Mi fanno ridere le polemiche sull’IRIS, i test INVALSI e altre piacevolezze del genere. Sono in classe, e uno studente mi sta insultando pesantemente. Ha sedici anni, frequenta malamente una scuola in cui, parole sue, “non ha voglia di fare un c….”. Alle spalle la solita famiglia disastrata, con i genitori che neanche si parlano e che si sballottano il figlio tra l’uno e l’altro. Ho osato riprenderlo perché fischiava in classe e lui ha reagito nel modo che sa. Mi insulta, e a suo modo mi vuole persino bene: in fondo per lui rappresento qualcosa. Ogni tanto viene a piangere sulla mia spalla, e talvolta sembra persino sincero.
Non è l’unico caso, e magari neanche il peggiore. Il suo compagno di banco sta in una casa famiglia e vede la madre una volta al mese, mentre il padre “forse è un camionista spagnolo”. I ragazzi della fila dietro sono arrivati sei mesi fa dall’Albania e non parlano una parola d’italiano. La faccia dei due in fondo lascia al docente l’imbarazzo della scelta: sarà marijuana, hashish o che cosa, quello che hanno fumato di nascosto nei bagni?
La bestemmia è la regola. I cori sono da stadio. Il voto è una contrattazione infinita, condita da insulti in quattro lingue. Li abbiamo già sospesi, e gli abbiamo fatto un favore. La bocciatura non è un problema per loro, tanto sanno bene che qui, diploma o non diploma, ben difficilmente troveranno lavoro. L’unica cosa che li interessa è il diritto, ma un diritto molto pratico: le ultime novità in materia di legge sugli stupefacenti, l’atteggiamento da tenere in caso di fermo, come eludere le norme antifumo…
Non è il Bronx e neanche un racconto di fantascienza. Questo è un istituto professionale a Finale Ligure nel profondo Nord. Qui gli studenti sono interessati solo alle materie di laboratorio, che una riforma poco lungimirante ha cancellato quasi totalmente. Per il resto il problema è sopravvivere, noi e loro. La collega che ha la sfortuna di essere giovane e carina viene insidiata dagli studenti un giorno sì e l’altro pure, e capita di sentirla gridare perché non riesce a fermare due ragazzi che, in classe, si stanno letteralmente massacrando di botte. Un ragazzo di prima ha dato fuoco al banco, uno di quinta alla cattedra, professore presente… cose così.
Si resiste, in qualche modo. Ci si impegna, ci si arrabbia, si inventa ogni giorno una didattica nuova. Ogni tanto si ha anche qualche soddisfazione. Ma la scuola italiana è questa e questi sono i problemi: trovare una proposta pedagogica ed educativa per evitare che questi ragazzi, o almeno non tutti, vadano allo sfascio. Altro che registro elettronico.
Il giornalista di Rai 3 Liguria, nell’edizione delle 14, ha intervistato uno scrittore-psicologo sul fattaccio all’alberghiero di Finale (non c’è telegiornale che non parli del caso, promozione turistica del territorio?) che ha proposto: 1) Educazione sentimentale nelle scuole. 2) I genitori a lezione per conoscere il mondo web. 3) L’episodio è una deriva dell’amore e nella giornata di San Valentino occorre far emergere tutto ciò che di dissacrante esiste.
Belfagor, il diavolo della Liguria che vive l’inferno, dalla sua reggia delle colline di Alassio, consiglia: cari giornalisti italiani, voi che siete esperti della comunicazione, anziché stare alla scrivania ed al computer, trascorrete almeno metà del vostro tempo nelle scuole, negli ospedali, ai pronto soccorso, negli studi medici privati, nelle Università, nelle case di riposo, non quelle per abbienti, a 3-4 mila euro il mese in camera singola. Scoprirete cose utili e farete un benedetto servizio alla comunità, anziché limitarvi a correre dietro le notizie, quando ormai si specula sulle miserie di molte famiglie disastrate e di una società che sta perdendo gran parte dei valori dei nostri avi, della nostra identità.
Certo, io Belfagor multimilionario e palazzinaro, non me la prenderò mai con cronisti sfruttati, ma con quei mezzi busti – carta stampata e tivù – che ‘predicano’, un giorno si e l’altro pure, in televisione e sui giornali a 18-20 mila euro al mese di stipendio netto. A gara con parlamentari che, ha rivelato un giornalista del Corriere della Sera, pagano tasse sulla paga (240 mila euro lordi l’anno) con un’aliquota del 18 per cento, contro i 37-38 di qualsiasi altro cittadino a parità di importo. Abbiamo, inoltre, i signori consiglieri regionali, assessori che guadagnano come il presidente degli Stati Uniti.
Siamo proprio sicuri che a Finale Ligure e dintorni nessuno sapeva che quella sfortunata ragazza….
Belfagor
Dal sito dell’Istituto Alberghiero riprendiamo questo testo:
Pensi che l’apprendimento di tuo figlio/a sia fuori controllo?
Grandi Scuole si occupa costantemente di tenere monitorato l’andamento scolastico di tuo figlio e renderti partecipe della sua crescita culturale.
Per il corretto apprendimento di uno studente è fondamentale il rapporto tra la scuola e la famiglia e l’ambiente di studio.
Grandi Scuole si pone come obiettivo anche la formazione umana e culturale dei propri studenti che viene garantita mantenendo l’ambiente di studio familiare e a misura di studente e organizza mensilmente incontri con i genitori per informarli sull’andamento del percorso di studio del proprio figlio.
Durante gli incontri il Referente Didattico spiega alle famiglie in modo approfondito l’impegno dello studente (frequenza e partecipazione alle lezioni) e i risultati ottenuti (avanzamento sul piano di recupero e rendimento nei test di valutazione).
Scegliere Grandi Scuole, significa mantenere sempre sotto controllo il percorso di studio e di crescita culturale del proprio figlio ed essere sempre informati sul suo andamento.
Compila il form a lato e richiedi gratuitamente e senza impegno maggiori informazioni sui servizi Grandi Scuole. Il diploma è a portata di click .