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Alassio alle elezioni: chi vincerà e per chi tifa Belfagor


Il vero’ Belfagor da  un anno tace.  Imbalsamato. Dal rifugio, ora nei pressi della Gallinara, ‘ascolta’ le voci di Alassio impegnata ad incoronare il prossimo sindaco, tra vittoriosi e sconfitti. Trucioli.it aveva anticipato che l’amico di sempre, Angelo Galtieri, è il più ‘accredito”. I ‘poteri forti’ e trasversali di ‘Savona che conta’ sono dalla sua parte? Trucioli ha sbagliato, invece, le previsioni per il ‘giornalista mastino’ Daniele La Corte? Si è arreso? Antipatico? Ad Alassio la ‘svolta del rinnovamento’ vero si è persa per strada?  

Ma forse finirà in bellezza. Dagli aeroporti romani rimbomba l’eco: La Corte non desistere, travestiti da Beppe Grillo, urla che non è vera l’indiscrezione stampa di un’alleanza Pd – Galtieri e sei spacciato.  La Corte tieni duro perchè hanno anche messo in giro la notizia che sei un ‘debole’, malvisto, invece Belfagor scommette che non puoi deludere gli amici perbene. Se non sarà così e ti cali le braghe scatenerò tutti i diavoli della Baia del Sole. O la va o la spacca, dall’inferno comando io.

Ormai dopo giorni di attesa, indiscrezioni, incontri più o meno riservati, cellulari roventi, i giochi di palazzo hanno ridisegnato il futuro governo della città? Si parte da un punto fermo. L’80 per cento della popolazione alassina – votanti e non votanti – ha paura di cambiare. Si sussurra che pure il buon La Corte (Belfagor, ad Alassio, ha solo proseliti ed un paio di avversari, record mondiale) dopo un’onorata e brillante carriera professionale, era convinto che  mettendoci la faccia, informando a dovere i concittadini, organizzando in piena primavera sei incontri pubblici con soddisfacente presenza di ascoltatori, avrebbe dato la spinta determinante nella direzione auspicata. Rinnovamento, scatto d’orgoglio di volti nuovi, non compromessi, cultura del buon governo. Niente grandeur.

Lui  (La Corte) avrà per caso sbagliato esordendo, negli incontri pubblici: “Non sono qui per chiedere il voto, ma per ascoltare proposte concrete, la disponibilità per riportare speranza nel futuro, da troppi anni chi amministra promette tante cose e ci troviamo in queste condizioni”.

Avrà sbagliato ad insistere che il Comune di Alassio non può essere affidato a consorterie di interessi, a gente con conflitti di interesse, a ripetere, azzardare di far parte di chi non ha nulla da difendere, se non quello di perseguire il bene comune. Non solo, in momenti di drammatica emergenza per tante famiglie chi amministra la cosa pubblica (eletti) avrebbe fatto un gesto di buon senso e coerenza a rinunciare ad ogni prebenda. Ci sono esempi di virtuosità.

Avrà sbagliato a sostenere che il turismo è soprattutto sinonimo di marketing e come dovrebbe fare un’azienda deve dare priorità assoluta a tutto ciò che incentiva promozione, qualità del messaggio e delle manifestazioni. Aveva citato, in una serata a Imperia Tv, la dimenticanza dell’Alassino d’oro a personaggi da anni legati alla Città del Muretto: i Lavazza,  eredi Armando Testa,  i Pininfarina, i Zegna.

Avrà sbagliato a credere che dopo lo strepitoso successo dell’anticasta, del voto di protesta del Movimento 5 Stelle, le persone oneste che non mancano,  avrebbero avuto il sopravvento sugli ‘inciuci’ e sull’illegalità diffusa.

Avrà sbagliato a non proporsi, riverente, al mio carissimo ex presidente provinciale degli albergatori (Galtieri) che oltre all’attaccamento alla meritocrazia, ai risultati, l’avrebbe accolto a braccia aperte nella sua ‘corte’, soprattutto con la rinuncia-sorpresa di una big alla Matilde Tomagnini.

