Perchè un progetto globale del territorio e della mobilità per la vivibilità e la ripresa economica? Se si dovesse realizzare una città nuova è evidente l’interconnessione tra il piano regolatore urbano ed il piano urbanistico mobilità e trasporti, ma purtroppo non sempre si ragiona in un modo integrato. Solo i Romani ragionavano così? Espansione urbanistica.
Anche città sostanzialmente “nuove” sono cresciute in modo disordinato.
Città già inurbate hanno problemi “vecchi” e problemi “nuovi”. Problemi “nuovi” legati allo sviluppo di infrastrutture e all’espansione urbanistica: pertanto quì si acquisce le necessità di colloquio tra PUC piano urbanistico comunale e PUMT piano urbano mobilità e trasporti. Savona ha bisogno di risolvere sia problemi “vecchi” che “nuovi”: è pertanto assolutamente necessario affrontare entrambe queste tipologie di problemi con uno sguardo al futuro, con attenzione ad una ripresa economica del territorio.
Oslo aveva un aeroporto in città, e voleva allontanare l’aeroporto per migliorare la qualità della vita della città. Ha realizzato un nuovo aeroporto, distante 48 km dal centro cittadino, servito da una “treno veloce” da 210 km/h, che effettua 1 sola fermata intermedia, e che ad Oslo diventa “treno metropolitano” ed usa le gallerie e le fermate della metropolitana. Partenze all’ora, 20 minuti, 40 minuti. Tempo di percorrenza 17 minuti. Un esempio di buona integrazione.
Genova sta penosamente realizzando una metropolitana con uno scartamento diverso da quello ferroviario, non c’è quindi possibilità di interscambio con i convogli ferroviari, e quindi nessuna possibilità di far “rete” con la linea FS Voltri-Rapallo che è praticamente una metropolitana, così come la linea Principe-Bolzaneto. Non esiste un collegamento con l’aeroporto. Scarso traffico, treni scarsi, chiusura alle 21. Un esempio di pessima integrazione.
Tra i punti per il rilancio del nostro territorio c’è sicuramente la mobilità: aerei, treni, bus, auto, moto, biciclette, pedoni. Ci sono poi interventi su quartieri molto estesi e strategici per il futuro della città, quali la zona a mare del ponente cittadino, interventi che riguardano sia l’urbanistica che la mobilità.
Permane il problema preesistente della mobilità verso il territorio e della mobilità all’interno della città. Ma tutti questi problemi devono essere affrontati se si vuole un rilancio della città: è necessario ragionare in termini un po’ più integrati, per far sì che gli investimenti producano i migliori risultati possibili.
Vediamo alcuni problemi ed alcune indicazioni.
Appetibilità per attrarre aziende sul territorio.
Che cosa serve per insediare una nuova azienda?
Degli spazi economici, una “burocrazia” amica, della forza lavoro, tassazione accettabile, delle buone comunicazioni. Di forza lavoro ne abbiamo in abbondanza come quantità. La burocrazia è una delle peggiori al mondo. La tassazione elevata. Restano le aree, costose. Restano le comunicazioni. Perchè molte aziende emigrano in Francia, Slovenia, Svizzera?! Perchè le aree le regalano, la burocrazia è molto veloce, la tassazione favorevole. Possiamo almeno incidere con delle buone comunicazioni?
Appetibilità delle comunicazioni per attrarre turismo.
Aree turistiche come Sharm El Sheik, Sardegna, Savona hanno costi di “spostamento” e costi di soggiorno molto diversi. Per Sharm ci sono tariffe aeree molto convenienti, lo stesso per il soggiorno. Discorso diverso sia per la Sardegna che per Savona. Miei conoscenti che hanno la casa in Sardegna ci vanno solo se hanno almeno 2-3 settimane di ferie. Altrimenti vanno a Sharm. Costa meno. Perdono meno tempo. Non devono occuparsi della casa, che pure è la loro! E per Savona? Per piemontesi e milanesi è sempre stata la meta del week-end: è vicina in km, molto meno in tempo. Limitando il discorso all’accessibilità vediamo alcuni dati.
