Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Vado Ligure, un addio che non fa notizia. Rosa Griffo ultima proprietaria dei terreni dove sorge la centrale. Erano i più ricchi


E’ stata l’ultima proprietaria, del ‘casato Griffo’, di aree dove è sorta (1971) gran parte della centrale Enel. Rosa Griffo, nata a Vado Ligure, se n’era andata nel più assoluto silenzio il 28 gennaio dello scorso anno. Ha concluso la sua esistenza terrena con la riservatezza che l’aveva sempre contraddistinta, ad Alassio, in un alloggio di piazza Partigiani. L’unica discendente di una famiglia che a cavallo di due secoli veniva considerata la più facoltosa nella cittadina a maggiore indice di concentrazione (anni ’90) industriale d’Europa. L’ereditiera ha voluto essere sepolta nella cappella del camposanto di Bossarino dove riposano papà Giovanni (Nanni) e mamma Anita Scarone, originaria di borgata Resca di Cadibona (Quiliano). Donna Rosa non ha potuto assistere al clamoroso epilogo che in questi giorni occupa i primi titoli della carta stampata e della televisione nazionale.

Albenga, 1987, Rosa Griffo ed il marito Lazzaro Maria Craviotto, benefattori, alla cerimonia della Croce Bianca di Albenga per la consegna di un Centro Mobile di Rianimazione

Quei terreni – migliaia di mq – li aveva venduti (o svenduti a seconda delle opinioni e di una causa durata un’infinità, seguita per i Griffo da un noto studio legale di Savona ) papà Giovanni , unico erede beneficiato nonostante tre fratelli e una sorella, Rosa che ha sposato un Bosio.  A Savona vivono  i due figli assai conosciuti nel comprensorio. Il dr. Stefano Bosio, definito il decano degli ortopedici savonesi, già primario al San Paolo e Giorgio, ingegnere,  in passato è stato consulente e perito del tribunale.

Per i vadesi è  la zona ‘Ai Griffi’, evidentemente ha preso il plurale e si estende in via Al Piemonte e nella zona dove è sorto lo stadio Chittolina.   Sono state alcune decine le famiglie  di Vado che accettarono la proposta di vendere. C’erano terreni coltivati, in affitto, tanto che alcuni agricoltori  hanno ottenuto l’assunzione dei figli nella centrale Enel. I prodotti di quei campi trovavano acquirenti in Germania, Svizzera, Austria. Meno noto è  un aspetto storico (fine ottocento, primo novecento) di un diverso utilizzo commerciale che scaturiva da alcune zone. Terre da fonderia, materiale destinato alle fornaci, trasformato in mattoni. C’era la casa di famiglia dei Griffo, in origine ospitava pure le stalle per i cavalli. La materia estratta era caricata su carri e trasferita nell’approdo. Qui attraccavano velieri destinati alla vicina costa francese.

C’è chi ricorda che – inizio ’50 – il signor Nanni poteva sfoggiare, oltre all’auto,  cavallo e calessino. Non solo, aveva acquistato le ‘Terre Rosse’ di Ceriale, dopo il matrimonio della figlia con il dr. Lazzaro Maria Craviotto (1916-1991), originario di Arenzano dove è sepolto. Una vita dedicata ai malati, prima direttore del dispensario antitubercolare di Albenga, poi titolare della clinica Salus (sono nati quasi 6 mila savonesi). Fino agli anni ’50 e ’60, dalla stazione ferroviaria di Ceriale, partivano treni merci carichi di terra per rifornire  industrie di mattoni in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Francia. A Ceriale l’azienda dava lavoro ad una quarantina di persone.

In seguito alla vendita della proprietà, i Griffo si trasferirono in uno stabile sulla via Aurelia che i meno giovani  hiamano ‘palazzo Griffo’. La signora Rosa era rimasta affezionata alle sue origini; era stata una studente modello ed aveva conosciuto il futuro sposo perché frequentavano entrambi l’Università di Genova.  Una donna fiera, orgogliosa soprattutto del figlio Stefano, pure lui medico. Ha collaborato col papà nella casa di cura di Viale Martiri della Libertà e dopo la morte del babbo ha cercato di tenere le redini in un contesto, quello ligure, dove alle strutture private facevano la ‘guerra’ sia la sinistra, sia i democristiani ‘progressisti’. Non mancavano le consorterie interessate al business della sanità, dei malati, delle convenzioni, dei farmaci, dei macchinari. Ora la ‘Salus‘ è chiusa, sbarrata, in attesa della trasformazione in alloggi.

Il tema inquinamento della centrale mosse le prime avvisaglie a metà anni ’90. Piccoli sussurri, minoranze perlopiù  etichettate nell’estremismo ambientalista. Non sarà un caso se in Italia abbiamo assistito alla  Caporetto dei Verdi, al di là di alcuni scandali che hanno coinvolto certi vertici del partito negli anni 2000.  Sono rimasti attivi i comitati cittadini, spesso benemeriti, perchè era difficile  trovare sponda nei partiti e negli stessi organi di informazione locale, ligure. Vado Ligure era la roccaforte inespugnabile del Pci, tra i sindaci ha avuto il vivente Carlo Giacobbe (2004-2009), una sorella è stata dirigente regionale della Cgil, ora deputato.  Savona e comprensorio hanno vissuto il periodo di sudditanza ad esponenti di spicco, quali Urbani, Magliotto, Scardaoni. Di altra stoffa il dr. Aldo Pastore che si vide sfumare pure la carica a sindaco. Colpisce il fatto che proprio Pastore, autore e scrittore, memoria storica, non abbia dedicato all’Enel un capitolo dei suoi scritti.  Tra cui “Le attuali malattie professionali” (vedi Congresso Mondiale di Medicina del Lavoro);  ‘L’aria che respiriamo’ (i dati Arpal  di complessivi 330 giorni nel 2005 del comprensorio di Savona).

