Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Il codirosso spazzacamino e la morte di Marietto


L’inverno era rigido, ma si sa, nei paesi i bambini sono abituati alle giornate fredde, con la neve, per cui non vi era nulla di strano se Marietto andava a giocare nell’orto che si trovava proprio dietro casa sua. L’orto si sviluppava in lunghezza e al  termine, sul lato sud, si trovava il pollaio e una provvisoria costruzione il legno che ospitava i conigli.

Marietto aveva sei anni e già si rendeva partecipe con piccoli lavori all’allevamento degli animali da cortile, ai quali, giornalmente, faceva visita .Un giorno, muovendosi a fatica nella neve, con il secchiello colmo di mangimi e granaglie per le sue bestiole, fu sorpreso dal volo di un piccolo uccello che gli passò vicinissimo al naso e si posò poco distante  su un ramo basso di un alberello di pesco.

Marietto si fermò ad osservare l’uccelletto che, per niente spaventato, si scrollava le piume e accuratamente passava ad una ad una quelle delle ali nel piccolo becco. Il bimbo osservava attentamente i colori belli dell’animale. La coda, che muoveva con un curioso movimento dall’alto in basso, era rosso mattone. Le ali erano  grigio cenere con due vistose macchie bianche su ogni lato. Verso il capo il grigio diventava nero, scendendo un po’ sotto il piccolo becco per ridiventare grigio sempre più chiaro. Gli occhi erano grandi, come quelli dei pettirossi e sembrava che guardassero il bambino con espressione interrogativa. Marietto non lo sapeva, ma quella testolina così nera aveva decretato il suo nome: codirosso spazzacamino.
Ciao “- disse il bimbo  e allungò una mano nel tentativo di toccarlo, ma l’uccelletto si spostò su un altro ramo a poca distanza. “Perché non ti lasci toccare? Vieni ti do da mangiare !” Il codirosso piegò la testa da un lato. L’occhio spalancato dava a quel gesto una curiosa espressione, come se avesse perfettamente capito le parole appena udite.  “Ci vediamo domani” disse Marietto e proseguì nei suoi compiti.

Nei giorni successivi, l’incontro con il Codirosso si ripetè puntualmente e Marietto prese l’abitudine di parlare con lui come  fosse un normale amico di giochi. La distanza tra l’uccelletto ed il bimbo si riduceva sempre un pochino di più, tanto da alimentare la speranza che un giorno quel piccolo esserino si sarebbe posato sulla sua mano. La neve si era sciolta  e Marietto incominciò a giocare col suo nuovo amico, spostandosi nelle varie parti dell’orto. In alto, dietro la baracca dei conigli, vi era una vasca assai grande, alta circa un metro e mezzo che serviva da riserva d’acqua per i mesi di siccità estiva. Marietto non si avvicinava mai alla vasca, che sapeva essere un pericolo, ma quel giorno sfortunato, tutto preso dalla scorribande del Codirosso se ne dimenticò  e nel tentativo di toccarlo, perché sembrava ormai vicinissimo, si protese sul bordo della vasca e perse l’equilibrio e vi cadde dentro e morì.

La disperazione si impadronì della mamma di Marietto e lei ogni giorno si recava vicino alla vasca e vi restava lungo tempo con lo sguardo fisso sull’acqua.
La primavera stava spuntando nelle gemme dei mandorli e nei tappeti erbosi che diventavano sempre più verdi. Quel giorno la povera donna si recò come sempre presso la vasca, ma quel che vide la impietrì per qualche istante. Sull’acqua galleggiava un uccelletto con le ali aperte, con due vistose macchie bianche, la testa nera e la coda rossa mattone. La donna finalmente pianse e fu come se sentisse il bacio del suo bimbo sulla sua fronte.

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