Accessibilità.
Quali sono i tempi di accesso al centro di Savona dai territori limitrofi?: da Milano, da Torino, da Genova, dalla Valbormida, da Stella, da Sassello? Storicamente la direttrice più critica è sempre stata quella da est: da Albisola. Per Costa Crociere le destinazioni savonesi non sono particolarmente appetibili, nè i savonesi si prodigano molto per migliorare la situazione, pertanto tra le destinazioni più gettonate per le gite Costa a partire dallo scalo di Savona ci sono l’acquario di Genova e lo shopping center di Serravalle. Facciamo un esempio pratico: quanto tempo ci vuole per un autobus della Costa Crociere per portare i crocieristi a visitare l’acquario di Genova. I chilometri sono pochi: 44 in tutto, di cui circa 4 per raggiungere il casello di Albisola, 37 di autostrada ed altri 3 per raggiungere l’uscita della sopraelevata all’altezza dell’acquario. I tempi? Biblici! 84 minuti! di cui oltre due terzi per arrivare al casello di Albisola! Può il porto di Savona in questo modo essere appetibile per gli spostamenti Costa Crociere verso Genova? Col casello Albamare ed il tunnel sotto il porto il tempo di percorrenza scenderebbe drasticamente a 28 minuti, ben un terzo rispetto a prima. Il tappo di Albisola affligge anche l’entroterra albisolese. Da Stella bastano pochi minuti per scendere ad Albisola, e poi forse un’ora per raggiungere Savona. L’Aurelia bis risolverà questo problema? Da Varazze i pendolari per Savona troveranno una soluzione nell’Aurelia bis?
Area servizio e parcheggio TIR:
Una città portuale come Savona non ha un parcheggio camion, nonostante lo richiedano da anni le categorie interessate. Non esistono neppure aree in autostrada dal confine fino a Genova. Oltre ai disagi della normale amministrazione, ci sono disagi straordinari in caso di scioperi o di neve sulle alture. Eppure l’area ci sarebbe: sarebbe sufficiente utilizzare la valletta che ospita la prima parte dell’autostrada per Torino per ricavare un’area molto grande, da 500 TIR. Anche qui nulla di fatto. Un privato ha chiesto di fare una discarica per inerti sulle colline: non sarebbe meglio farla qui a servizio futuro della comunità?
Il mito del trasporto pubblico e la realtà
Treni e TPL offrono un servizio più rarefatto e scadente rispetto al passato. I treni locali non fermano in tutte le fermate anche se lo potrebbero. Inoltre, anche a causa della metropolitana “di fatto” Genova-Voltri / Nervi, i convogli da Savona verso Genova sono molto frenati sia dalla frequenza che dalla lentezza dei treni. Occorrerebbe rivedere sia la funzione che gli orari oltre che il materiale rotabile. Con materiale di tipo metropolitano, treni con ottima accelerazione e frenatura nonchè velocità di salita/discesa, si possono guadagnare fino a 15 minuti sul tempo di percorrenza.
In un recente passato sono state fatte scelte poco oculate sulla metropolitana genovese, basata su scartamento diverso da quello ferroviario, e quindi incompatibile col materiale ferroviario. Pertanto non ci può essere interconnessione con la rete ferroviaria ed interscambio con treni “ferroviari”. Quindi la metro di Genova è isolata in se stessa, ha un volume di traffico scarso, treni poco frequenti, chiude alle ore 21.
Per i savonesi e per i valbormidesi è un piacevole ricordo “il treno di Limone”, che collegava Genova con Limone, ma che oltre a questo era un treno veloce. Da Savona a Sampierdarena impiegava 35 minuti: ed allora da Savona a Varazze c’era ancora il binario unico. Quali sono i tempi oggi?
Qui manca un forte impegno della politica savonese affinchè la regione assuma decisioni che rendano nuovamente competitivo il mezzo ferroviario per il savonese.
