Ripubblichiamo – pur avendola inserita sullo scorso numero, in un secondo momento, dopo che l’interessato aveva letto l’articolo- la lettera del geometra Luigi Tezel a proposito dell’articolo titolato: L’imprendibile ‘topo di Alassio’ ha gabbato anche il Secolo XIX. In quel servizio non era citato alcun nome, ma bisogna dare atto del coraggio e della trasparenza che il funzionario comunale di Alassio, già combattivo consigliere comunale di Laigueglia. Tezel vuole chiarire, senza lasciare ombre, la sua posizione in alcune vicende di cui hanno scritto i giornali locali.
Scrivo per smentire categoricamente quanto falsamente asserito nell’articolo del 10 marzo 2014 sul suo sito web che riguarda il fantomatico imprendibile topo all’interno del Comune di Alassio.
Brevemente ecco la verità, carte alla mano con il logo della Procura della Repubblica di Savona.
In data 07 maggio 2012 nell’ambito dell’inchiesta definita dal comunicato stampa dell’Arma dei Carabinieri “foto shop” subivo perquisizione sia di casa che in ufficio per il reato di abuso d’ufficio. In tale contesto non mi venne sequestrato nulla dai Carabinieri del NOE di Genova se non un computer portatile di mia proprietà detenuto a casa mia.
Dopo circa un mese sono stato convocato in caserma ad Alassio insieme al mio avvocato e mi venne notificato un provvedimento di ulteriore sequestro dello stesso computer sempre a cura dei carabinieri del Noe che avevano a disposizione il computer già da un mese nell’ambito di una nuova indagine della Procura della Repubblica di Genova competente in materia per il reato di detenzione di materiale pedopornografico.
Nei giorni seguenti l’Avv. Lamberti mio difensore ha inviato al Direttore del Secolo XIX una doverosa smentita a due articoli apparsi sul quotidiano in modo distorto e gridato con locandine infamanti e titoli suggestivi.
In tale contesto sono emersi elementi inquietanti circa le fonti di notizie sulla mia posizione giudiziaria che sono tutt’ora al vaglio della Procura della Repubblica di Savona.
Quindi, non corrisponde al vero che la polizia postale abbia sequestrato il computer dell’Ufficio che per mio volere ho chiesto venisse detenuto nello stato in cui l’ho lasciato il 22 aprile 2012, mio ultimo giorno di lavoro per ferie, dai colleghi dell’Ufficio Informatica a disposizione della magistratura, così come ho messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria il mio computer fisso di casa, che però non sono stati sequestrati ne visionati dalla Polizia Giudiziaria procedente ribadisco i Carabinieri del NOE di Genova e non la Polizia Postale.
Mai avrei potuto dar sfogo a quelli che trucioli.it ritiene vizietti porno web presso il mio ufficio in quanto respingo fermamente di essere interessato a foto pedopornografiche ne a casa ne in ufficio, inoltre il sistema di accesso ad internet dal Comune di Alassio non consente di accedere a siti sessuali perché l’accesso ad internet è limitato da un apposito programma installato sul server del Comune, inoltre nel periodo in cui avrei commesso tali vizietti non ero in Ufficio da solo, ma condividevo l’ufficio con una collega!
Peraltro non sono in attesa di giudizio come asserito nell’articolo perché ad oggi non ho ancora ricevuto da parte della Procura della Repubblica di Genova il provvedimento di conclusione delle indagini.
Vengo al torbido della seconda parte dell’articolo che mi riguarda.
E’ vero che io e il Consigliere Giovanni Regesta abbiamo scritto una lettera a diverse autorità in vista del cambio del Comando alla guida della stazione dei Carabinieri di Laigueglia. Tale lettera era firmata da entrambi in qualità di capigruppo di minoranza e su carta intestata, altro che mail partite dal mio computer dall’ufficio per screditare un altro sott’ufficiale alla guida dalla stazione dei carabinieri. Abbiamo scritto una lettera raccogliendo le indicazione di parte di cittadini di Laigueglia, ciò è un dovere da chi è eletto in Consiglio Comunale. Io ho appreso quasi per caso che entrambi siamo stati querelati dal sott’ufficiale che si è sentito sminuito. Detta querela ad oggi non ha portato, dopo cinque anni, ad alcun provvedimento della Magistratura, nemmeno un avviso di garanzia ci è stato notificato!. Allego la lettera perché spero che venga pubblicata affinchè i lettori si formino un proprio punto di vista se essa sia diffamatoria nei confronti di qualcuno.
