del Comune non si è mai accorto della sua presenza? I vigili urbani non l’hanno mai notato mentre si adopera per recuperare qualcosa nei bidoni, sulle strade e sulle piazze? In centro, non in periferia. Risiede per caso a Borghetto S. Spirito?
GRAZIE DR. GIANFELICE ROCCA, MA A LOANO IL VENTO DEL CAMBIAMENTO E’ SCONOSCIUTO
Chi ha avuto la fortuna di assistere a Otto e Mezzo su La 7 – seguitissima trasmissione in prima serata condotta dalla giornalista ed ex europarlamentare Alto Altesina, Lilli Gruber -, ha seguito l’intervista a Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, ai vertici della multinazionale Tecnint, quotata in borsa attraverso la consociata Tenaris, oltre 60 mila dipendenti sparsi nel mondo. I Rocca sono originari di Loano – vedi l’omonima piazza -, sono stati munifici benefattori. Un membro della famiglia, Roberto Rocca, fu ospite a Loano, con la sorella, dell’hotel Garden Lido, nell’epoca in cui l’azienda era diretta dal giovane direttore Alessandro Corrado. Roberto, nel frattempo mancato, era stato invitato da un gruppo di amici che faceva capo a Gian Riccardo Ferrari (u Cabàn), fu festeggiato come meritava, ebbe modo di conoscere alcune realtà della città, dei suoi antenati che emigrarono in Argentina dove hanno creato una posizione importante nell’ambiente industriale. Roberto Rocca, a Milano, operava presso la Consar (Consorcio Industrial Argentino) in via Monte Rosa 93 e aveva lasciato il recapito telefonico personale. “ Quando avete bisogno o posso essere utile, cercatemi…ci rivedremo ancora, grazie per la squisita accoglienza ed ospitalità, complimenti ad Alessandro, a Riccardo….”. Sono trascorsi tre lustri. Vedere in televisione un personaggio della caratura di Gianfelice Rocca inorgoglisce quanti non vogliono rinunciare alla radice storiche, famigliari. L’imprenditore ha espresso parole di fiducia verso la politica di riforme avviata dal giovane presidente del consiglio Matteo Ranzi. Ha lasciato intendere la soddisfazione per “Il vento di cambiamento che sta attraversando l’Italia”.
Speriamo di non deluderlo, ma il panorama del nostro ponente ligure, della provincia di Savona e di Imperia, quelle che conosciamo per ‘dovere di informazione’ non sembra sia coinvolgente. A Loano, per ora, il ‘benefico vento’ stenta a varcare i confini. La città, al di là della propaganda interessata, avrebbe bisogno di una cura e di un’amministrazione da “Rocca imprenditori e un tempo pionieri”. Tra l’altro, mentre anche a Loano c’è un consistente partito “antieuro”, abbiamo ascoltato le parole- monito di Gianfelice Rocca: “Uscire dall’euro sarebbe un autentico disastro, penalizzerebbe soprattutto le classi socialmente più deboli.” E tra le tante aziende in crisi, la provincia di Savona non sfugge…. Ancora Rocca in tv: “Bisogna cambiare sistema, i problemi delle aziende non bisogna affrontarli quando sono in infermeria, occorre prevenire e prevedere… E’ utile la concertazione col sindacato, in particolare quella aziendale”. E un consiglio alla partitocrazia e a chi riveste ruoli pubblici di responsabilità: “ Non vendiamo illusioni ai giovani, sono già stati fatti danni gravissimi al Paese, siamo soffocati da chi guarda solo al proprio ombelico”. Grazie dr. Gianfelice Rocca, speriamo che il messaggio, almeno ai ‘suoi loanesi’, dia qualche risultato pratico e concreto.
L. Cor.
LE FOTO DI LOANO DI PIAZZA VALLERGA CON I PINI RECISI PER VOLERE DEL COMUNE