Autostrade, strade nazionali, viabilità locale.
Il sistema infrastrutturale viario ligure è fortemente carente di una progettazione strutturata. Lo sviluppo delle città è avvenuto in modo irregolare dal punto di vista urbanistico, e con concetti di mobilità carenti. Manca una gerarchizzazione delle strade, spesso non c’è viabilità alternativa, e la sinergia tra autostrade e strade con conseguenti scambi di traffico è molto carente. Le strade statali sono state spesso inglobate nella viabilità urbana, senza avere sostitutivi.
Nella figura è riportata la città di San Josè in California, la quale ha una efficace struttura di autostrade urbane, con circa una uscita autostradale ogni 7000 abitanti. E’ come se a Savona Villapiana avesse due accessi all’autostrada.
L’Aurelia bis Albisola Savona
Il tratto di Aurelia bis in costruzione è stato un parto infelice. Il progetto più efficace è stato scartato, ed è stato invece scelto il meno efficace, il quale poi è stato ancora decurtato dei tratti più necessari, ovvero da Luceto a capo Torre. Tratti che avrebbero tolto la maggioranza del traffico di attraversamento in Albisola. Di più: è stata abolita l’uscita di Margonara, uscita da Albisola verso Savona centro. Pertanto quell’80% di traffico che sopraggiunge dalle Albisole e che vuole andare nel triangolo porto-piazza Mameli-ospedale non può chiaramente trovare appetibile l’uscita di corso Ricci, totalmente fuori destinazione.
L’uscita Margonara è attualmente allo stato di progetto di massima. Ma non si intravede quando potrà essere realizzata. Devono essere finanziati circa 800 metri di gallerie di svincolo, più una rotatoria di collegamento.
Prosecuzione a levante dell’Aurelia bis a levante. Nell’ipotesi più immediata di connettere il ponte Pertini con via Casarino c’è un No della sovrintendenza al ponte sul rio Basco. Per il percorso futuro c’è il No al sottopasso di rio Basco della sovrintendenza ed il No della società autostrade a rifare il casello di Albisola.
Prosecuzione a ponente dell’Aurelia bis. Diverse ipotesi, non c’è neppure la convergenza su di un progetto di massima.
La realizzazione del piano di investimenti richiede una complessa e lunga fase autorizzativa, che può durare anche molti anni (4-8): Aurelia bis Albisola Savona 40 anni. Le principali attività sono:
1 – redazione progetto preliminare
2 – redazione progetto definitivo
3 – validazione tecnica
4 – valutazione di impatto ambientale (VIA) ministeri ambiente e beni ed attività culturali
5 – conferenza dei servizi – ministero delle infrastrutture e trasporti
6 – approvazione progetto definitivo
7 – redazione progetto esecutivo
8 – approvazione progetto esecutivo
9 – affidamento dei lavori
10 – consegna dei lavori
11 – apertura al traffico
Tutte le ipotesi di prosecuzione di Aurelia bis sia a levante che a ponente sono al livello di progetto di massima, quindi ben lungi dall’apertura al traffico!
Connessione porto-autostrade.
C’è una dicotomia tra il PUMT/PUC ed i Politici Savonesi. Il PUMT dice che la naturale via per il traffico del porto è attraverso corso Ricci, l’Aurelia bis ed il casello di Albisola (da rifarsi, necessariamente, in centro fiume). Nel PUC è stato inserito per ben tre volte un progetto che prevede una piattaforma sull’esterno del porto (già realizzata), un sottopasso del Priamar e dei giardini eroe dei due mondi che esce in corso Colombo, nonchè un sottopasso da corso Viglienzoni fino a corso Ricci, ed infine una sopraelevata.
I Politici e Amministratori Savonesi dicono che quest’opera è assurda e non si farà mai. Però è nei documenti programmatori del comune. Anche dell’Aurelia bis si diceva che era un’opera inutile, che non si sarebbe mai vista!
