Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

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Savona il grande morto: Pumt 2010, piano urbano mobilità e trasporti. I box? Sono pochi e costano 3 volte che a Torino


Lettera alla Giunta ed ai consiglieri comunali di Savona. Il PUMT sembra essere “morto”, non ci sono notizie che sia in rielaborazione, ed in caso quali sono le indicazioni politiche.  Si può andare avanti senza PUMT? Certo! Ma è una cosa seria continuare ad andare avanti a “vista” senza un piano? No, non è una cosa seria. Si va avanti senza nessun quadro di riferimento, si opera forse come nei paesini di 300 abitanti, dove sindaco ed assessore ad ogni problema chiamano il vigile urbano ed il cantoniere e cercano di risolvere il problema.
Ma se per il paesino la procedura va bene, non va bene per una città come Savona!
Intanto intendiamoci su che cosa è un PUMT. Un PUMT è un punto di convergenza tra la volontà politica di fare delle cose per la città, con l’esperienza di uno professionista che coordina un team di specialisti, esperti di viabilità, di urbanistica, e di tutte le discipline afferenti. Questo specialista deve fare un piano che coniughi la volontà politica allo “stato dell’arte” ed anche alle risorse a disposizione. Tutto costa, ed allora il piano può anche proporre diversi scenari tra cui scegliere, o proporre un piano da realizzarsi in diversi scaglioni, per riuscire a commisurare le risorse con le esigenze.
Sta di fatto che solo così si riesce a fare in modo che anche scelte piccole, strada facendo, siano compatibili con quelle scelte globali, che sono appunto la “politica” del comune nel medio termine.
A Savona è così? Non sembra!
Intanto il PUMT è stato “solo” approvato dalla giunta, e non dalla commissione di competenza, nè dal consiglio. Pertanto nulla di fatto. E ci mancherebbe che non fosse stato approvato neppure dalla giunta, ovvero dal committente!
Che cosa non va? Vediamo 12 punti fondamentali.
1) Che cosa non va del PUMT presentato in sala rossa il 5 novembre 2010
Un lavoro da notaio: evidente il disagio del dott. Luigi Torriani nel presentare un PUMT “non suo”: infatti ha esordito dicendo di aver avuto “un compito ben delimitato”. D’altronde ad un lettore attento appare comunque chiaro quale è stato questo limite e noi, dopo lettura di quanto pubblicato dai giornali nei giorni precedenti, già lo evidenziammo. Un piano che sostanzialmente è un’antologia del passato, non analizza lo stato di fatto con sufficiente obiettività e profondità, non tiene in nessuna considerazione realtà pesanti, quali il traffico da levante, piazza Leon Pancaldo, e proposte varie,  (nuovi accessi a Savona da levante, Villapiana, casello Albamare, collegamento porto-corso Ricci-Aurelia bis proposto dalla Port Authority, e tante altre) ma cerca di dare soltanto un collante organico a quanto proposto dall’amministrazione negli anni passati, senza quindi una visione indipendente, sistematica ed obiettiva.
2) Uno spreco di denaro pubblico?
Certamente: qualcuno in questo comune ha voluto sprecare soldi in questa iniziativa col solo scopo di affermare che quanto fatto finora, in concreto o come progetto di massima, è cosa buona ed intoccabile. Gli altri glielo hanno lasciato fare. La presunta disponibilità al colloquio dell’amministrazione non trova riscontro nei fatti: il 30 luglio 2010 chiedemmo via mail un incontro con Polinomia: nessuna risposta! E’ ovvio che un buon lavoro è basato sull’analisi di dati e di situazioni. Noi avremmo voluto dare il nostro contributo. Ci è stato negato. Non era forse obbligatorio, ma certamente in netto contrasto con la disponibilità dichiarata. Un PUMT poi lo abbiamo sempre detto, e lo suggerisce anche la legge, avrebbe dovuto essere fatto per il comprensorio, solo Savona è abbastanza un controsenso, visti i problemi dell’area.
3) entriamo nel dettaglio di che cosa non va
Secondo Wikipedia: Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile. Esso consiste, da una parte, nella raccolta di evidenza empirica e misurabile attraverso l’osservazione e l’esperimento; dall’altra, nella formulazione di ipotesi e teorie da sottoporre nuovamente al vaglio dell’esperimento.
Ho citato questa definizione perchè io l’ho sempre adoperata, e perchè vedo proprio in questo, la prima grossa lacuna di questo documento. Una buona raccolta dati, ed una buona analisi dello stato di fatto, sono essenziali, sono la prima e più importante fase di ogni progetto serio: sbagliate queste cade tutto il castello. Spesso da una buona indagine iniziale scaturiscono le soluzioni automaticamente. Non è stata per nulla sviluppata la parte dei punti attrattori: ospedale, porto, scuole. Nessun accenno al fatto che quando attraccano 4 navi Costa simultaneamente si ha un picco di maggior traffico di ben 2500 auto e bus!