Avrà sbagliato a immaginare che Stefano Bonagura, inquilino del Comune, personaggio di solida caratura dopo aver servito la Patria e la Polizia con onore, fosse apprezzato dalle categorie commerciali di Alassio, stanche dell’invasione costante dei vu’ cumprà e dell’abusivismo dilagante. Sarà lui l’uomo dell’ordine, capace  di vincere la ‘guerra’. Ripristinare la legalità smarrita.

Avrà sbagliato a ipotizzare che la valente funzionaria Piera Olivieri, dopo essere emigrata nel regno di Rosy Guarnieri, sindaco leghista di peso, di polso, concreta, moderata, autorevole, non avrebbe stretto alleanze – si ipotizza in queste ore – con le truppe vincenti di Galtieri. Ad Albenga, Piera ha parenti illustri e nell’intero comprensorio è ammirata per l’impegno sociale disinteressato.

Avrà sbagliato a non valutare che i maggiorenti alassini (pochi esclusi) pur incoraggiandolo, incitandolo, spronandolo, si sarebbero assopiti a quel detto: “ qui la gente ha paura“. Ma di che cosa? Non certo dello stimato imprenditore del commercio Enzo Canepa, chiamato a far da bandiera ad un Pdl perdente. Non dell’avvocato Emanuela Preve, promotore dell’associazione “Alassio civica” e sostenitrice di coraggiose proposte di cui Trucioli.it ha scritto. Non dei grillini locali che si sono smarriti sulle montagne russe.  Non del combattente giovane Casella, sempre coerente nell’ideologia della sinistra storica.

No, siamo certi, ad Alassio, ormai da anni sono spariti gli ‘impresentabili’, i fautori dei privilegi acquisiti, della cementificazione continua, della collina da sfruttare, gli amici degli amici delle raccomandazioni parentali, degli incapaci a rilanciare il paese,  dello sfruttamento irrazionale della sua spiaggia meravigliosa, dei chioschi e dei dehors, dei parcheggi a pagamento, dei box a metro d’oro.

A guidare Alassio non saranno né i peggiori e tantomeno i mediocri, ma le migliori risorse della matura comunità. Esperti e preparati di amministrazione pubblica. Ricchi di altruismo e disinteresse personale.  Con curricula da fare invidia ai primi della classe.

E’ vero, Belfagor tifava per un sindaco super partes (ammettiamolo, La Corte radiografato aveva  punti a suo favore), nel contempo ero pronto a certificare la vittoria del primo sindaco rosa della storia cittadina. Da una parte la Zavaroni col suo ‘pozzo di voti’ e di credibilità, oppure a 60 anni e tanta esperienza doveva essere l’ora giusta per la nostra tenace Olivieri.

Alassio, pur con tutte le sue problematiche, è fortunata. A parte sindaci della stazza di Grollero e Testa, ha avuto dei  campioni del rilancio economico e turistico –  non si può negare l’evidenza – della ‘politica del fare’, del sano sviluppo edilizio e delle principali infrastrutture, della rigorosa gestione del denaro pubblico, della pressione fiscale su categorie e cittadini gestita con oculatezza (forse qualcosa è scappato), dell’efficienza dell’acquedotto, della depurazione delle acque, della viabilità.

Quasi quasi un modello da additare all’opinione pubblica, agli invidiosi. Peccato che con Robertino Avogadro siano prevalse piccole incomprensioni personali ed abbia dovuto arrendersi. Peccato che non si possa più contare sulla dinamica intraprendenza del votatissimo super Marco Melgrati. Peccato che i nostri ‘fratelli’ della comunità massonica restino divisi e non  possano esprimere al meglio il loro ‘vangelo’  della trasparenza. Peccato che i ‘poteri’ all’apice di questa operosa provincia siano rimasti a guardare. Alassio però ha deciso finalmente uno scatto d’orgoglio. E cosi vissero tutti felici e contanti. Noi indiavolati e menzonieri esclusi. Ci perdoneranno? Auguri di tanta fortuna. Alassio resta regina.

Belfagor   


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Belfagor

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