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Loano, il ‘cavaliere del lavoro’ che sfida cinesi e la crisi


Quante ore di lavoro macina da anni, in una sfida tutta volontaria, Paolo Fiori, giovane commerciante di Loano specializzato nella vendita dei prodotti per orto, giardino, sementi, floricoltura, mangimi ed attrezzature annesse? Dalle 8 del mattino apre la serranda per abbassarla a sera inoltrata. Orario continuo e nessuna festa comandata religiosa o civile. Ormai è un mito tra residenti, turisti, passanti sulla trafficata via Aurelia. Un stacanovista che riesce a battere guinness comuni a molte realtà asiatiche presenti nel Bel Paese e ovviamente  a Loano e lungo la fascia costiera.

Poco più di un anno fa ci eravamo occupati di questo straordinario, per alcuni aspetti eccentrico personaggio del mondo commerciale. Manco a dirlo Paolo (nella foto), nipote del mitico fondatore “Pietro Fiori“, non è alla ricerca di pubblicità o di guinness  dei primati. Non è lo stravagante che vuole farsi notare. Un cittadino normalissimo, dalla cura della persona all’abbigliamento, al modo di fare, che ha fatto una singolare scelta di vita.

La dedizione al lavoro totale. Lo avevamo già scritto: un esempio unico non solo nel pianeta commerciale loanese e oltre. Parlare di lui, è un po’ come risalire alle storie delle vecchie generazioni prima dell’avvento della ‘società moderna’. Chiamiamola così.

Paolo non è all’antica, ma ha una sua idea, una coerenza e stile a fronte di tante altre realtà. Quando gli si chiede perché sta dedicando l’esistenza, anima e corpo, all’attività, risponde col sorriso, tra il serio ed il faceto: “C’è tanta gente che si lamenta di lavorare troppo, io ascolto soprattutto la passione. Nessuno mi obbliga. Lo faccio volentieri e basta“.

Un cittadino come lei, nella sua attività commerciale, meriterebbe il ‘cavalierato del lavoro’, quello conferito dalla presidente della Repubblica ai ‘benemeriti’….Dovrebbe persino essere un personaggio da raccontare davanti al piccolo schermo, dalle televisioni che fanno informazione di massa.  Datutti coloro che lo apprezzano concordano.  Un caso unico almeno in questo angolo di Patria. Paolo sorride, non ha tempo di riflettere e rispondere. Ci sono i clienti che pressano e lui, da sempre, fa tutto da solo, corre dentro e fuori. Dall’esterno dove sono esposti decine di vasi di fiori e piantine da giardino, all’interno del negozio. Innaffia, riordina,  senza farsi distrarre. Ogni tanto due chiacchiere con i conoscenti.

Cosa risponde: “Io cavaliere? C’è tanto altro a cui pensare, io sono qui, non curo le pubbliche relazioni, non ho promoter, grazie, grazie, ma devo badare al lavoro, la gente sta aspettando“. C’è la nonnina, la mamma, la casalinga, giovani e adulti, il contadino, ormai una rara attività.

Lui non ha modo di annoiarsi,  cosa che invece accade a tanti commercianti in tempo di crisi.  E non sempre per colpa loro. Anche se il successo di un negozio a volte dipende proprio dalle capacità, dall’intuito, dal rapporto col cliente, tra calmierazione dei prezzi e assortimento. E  un po’ di fortuna non guasta. Il miracolo nel commercio è alla stregua degli eventi soprannaturali.

Dove vuole arrivare il nostro imbattibile ‘signor controcorrente’?  Il trionfo commerciale ha tanti sbocchi. I nonni Fiori erano ammirati e rispettati, per serietà e dedizione al lavoro. Il primogenito Daniele, papà di Paolo svolge con successo la stessa attività nel negozio di Savona e sui principali mercati settimanali, con ampio spazio espositivo e vendita; il fratello Gianni manda avanti un altro negozio in via Dalmazia ad Albenga. Da loro è possibile trovare  molte realtà tipiche dell’ortofrutta ponentina. Prodotti che in anni passati avevano fatto la fortuna e la nomea del mercato agricolo della piana ingauna e delle terre coltivate, dal mare alla collina. Poi l’avvento di mattone e cemento ha inghiottito, ben remunerato migliaia di ettari, cancellando una vocazione con secoli di storia.  Si diceva ottimi terreni, baciati dal clima. Ora tutti palazzi e case. Il progresso? Il benessere?

Avevamo scritto che Paolo Fiori, a Loano e dintorni, è diventato l’emblema del ‘maratoneta’ dietro il banco di vendita. Un ‘italiano vero’ – ricorda una canzone di successo – che meriterebbe l’attenzione di chi non perde occasione per impartire lezioni di buon governo della cosa pubblica. A cominciare dai confini della nostra città? Coraggio Paolo, Loano se desta e ascolta !

 


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