Peraltro l’amico e collega di Consiglio Comunale Giovanni Regesta ha incontrato di persona il Comandante della Legione Carabinieri della Liguria per illustrare la lettera inviata alla quale è seguita una nota cordiale dallo Stato Maggiore dei Carabinieri della Liguria.
Quindi smentisco che siano partite dal mio computer lettere anonime verso il sito Uominiliberi anche perché io sia da Consigliere Comunale che da dipendente pubblico utilizzo la posta elettronica dei due enti quindi sarebbe immediatamente emerso il mio nome e cognome e da quale dei due enti avrei inviato la missiva anonima. Penso sia un gioco da frilli per la Polizia Postale e la Magistratura inquirente risalire a me, ma mi dispiace per i denigratori nessun atto giudiziario è stato emesso a riguardo perché “il fatto non sussiste”!!
Inoltre mai ho conosciuto il Sig. Antonio Signorile di persona e credo di averci parlato al massimo una volta per telefono., quindi non ho confidenza tale da giocare alle lettere anonime contro chicchessia. Tantomeno ho rapporti così confidenziali con alcun redattore del Secolo XIX.
Non sono al corrente di quanto dichiarato dal Sig. Antonio Signorile in merito alla mia persona però tant’è che ribadisco nessun atto giudiziario è stato emesso nei miei confronti.
Spiace che notizie personali che esulano dal mio ruolo di dipendente pubblico vengano incastonate quasi ad arte per indicare un modus operandi simile a quello che lei ritiene l’imprendibile anonimo topo del Comune di Alassio.
Insomma per deduzione chi legge l’articolo può pensare che io sia un pregiudicato avvezzo ad infangare qua e la altre persone con metodi anonimi. Io ciò che scrivo lo firmo sempre!. Comprendo la voglia giustizialista che anima l’articolo e la maggior parte dei lettori però ad oggi sono una persona incensurata che ha subito solo sulla base di un avviso di garanzia un trasferimento d’ufficio, la revoca della titolarità della posizione organizzativa con un taglio di 10.000 euro lordi l’anno di stipendio caso unico nella storia del Comune di Alassio. Sono stato demansionato senza una condanna!
Non accetto di essere accostato a topi o corvi vari perché non ho alcuna intenzione nè vedo la necessità di screditare colleghi o il Comune di Alassio. Dopo 15 anni di servizio mai sono stato promosso o ottenuto indennità o incarichi all’interno dell’Ente senza prima aver superato appositi concorsi o selezioni interne dove hanno partecipato come giusto anche altri colleghi. Nei miei rapporti con amministratori (ben 5 amministrazioni) e con i cittadini sono mai venuto meno al mio dovere, ciò è dimostrato dalle valutazioni cui sono stato sottoposto dai dirigenti che negli anni si sono susseguiti alla guida del Settore Tecnico e dal non aver mai ricevuto provvedimenti disciplinari.
Gli avvisi di garanzia mi hanno imposto secondo la mia morale di non candidarmi più a nessuna carica politica fino a che la mia situazione giudiziaria non sia definita, dimostrazione che non serve una legge per ritenere inopportuna una candidatura. Dal giorno che ho ricevuto l’avviso di garanzia per abuso d’ufficio e poi per detenzione di materiale pedopornografico non ho più partecipato alle conferenze dei capigruppo, ne ai consigli comunali.
Professionalmente ora non ho ruoli di rilevanza nell’ambito dell’organigramma del Comune di Alassio sono stato incardinato in un Servizio non ritenuto strategico per l’Ente quindi di serie B.
Se sarò condannato per reati contro la pubblica amministrazione in primo grado so già quale provvedimento disciplinare mi spetta cioè il licenziamento senza preavviso.
Per i reati commessi da privato cittadino questi devono rimanere affari miei in caso di condanna farò i conti con la mia coscienza umana di cattolico professante, ma esigo di essere trattato con lo stesso rispetto con cui vengono trattati rapinatori, stupratori, ladri che vengono celati in microscopici articoli con le sole iniziali e senza i caratteri cubitali nelle locandine ciò vale anche per i siti web come Trucioli. Ormai ritengo di non dover nulla alla pubblica opinione poiché sono un semplice dipendente di un Comune senza alcun incarico di rilevanza per l’Ente e per la sfera politica.
Con immutata stima invio cordiali saluti.
Luigi TEZEL