Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Mendatica, l’assessore Barbagallo al capezzale della borgata evacuata


Mendatica da quando è insediata la prima giunta Burlando non può lamentarsi di essere trascurata dalla Regione Liguria. Dalla provincia di Imperia si, nonostante il suo vice presidente ex sindaco del paese. Al punto che oggi non tagliano neppure più l’erba lungo le strade principali di accesso. Colpa i ‘tagli di spesa’. Non dei loro emolumenti ai quali non rinunciano. Mendatica, mai dimenticata da Imperia Tv, domenica in occasione della festa patronale, ha avuto la gradita presenza dell’assesore regionale all’agricoltura, l’imperiese, ex segretario Psi prima, Ds poi, Giovanni Barbagallo. Un nome autorevole. Già consigliere della Fondazione Carige, ex vice presidente Autofiori, vice sindaco di Imperia  anni 1980-’83.  Ha visitato quella che fu la ‘capitale della pastoria’ dell’alta valle Arroscia, l’area al centro di un drammatico movimento franoso. Accompagnato da sindaco, vice sindaco, assessori.

I lavori di ‘messa in sicurezza’ sono iniziati  con sollecitudine, merito anche di una squadra assai affiatata, animata da grande passione, spirito di servizio e volontà. Col sindaco, Piero Pelassa, artigiano in pensione, oggi agricoltore a tempo perso; il vice sindaco Emidia Lantrua, insegnante in pensione, la passione dell’orto e della storia locale; il braccio destro e mente-tecnica-amministrativa, Nino La Manna, per 36 anni segretario comunale di Mendatica e Montegrosso Pian Latte. La Manna, tre giorni dopo l’incontro, è stato ricoverato all’ospedale di Imperia per un attacco cardiaco. Nulla di grave a quanto pare.

La tragedia idrogeologica della borgata Piano, una ventina di abitazione colpite da ordinanze di sgombero, in questo caso non è dovuta alla speculazione edilizia; a Mendatica non si costruiscono nuove case da anni, salvo un paio di eccezioni.  Qui c’entra soprattutto l’abbandono del territorio, un tempo utilizzato dai pastori e dai contadini ‘poveri’. Il sottosuolo, in quella zona, si è gonfiato, le acque sotterranee,  gli strati pietrosi che cedono, hanno fatto si che gradualmente l’area scivoli a valle. Trucioli ha già pubblicato due ampi servizi, anche fotografici.

I geologi, purtroppo, non hanno certezze come pare naturale. Si cerca di correre ai ripari come si può, si va a tentativi.  Sperando nella buona sorte, tra la disperazione dei proprietari, molti dei quali imperiesi o imigrati che utilizzano gli immobili per seconda casa. C’è il danno  e soprattutto la consapevolezza che difficilmente le case potranno tornare abitabili. Poi c’è perfino chi teme – ovviamente a torto – la ‘cattiva’ pubblicità. Del tipo, la gente ha paura a venire se si parla troppo della frana.  Viene spontaneo: ma che c’entra con il resto del paese, con la sua pizzeria, magistralmente condotta, con un fiore all’occhiello di agriturismo e annesso nuovo laboratorio per la vendita diretta di formaggi, a prezzi vantaggiosi (12 euro il chilo) di capra, mucca, pecora, oltre a salumi pure di produzione diretta.  E ancora, due ristoranti, uno a Mendatica, l’altro a San Bernardo, caratterizzati da prezzi modici e cucina casalinga.

In questo scenario l’assessore Barbagallo, invitato, ha potuto rendersi conto dello stato della frana, delle preoccupazioni degli amministratori comunali, delle priorità nell’ambito di finanziamenti regionali. Bisogna ammettere che il presidente Burlando ha sempre dimostrato un occhio di riguardo di fronte alle istanze di questi paesi per decenni dimenticatri, abbandonati al loro destino di spopolamento, privi di prospettive, a meno che non risorga l’ex piccola Svizzera della Liguria, ovvero Monesi, che si divede tra i comuni di Triora e Mendatica, con confini verso Montegrosso, Cosio d’Arroscia e la vicina Pornassio con il Col di Nava.

Venuto meno il traino di Monesi, si è lentamente spenta l’intera vallata. A Mendatica si sono rimboccati le maniche, anche se un piccola parte del paese resta in disparte, assente e con quel senso di menefreghismo (o rassegnazione) che non porta da nessuna parte. Anche le pietre sanno che solo l’unione fa la forza. Lo sanno certamente  a Mendatica, ma non tutti collaborano. Bisognerebbe saper copiare, ad esempio, da quanto è recemente accaduto a Laigueglia dove dopo anni di visioni e rivalità, lotte, a volte  sacrosante come sul fronte edilizio, hanno finito col presentare una lista unica. L’opposizione non si cancella, ma è giocoforza restare uniti, almeno sul fronte dell’amministrazione civica.

Mendatica ora attende, e qui le campane sono davvero flebili, la seconda tranche della seggiovia. Il tempo passa, le date progettuali non vengono rispettate. Forse sono stati commessi errori di valutazione, di progetto, anche a livello di indicazioni comunali, ma a questo punto senza Monesi locomotiva è difficile prevedere il rilancio economico, turistico.  La recente riunione a Limonte di Piemonte per riaprire la vecchia strada militare attraverso il ‘paradiso ambientale delle Navette’, può avere la sua importanza. Però non si tratta di una soluzione strategica. Qualcuno, a tutti i livelli, si faccia presto carico. Senza badare ai colori e alle convenienze elettorali.

La giornata di festa ha avuto il suo momento di esaltazione popolare quando è stato scoperto, alla presenza anche del vicario generale della diocesi, monsignor Giorgio Brancaleone, un grande quadro con l’elenco dei sindaci della storia mendaighina. Il ‘ritratto’ sarà esposto nell’aula consigliare a perenne ricordo di chi ha avuto oneri ed onori a reggere le sorti del paese.

L. C.

Mendatica, il momento in cui è stato scoperto il grande ‘affresco-quadro’ che riporta i nomi di tutti i sindaci del paese

 

LE  SEQUENZE DEL SOPRALLUOGO DELL’ASSESSORE REGIONALE BARBAGALLO

 

   


L.Corrado

L.Corrado

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