A NOLI UN PATTO TRADITO. Alla luce dei probabili ulteriori misfatti di cui ormai si parla sempre più insistentemente e che riguardano, ancora una volta Via Belvedere, la mia memoria storica da ex Sindaco mi riporta a rivivere quel travagliato ma produttivo e risolutivo periodo nel quale furono annullate ben 211 licenze edilizie, quelle delle famose “case rurali”.
LETTERA APERTA
Con ciò, intendo scrivere questa lettera aperta a tutti coloro interessati a quella vicenda che ancora sono in vita ( è un piacere constatare che sono ancora in tanti), ai loro eredi in particolare perché forse non sanno, per ricordare cosa effettivamente accadde in quelle infuocate quanto chiarificatrici assemblee di fine anni 1970 nella sala consiliare e concluse con la definitiva stesura del primo Piano Regolatore della Città, laddove , attraverso una convenzione mirata, le licenze venivano “sanate”. Nel contempo portare a conoscenza anche la popolazione e le categorie economiche locali interessate, su come si sono svolti i fatti, di come il territorio dell’ex area ferroviaria avrebbe dovuto trovare soluzione ad uso pubblico. Ed invece…
Due anni dopo l’insediamento della mia prima elezione a Sindaco, nel maggio 1975, una denuncia arrivata in Regione induce la stessa ad aprire un’inchiesta su presunte licenze edilizie illegittimamente rilasciate dal 1968 sino ad aprile 1975. Vale a dire quelle che facevano riferimento alla legge “Ponte”, le licenze esclusive per “case rurali“. Si trattava di licenze rilasciate non in conformità alla normativa di legge, ragion per cui venivano identificate e classificate dalla Regione come “lottizzazione di fatto” e quindi illegittime, tra l’altro perchè carenti in tutto o in parte delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria. Queste anomalie erano da subito recepite dalla nuova Giunta, tanto da decidere e quindi decretare, in attesa di necessarie valutazioni/considerazioni, il non doversi procedere ad ulteriori approvazioni da parte della Commissione Edilizia dei tanti progetti presentati e di quelli già in attesa di firma del sindaco (luglio/agosto 1975).
La Regione avrebbe voluto condurre, attraverso i suoi uffici e la sua organizzazione, tutta la operazione politico/urbanistica/finanziaria. L’Amministrazione Comunale di Noli da me presieduta si oppose, anche e sopratutto per poter trattenere in loco i proventi finanziari previsti per ottenere la sanatoria. Tra il 1978 e la fine del 1979, nell’elaborare il primo Piano Regolatore per la nostra cittadina, le licenze riconosciute illegittime e carenti di opere di urbanizzazione primaria e secondiaria venivano racchiuse in cinque zone. L’operazione urbanistica e legale veniva così concordata con la Regione: per ciascuna di queste zone, i costi a metro cubo variavano a seconda degli interventi previsti e comunque necessari all’urbanizzazione primaria e concordati con gli utenti con progetti mirati per la realizzazione dell’acquedotto, fognatura, strade, illuminazione. Per le opere primarie già eseguite in toto od in parte o per le rimanenti per le quali i proprietari si impegnavano a realizzarle in proprio, i relativi oneri venivano di conseguenza stralciati.
Il Piano Regolatore veniva definitivamente approvato dalla Regione nel 1982. In particolare la “sanatoria”; nel frattempo quasi tutte le opere di urbanizzazione primaria furono eseguite sui territori di pertinenza, e comunque ultimate poco tempo dopo dai privati, oltre che dal Comune, laddove si rendeva necessario l’intervento pubblico per l’identico scopo. Mai più carenza idrica, eliminati gli odori provenienti dalle fosse biologiche o perdenti sulle colline di Noli, il valore immobiliare di ciascun manufatto acquistava, di conseguenza, un incremento esponenziale. Nel complesso, un risultato a vantaggio di tutta la comunità, anche grazie al coraggio e all’onestà dimostrata da parte di tutti i Consilieri, alcuni di loro coinvolti nell’annullamento, ma che comunque hanno votato a favore dell’iniziativa in Consiglio Comunale ( non sono usciti dall’aula per interesse personale) per poi dimettersi e difendere, con il loro personale ricorso al TAR, la strategia appositamente studiata e promossa tra tutti gli aventi causa con il conforto dei loro legali e la regia legale/operativa del Comune.
