Il record italiano di un monsignor, G.B Gandolfo: curriculum di 7 pagine, da Albenga al Vaticano andata e ritorno. Ha 76 anni. Origini nella piccola Conio di Borgomaro (Im), il Seminario Vescovile, ordinazione sacerdotale, dottorato in Teologia Pastorale (specializzazione dell’Arte). Parroco a Cesio, a Leca d’Albenga. Insegnante alla media ‘Sauro’ di Imperia, docente al liceo ‘De Amicis’. Giornalista pubblicista. Canonico della Cattedrale ‘S.Michele’. In campo nazionale riordina e rinnova il Centro Sportivo Italiano. L’arcivescovo di Trento lo sceglie per i Censori Teologi degli scritti del Servo di Dio Alcide De Gasperi. Rettore del Seminario. Referente del Grande Giubileo 2000. Eletto alla presidenza per la preparazione del Sinodo. Presidente interventi esecutivi per il Terzo Mondo. Consulente dell’Unione Cattolica Artisti Italiani e della Consulta nazionale per le Aggregazioni Laicali. Autore di libri e pubblicazioni. Convegni e riunioni scientifiche.
Una collezione, seppur parziale, di primati che si possono leggere nel curriculum vitae fermatosi al 20 febbraio 20o3. Una vita intensa, di viaggi, settimanali o quasi, quelli da Roma ad Albenga e viceversa. Saltuari ritorni alla terra di origine, presenza a qualche funerale di confratelli, a qualche festa patronale. Gli incarichi romani che maggiormente lo coinvolgevano, ‘narrano’ di una persona colta, affabile, prestante, a proprio agio nel mondo degli artisti, del set che non disdegna le passerelle, i benefici della notorietà, i salotti. Nella sua ‘Liguria’ don Giovanni Battista Gandolfo (nella foto a sn) ha avuto scarsa risonanza mediatica nonostante possa essere considerato una ‘star‘ tra i 176 sacerdoti della diocesi di Albenga – Imperia (dati ufficiali del 2012) e i 27 diaconi. Le religiose donne, nello stesso anno, erano 331, 61 gli uomini su una popolazione diocesana di 168 mila abitanti. 77 le parrocchie in provincia di Savona, 86 in quella di Imperia.
Chissà se con la revisione della Province, con l’avvento innovatore di Papa Francesco, si procederà ad un riordino delle diocesi adeguato ai tempi delle diocesi. La sola Provincia di Savona è interessata da ben quattro sedi Diocesane: Albenga-Imperia, Savona-Noli, Mondovì (6 Comuni), Acqui Terme (15 Comuni). Una ‘distribuzione’ anacronistica. Sarà pur vero che comporterebbe per la chiesa problematiche non indifferenti, ma anche su questo fronte il Papa dovrà essere rinnovatore a breve e lungo lungo termine.
Il ritorno al tempo pieno, libero dalle incombenze vaticane e romane, riconsegnano il ‘personaggio’ Gandolfo alle attività più ‘casalinghe’ della sua diocesi. Ad iniziare dalla ripresa della pubblicazione della Rivista Diocesana, fondata il 19 dicembre 1950 e della quale è direttore responsabile ; redattore il canonico Tiziano Gubetta. Abbonamento 25 euro, si è fermata a giugno 2011. Ci sarà pure un problema di costi, è pur sempre motivo di trasparenza, utile informazione. Un faro ufficiale sull’attività della Curia, del vescovo, dei vari organismi interni, delle parrocchie, nomine ed avvicendamenti. Tra i revisori dei Conti figura, ad esempio, l’ingauno dr. Alberto Morana, reverendo diacono, direttore del Banco Popolare (ex Novara), volontario della Croce Rossa di Ceriale.
Sarebbe spalancare le finestre al mondo, spezzare la tradizione di riservatezza. Si pensi alle proprietà immobiliari e terriere della Curia, delle parrocchie, degli Ordini religiosi. La chiesa, bisogna darne atto, aiuta gli ultimi grazie alla Caritas. Ci sono sacerdoti che, in silenzio, ricorrono al proprio portafogli verso singoli bisognosi. Si racconta che lo stesso monsignor Oliveri, pressato persino nel suo ufficio e non disponendo di liquidi, abbia messo qualche volta mano al libretto degli assegni. A fronte di questi aspetti, esistono altrettante meno note e spesso improduttive (o scarsamente tali) realtà immobiliari disseminate in città e nell’entroterra. Interi stabili o singoli alloggi. O ancora, aree edificabili non opportunamente sfruttate. Si tratta di lasciti, donazioni, eredità testamentarie di sacerdoti e fedeli.
A proposito, da tempo non si ha più notizia – e sarebbe utile alla causa trasparenza – di ‘legati’ a parrocchie. Prevale la privacy? anzichè il valore aggiunto della promozione col buon esempio. Del resto è sotto gli occhi di tutti – perlomeno dei cittadini informati – che i pochi immobili scampati alla speculazione e agli affaristi, con immancabili eccezioni, appartengono alla chiesa o istituti religiosi. In pochi casi, finora, divorati da operazioni immobiliari più o meno limpide.
Parlavamo di disagio negli ambienti diocesani. C’è già Il Secolo XIX che svolgendo il suo lavoro, ha descritto negli ultimi anni fatti e misfatti, nel bene e nel male. Questi ultimi hanno fatto molto rumore,con tanto di locandine in strada: è nella logica dell’informazione di massa. A fronte di questo si può aggiungere che è solo una parte, forse minore, di quanto accade nel ‘mondo clericale e dintorni, finisce in pasto ai mass media.
Vogliamo citare due esempi significativi. E’ stata seguita, con molto interesse, la penosa e mortificante vicenda di don ‘Lu’ (centinaia di articoli). L’ex parroco alassino condannato in via definitiva in Cassazione per abusi su una bimba che frequentava la parrocchia. Quando si trattò di amministrare il Sacramento della Cresima (Vescovo o vicario), monsignor Oliveri era ‘impedito’, il suo delegato (Giorgio Brancaleoni benvoluto nella sua Alassio e non solo) non era entusiasta di togliere le ‘castagne dal fuoco’. Alla fine, è toccato insolitamente al parroco don Angelo De Canis, a sua volta monsignore e per lui era la ‘prima volta’. Un altro caso è quello del sacerdote incardinato nella diocesi ingauna che in quel di Napoli è finito agli arresti domiciliari per asseriti e ripetuti furti (traffico) di libri di grande valore storico. Nell’inchiesta è coinvolto pure un esponente nazionale di Forza Italia, in odore di mafia. Ora il don trascorre la ‘detenzione’ in un santuario, già convento della nostra piana.
Luciano Corrado