Nel PTC 1995 piano territoriale di coordinamento della provincia di Savona, si pone in evidenza che la viabilità del centro di Savona è soggetta pesantemente al traffico portuale, e che in tutti gli strumenti di programmazione economica pur riconoscendo priorità assoluta alla soluzione di questo problema, non sono mai state fornite indicazioni!
Albamare e sottoporto.
Il casello Albamare fornisce diverse soluzione efficaci:
1 – accesso diretto e centrale al triangolo ospedale-porto-centro città meta del 75% del traffico
2 – accesso vicinissimo all’ospedale con tutte le direzioni di marcia, e quindi integrazione dei presidi ospedalieri
3 – connessione porto-autostrade in sede propria, lontana dal traffico urbano
4 – diminuzione considerevole del traffico sulle principali direttrici verso il triangolo centrale di Savona
5 – circonvallazione della Torretta
Di conseguenza si avrà un trasporto pubblico su strada più efficace:
6 – traffico più scorrevole e TPL più appetibile
7 – possibilità di avere un filobus Vado-Varazze con accettabile velocità media
8 – integrazione con ascensori verso ospedale e collina retrostante Miramare
Il casello Albamare è stato oggetto di delibere di molti comuni e della stessa regione. Nel 2013 altri comuni si sono aggiunti.
Da Stella a Sassello, da Varazze a Quiliano, a Sportorno. Tutti i comuni della Valbormida eccetto Cairo Montenotte, Millesimo e Cengio hanno fatto delibere di consiglio all’unanimità per richiedere un nuovo casello ad Albamare: lo ritengono essenziale non solo per la sanità ma per la mobilità in senso lato. Mobilità sanitaria sì, ma anche mobilità per lavoro, per la scuola e per tempo libero e turismo.
A Cairo il sindaco Briano è invece un sostenitore di una uscita monodirezionale per le ambulanze per l’ospedale San Paolo. Millesimo e non fa scelte. Cengio ha promesso delibera a favore. Eppure avrebbero grandi vantaggi: da Millesimo all’ospedale di Cairo ci vogliono 20 o 25 minuti a seconda della strada, per il San Paolo 39 o 45 minuti. Per il San Paolo col casello Albamare 29 minuti.
Il casello Albamare dà molte più risposte, ad un costo inferiore, ed oltretutto con la possibilità che il casello venga finanziato dalla società autostrade. Con il solo gettito dei maggiori transiti dai caselli adiacenti il casello si pagherebbe in meno di 10 anni. Un ottimo risultato. Ma poi esiste anche la possibilità che venga utilizzato il 5% degli incassi nell’area, ed eventualmente anche un ritocco delle tariffe.
Sostengono Albamare migliaia di cittadini che hanno firmato a favore anni fa, 25 comuni. Che cosa manca? La convinzione e la spinta politica della Città, della Provincia di Savona, della Regione.
Costi connessione porto / costi A2 / costi albamare
Il costo del tunnel di connessione porto-Albamare potrebbe essere dell’ordine dei 40 milioni di euro. E’ solo una stima di massima non avendo indicazioni geologiche più precise. La connessione Priamar, Colombo, Viglienzoni, Aurelia bis e casello di Albisola costa molto di più, orientativamente il doppio, visto che bisogna anche rifare il casello di Albisola in centro al fiume.
Il costo del casello Albamare si attesta sugli 80 milioni, mentre le prosecuzioni dell’Aurelia bis a levante e ponente non costeranno meno di 250 milioni. Bisogna ricordare che mentre il costo del casello si potrebbe richiedere in buona parte od in toto alla società autostrade, le prosecuzioni dell’Aurelia bis saranno a carico dello stato, e pertanto con tempi decisamente lunghi.
Tanto per memoria, il casello di Borghetto è stato inaugurato 4 anni e mezzo dopo rispetto a quando è stato proposto.
Piste ciclabili: una presa in giro!