Ora,trattandosi di lottizzazione, la legge prevede anche i costi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione secondiaria, in questo specifico caso aree da destinare e attrezzare a parcheggio e verde pubblico. Dopo difficoltose, estenuanti trattative sia con i privati che con la Regione, visto che non si riusciva a trovare, in ciascuna delle singole cinque zone, aree da destinare a tali usi, veniva concordato (e fatto accettare in maniera forzosa dalla Regione anche perchè il Comune doveva estinguere positivamente il contenzioso con ciascuna di queste licenze presso il TAR) di far versare la somma di due milioni di lire come “una tantum” per ciascuna licenza. Ultimo atto questo, eseguito dai privati presso la Tesoreria del Comune e che certificava il definitivo requisito per riottenere la legittimità della licenza. Dunque denari, lire in allora, incassate dal Comune per allestire questo tipo di servizio “ad uso pubblico”, ma dove?.
Siamo alla fine degli anni 70, la ferrovia ha dismesso da poco il suo servizio. Con Delibera di Giunta e conseguentemente nel Piano Regolatore Generale viene contemplato “l’esproprio” di tutta l’area ad un prezzo simbolico, da contrattare in futuro in fase di definitiva acquisizione, ma con destinazione ben precisa :”USO PUBBLICO“.
E’ proprio in quelle focose assemblee che, di fatto, viene identificata nell’ex area ferroviaria la zona dove, nel prossimo futuro, gli oneri di urbanizzazione secondiaria versati dai proprietari delle licenze edilizie annullate (tutte nelle zone collinari del territorio di Noli, comprese quelle di Tosse), dovranno trovare realizzazione. E’ l’equivalente di una stretta di mano, un patto tra galantuomini. D’altra parte, quale migliore o sostitutiva realizzazione si poteva ricercare se non in quella di trovare sull’area ferroviaria, appunto, l’utilizzo, la necessità di un servizio così importante? Aree verdi e parcheggi pubblici nel cuore di Noli!
Dopo l’approvazione del PRG (1982), in attesa di riperimetrare l’intera zona ex FFSS prevista dal Piano Particolareggiato del Centro Storico (adottato all’inizio del 1990), su idea/schizzo di Ino Beiso (costo ZERO), con relativo progetto del Geom. Rissone (COSTO ZERO), viene demolito il rilevato ferroviario tra la galleria Chiariventi e il torrente S. Antonio, per realizzare l’attuale sistemazione pubblica/sportiva, con al centro la nostra “piazza montecitorio…”.
Quando il Sindaco Pino Niccoli acquista nel 2000 per un miliardo e mezzo di lire (s.e.o.) l’intera area ex FFSS di tutto il territorio di Noli, immagino definisca il congruo prezzo di esproprio del suolo per uso pubblico come a suo tempo deliberato. Infatti, nelle due zone dove sono previsti gli unici interventi per la costruzione di garages sotterranei, quelle di Via IV Novembre e Via Belvedere, i progetti di sistemazione sovrastanti le due aree di pertinenza prevedono l’uso a verde e parcheggi pubblici.
Se è vera la novità che si prospetta per Via Belvedere, e cioè che quelli che comandano nella maggioranza, (con il bene placido della minoranza???) di fronte ad una proposta di variante di progetto privato, l’accettano e di conseguenza permettono di far costruire appartamenti e garages sull’ex area ferroviaria cancellando di fatto l’utilizzo ad uso pubblico della zona tra il torrente e la ex stazione, credo non debba passare inosservata.
A prescindere dal fatto che una precisa domanda me l’ero posta avendo osservato, da subito, come dalle strutture portanti si fossero lasciati uscire i tondini di ferro utilizzati per le gettate (lo documentano le foto), ben al di sopra della relativa pavimentazione a tetto dei tre piani di garages, area da destinare ad uso pubblico, come prevista nella convenzione e Conferenza dei Servizi.
Tale situazione che è ben constatabile ancora oggi, chissà, “Andreotticamente pensando”, se già in allora volesse preludere e predisporre futuri interventi urbanistici atti a risarcire le cospique spese sostenute fuori programma nella seconda metà del 2009, tra l’altro, credo mai autorizzate come progetto da parte del Comune, anche se lo stesso ed i condomini interessati nel vedere e subire il costante cedimento strutturale della loro abitazioni, erano uniti e d’accordo con Z&R srl che tale intervento stava attuando.