Vado Ligure rossa a forte tradizione industriale. Il boom economico. A lungo si è contrapposta a Savona, soprannominata la piccola Manchester per via di una delle aree più floride d’Italia.  Oggi conosciamo il declino, le cause, le colpe, le occasioni perse, la qualità della classe politica. In questo caso la sinistra e successivamente gran parte dei suoi ‘discepoli’. Esperti negli affari, sensibili a sirene immobiliari e poltrone. Con un sindacato ‘rosso’, a sua volta, colluso e arrivista in molte sue frange. Il percorso, salvo eccezioni, di alcuni uomini dell’apparato, passava dal sindacato, al Comune,  Provincia, Regione, Parlamento, municipalizzate.

Non era casuale che i Griffo, la signora Rosa, sempre interessata alla vicende della ‘sua Vado’, non fossero mai stati entusiasti della ‘classe politica’ al potere. Proprio a Vado si recavano in vacanza, d’estate, nella dimora di famiglia, Stefano Craviotto, i cugini Bosio. Si faceva già distinzione tra l’aria che si respirava al di quà o al di là del Bricchetto, collinetta che sarà spazzata via per realizzare la centrale termoelettrica. Negli anni, nonna Anita, la figlia, il nipotino, trascorrevano l’estate all’hotel San Carlo di Ormea.

Il dr. Lazzaro Maria Craviotto, in abito scuro, nel 1987, conversa con alcuni militi della Croce Bianca di Albenga

La sola volta che Rosa Griffo accettò di partecipare ad un evento pubblico fu nel 1987 (vedi foto) quando con il marito decisero di donare 70 milioni di lire per l’acquisto  di un Centro Mobile di Rianimazione destinato alla storica Croce Bianca di Albenga. Al suo 75° anno di vita veniva dotata di un fiore all’occhiello nel parco ambulanze. In quella circostanza  ricordarono anche gli aiuti offerti in memoria del giovane Sergio Cangiano (il fratello  Giorgio forse diventerà il futuro sindaco di Albenga), di Franco e Marcello Navone.

Quando leggeva articoli di Vado Ligure, la vadese Griffo soleva commentare la sorte di quelle quattro ciminiere, simbolo  industriale, tra posti di lavoro, benessere, inquinamento ambientale. Ripeteva: resisteranno ? Che dire di quel inequivocabile segnale di ‘rivoluzione delle coscienze‘ e di ‘cultura ambientale‘ giunto inatteso,  nel 2008 , con il responso del referendum. No alla piattaforma Maersk con i suoi 210 mila mc di cemento in rada, in cambio di posti di lavoro.  Vado Ligure che aveva raggiunto l’apice degli abitanti (10.198) nel 1971, di pari passo in caduta libera con la centrale a carbone, nonostante il prezzo a mq. del mattone era tra i più convenienti della costa ponentina; stesso discorso per gli affitti. Il picco minimo di 7.991 abitanti nel 2001, risaliti  a quota 8.208 nel 2013.

A leggere il ‘dizionario’ di Vikipedia , Vado Ligure, con Triste, è il primo porto italiano per le petroliere (petrolio e suoi derivati). Qui opera una primaria azienda di additivi per lubrificanti del gruppo Infenum (100 mila tonnellate all’anno), il gruppo mondiale Exxon Mobil. C’è un deposito di carburanti del colosso Eni.  Un pontile era riservato allo scarico dell’acido solforico per lo stabilimento Agrimont, un altro per le navi che scaricavano olio commestibile destinato agli Oleifici Mediterranei.  Sono attivi i traghetti per la Corsica, Sardegna, Spagna. Vado, unica cittadina della provincia, Savona esclusa, dove è stato realizzato e funziona un nuovissimo hotel (Sear Art Hotel). La città ospita, da oltre un secolo,  uno stabilimento ferroviario specializzato in locomotive. Ma la spina nel fianco, ammoniva Rosa Griffo, era il carbone, la centrale. Aveva ragione ?

Rosa Griffo non desiderava che la sua morte diventasse di dominio pubblico. Almeno lei, di sangue vadese, avrebbe potuto dire : “Non faccio parte della lista nera delle 442 presunte vittime per colpa di una centrale alla quale inconsapevolmente mio papà aveva deciso di vendere; abbiamo saputo chi era l’acquirente e quale fosse lo scopo solo davanti al notaio e la lite si trascinò per anni….”. 

Nell’immediato futuro della cittadina, almeno nel suo orizzonte politico-amministrativo, si affaccia l’elezione della prima donna sindaco della storia: Monica Giuliano, compagna di vita di Carlo Giacobbe. Dopo resistenze, rivalità, incomprensioni, interrogativi, si è raggiunto un accordo. Monica, già beniamina del dr. Cristoforo Canavese, fino al 30 ottobre 2012 presidente dell’Autorità Portuale, la seconda ‘industria della provincia dopo l’Als 2, funzionaria-dirigente del Comune di Bergeggi, sarà sindaco a tempo pieno.  Colpi di scena alla referendum esclusi.

Luciano Corrado

 

 


L.Corrado

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