Al momento ci sono piccoli spezzoni. In corso Ricci addirittura solo a senso unico. In via Nizza solo un piccolo tratto sulla sede stradale. In via Stalingrado due spezzoni policromi che cambiano colorazione di tanto in tanto. In ogni caso si interrompono prima degli incroci e delle rotatorie lasciando i ciclisti senza continuità. E’ proprio lì che ci sarebbe maggior bisogno di protezione per il ciclista. Tutti tratti brevi, come si può capire, “buttati” lì senza un progetto global. Fumo negli occhi. Non esiste minimamente una “rete” che colleghi aree di interesse, e naturalmente non c’è traccia di parcheggi per le biciclette. Eppure ci vorrebbe molto poco a tracciare alcune direttrici ciclabili, dare una colorazione uniforme, ad esempio quel rosso che ormai è quasi uno standard per le piste ciclabili.
Motociclette, Savona città anomala.
Un cenno breve. Londra è stata la prima città che ha capito che favorire le moto è conveniente per diminuire il traffico in centro. Invece di seguire politiche “motofobe” ha concesso alle moto l’uso delle corsie preferenziali per gli autobus, ha realizzato molti parcheggi in centro per le moto. La teoria e la pratica è che le moto non disturbano gli autobus e che dove parcheggia una auto possono parcheggiare 5 moto, con conseguente minor intasamento del traffico e minor richiesta di parcheggi. Roma, Milano, Genova hanno seguito questa strada. A Genova in centro non c’è un solo parcheggio per auto, ma solo per moto. Savona e Genova sono accomunate dallo stesso altissimo numero di moto rispetto alle auto. Però Savona non gradisce le moto, le ostacola.
Passeggiata a ponente: più di una passeggiata, il futuro di Savona
Recentemente il comune di Savona ha lanciato un concorso di idee per la progettazione della passeggiata e pista ciclabile da Zinola alle Fornaci. Un tratto di Savona stranamente ancora con aspetto da periferia, con aree degradate, nonostante il suo affaccio sul mare. Un tratto di costa molto bello, con un grande potenziale.
Contestualmente alla realizzazione di questa opera, via Nizza, la strada a mare, dovrebbe anche essere riclassificata da strada di grande comunicazione a strada urbana.
L’area può essere divisa in due parti: da Zinola a corso Svizzera (sottopasso) e da lì alle Fornaci. Nel primo tratto la larghezza dell’area compresa tra via Nizza ed il mare è abbastanza stretta, ed ospita attività legate al mare, un distributore, Mare Hotel. Nel secondo tratto la striscia verso il mare è più profonda, ed ha molto interesse per una edificazione nuova. Attualmente ospita il cantiere Solimano dismesso da molti anni, i vigili del fuoco, la villa Zanelli da troppi anni in stato di abbandono, alcune attività commerciali come i magazzini Famila, LIDL, Mercedes, ed alcune altre costruzioni. Un’area quindi che suscita molti appetiti edilizi.
Il comune ha già rilasciato alcune concessioni, con limiti sul numero di piani edificabili. Ma quello che salta agli occhi invece è il progetto passeggiata che dovrà fare uno slalom incredibile tra tutti i limiti che ci sono. Rispettare le proprietà, rispettare le licenze, rosicchiare qualche metro quà e là è un’impresa ardua, per un risultato difficile, e probabilmente modesto.
Bisogna lanciare un patto per Savona.
E’ indubbio che l’estensione dell’area, e la possibilità di intervenire con un’opera di riqualificazione importante ed ambiziosa può costituire una importantissima spinta propulsiva all’economia savonese, una spinta che va al di là delle singole valenze, una spinta che potrebbe dare nuova linfa a Savona. Per fare questo, però, bisogna superare i singoli interessi.
Ci vuole un progetto “in grande”, bisogna progettare il tutto come una unica grande entità, un progetto in cui il comune e tutti i proprietari ed investitori giochino assieme un unico ruolo di rilancio. Non bisogna procedere alla spicciolata, ma compatti ed uniti. In questa area si gioca per il futuro di Savona. Se si vuol giocare. Ed allora anche gli interessi dei singoli verranno moltiplicati dal grande valore che si verrà a creare.
Paolo Forzano