Sono già dieci anni di disagi che la comunità e tutta l’economia nolese soffrono per i risultati ultra negativi per colpa di chi non ha saputo (o voluto) gestire con la serietà dovuta una serie di atti e fatti tutti documentati da testimonianze verbalizzate dalla Polizia Giudiziaria, oltre carenze riscontrate sia in fase progettuale che durante la realizzazione delle opere. Il tutto messo in evidenza da indagini peritali per conto di Tribunale e Procura della Repubblica. Non dobbiamo trascurare l’azzardo tra l’aprile e il tragico 14 dicembre, quando tutti, Comune per primo, concordavano che cercare di finire la costruzione dei garages a tutti i costi significava mettere in sicurezza la collina. Lo stesso Comune che ha sempre assicurato che tutto si sarebbe risolto per il meglio, ha infine trattato, attraverso ordinanze sindacali accompagnate da denuncie chi il danno ha subito alla stessa stregua di chi l’ha procurato. Tanto che oggi, alla resa dei conti che non tornano, in particolare per quelli del civico 18 e 16bis i quali si trovano non solo sempre fuori casa come quelli de civ.14 e 16 ma con una palazzina da demolire, lo stesso Comune si trova a che fare con una nuova società, come sempre una srl, la Levy appositamente costituita per rilevare il concordato preventivo e dettare le condizioni a lei favorevoli. Sembra quasi di tornare al 2007, allorquando la Z&R srl dettava lei le condizioni, pena la richiesta danni, ed il Comune cedeva e concordava.
Oggi, sul nuovo tavolo verde, sarà interessante vedere come i nostri amministratori giocheranno la partita. Dimostreranno sino all’ultimo la loro incapacità gestionale (esclusa forse quella della raccolta della spazzatura) nel disconoscere, per questa occasione, un patto sempre valido nel tempo da galantuomini, tra Comune (pro tempore) e intestatari di licenze annullate nel 1979? Che risposte saranno in grado di dare a tutti coloro che hanno pagato gli oneri per i parcheggi da poter usufruire nelle loro discese dalla collina per fare spese o quant’altro?. Così come l’uso di parcheggio pubblico per l’ospite turista che vuole andare a comprare una pizza, un gelato, fare un giretto per il centro storico.
Oppure, e qui vorrei tanto sbagliarmi, (ma non credo) favorire le esigenze liberatorie di chi ha commesso errori. Probabilmente anche da parte dello stesso Comune che rischia di essere ‘indagato’ per danni grazie all’incapacità gestionale degli attuali responsabili amministrativi. Inoltre degli altri aventi causa, sottraendo di fatto spazi ad uso pubblico, per concederlo in cambio di volumetria ad uso immobiliare a privati (?). Sarebbe un impatto non solo urbanistico ma pure e sopratutto morale: la mancanza di mantenere la parola data. E a questo siamo abituati.
Da parte mia era doveroso ricordare a coloro che diedero fiducia all’amministrazione comunale da me presieduta quanto sopra descritto, anche perchè, se delusi e ritenendosi di conseguenza traditi, ne sappiano trarre le relative conseguenze.
Carlo Gambetta
AUGURI!!! E’ NATA GIORGIA: CARLO E MARIAPIA GAMBETTA 9 VOLTE NONNI
Gli amici collaboratori di trucioli.it partecipano alla gioia dei nonni Maria Pia Gambetta e Carlo per l’arrivo dell’ultima nipotina Giorgia, la nona. Un avvenimento non certo abituale ai nostri giorni e non solo a Noli. La pargoletta allieterà la casa di mamma Marta Gambetta e Giovanbattista Dellepiane. A far da compagnia alla sorellina la primogenita, Bianca. Giorgia non sara certamente sola, tanti cuginetti l’attendono per festeggiare l’avvenimento. Ci sono Matilde e Margherita, con Maria Carla Gambetta. Giada e Lars con Marina Gambetta. Amelia, Alfredo e Agata con Arturo Gambetta. E ovviamente i rispettivi coniugi e i premurosi nonni. Forse la cicogna ritornerà per un nuovo gioioso primato. Gli auguri non bastano. Grazie ai Gambetta e non solo, per questo buon esempio di vita in famiglia. Nonne, nonni, genitori esemplari. Avanti, coraggio. Ad multos annos !