4) entriamo un po’ più in dettaglio:
Dall’analisi dei documenti pubblicati sul sito del comune come bozza preliminare del PUMT osserviamo che sono stati fatti troppo pochi rilevamenti: soltanto 9 postazioni di rilievo con apparecchiature automatiche per 24 ore, altre 18 postazioni manuali nell’intervallo 7,00-9,00 ed eventualmente 17,00-19,00, 4 conteggi agli incroci, ed interviste ai conducenti sull’origine-destinazione in 7 sezioni in solo ingresso in orario 7,00-9,00.
Quindi conteggi troppo limitati come numero, troppo limitati come estensione oraria, O/D non sufficientemente articolata. L’origine/destinazione prevedeva 8 aree in città, 3 aree di corona (corona=aree del comune di savona esterne all’area centrale) ponente, valli e levante, ed altrettanti aree fuori Savona, ponente, valli, levante. Ad esempio da levante sarebbe molto importante aver discriminato l’origine del traffico tra Albissola Marina, Albisola Superiore, Celle, Varazze, Stella ed entroterra. Poi c’è anche da fare un rilievo alla presentazione: troppe tabelle e troppo poca leggibilità dei dati! Se si riportano i numeri in accesso da via Matteotti (Aurelia da Albisola) su una mappa, si vede che dei 1786 ingressi 339 (19%) vanno a Villetta-Valloria (ospedale?), 1115 (62%) in centro 510, nucleo storico 163, darsena 308, Costa 24, Villapiana 110, mentre il restanti 332 veicoli, 19%, vanno genericamente Oltreletimbro.
5) Il vantaggio di una rappresentazione su una mappa
Basta guardare la mappa, che abbiamo realizzato utilizzando i dati, che balza agli occhi la destinazione della maggioranza dei veicoli da levante: infatti dei 1786 veicoli da levante, 339 vanno subito a Villetta/Valloria, mentre i restanti 1447 proseguono verso piazza Leon Pancaldo, per andare in maggioranza in centro 1005 e Villapiana 110, mentre solo 332 vanno Oltreletimbro.  Va da sè che l’Aurelia bis futura può essere di interesse “reale” solo per quel 19% che va Oltreletimbro. E questa forse è un dato che dovrebbe far meditare chi ancora si ostina a pensare che l’Aurelia bis è la soluzione di tutti i problemi del traffico. Darà una mano, ma c’è bisogno anche di altre soluzioni viarie.
6) che cosa avremmo voluto in più da un PUMT? Simulazione come elemento di progetto interattivo!
Vorrei ancora dire qualche parola sui dati: a parte la moda della simulazione, che spesso non modella niente o sbaglia vistosamente, i dati sono assieme alla modellazione delle strade la base per avere una modellazione seria, efficace, utile della realtà. Vorrei invitarvi a vedere la tabella in appendice A pag 8: ebbene questa ci dice che la velocità media ad Albisola Capo è in corso Mazzini di 39 km/h e di 44 km/h a seconda del senso di marcia. Mi sembra assolutamente poco veritiera.
Quindi dati scarsi e modello poco accurato. Che cosa vorremmo? Ebbene da una simulazione ben fatta e disponibile si può ottenere molto: avere in mano uno strumento attivo e di progetto: vedere ad esempio l’effetto dell’Aurelia bis, l’effetto del casello Albamare, l’effetto del ponte sul Letimbro a Villapiana, l’effetto dell’abbattimento del ponte di via San Lorenzo e della conseguente riattivazione di via Falletti quale strada interna di quartiere. Queste sono le cose serie che noi vorremmo per confrontarci su scenari basati su una simulazione che dice la verità, che dice sui reali effetti degli interventi. Per questo insistiamo tanto sui dati e sulla simulazione.
7) Incredibile! Il casello Albamare non serve, basta l’Aurelia bis!
Più che amareggiati siamo sorpresi. Nell’ingegneria parlano i numeri: si confrontano diverse soluzioni, si analizzano i risultati, che sono tipicamente numeri. Numeri di veicoli, velocità medie. Quì il casello Albamare è stato liquidato così:
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PUMT
5.3.1 Rete autostradale e viabilità interurbana 
La rete autostradale copre le tre principali direttrici che si dipartono da Savona (Genova, Torino e
Ventimiglia) e i due caselli di Albisola e Savona/Vado sulla A10 sono posizionati in modo da coprire i due
quadranti (occidentale ed orientale) della città a distanza del tutto ragionevole dal centro città; si tratta di
circa 4,5 km di distanza dal centro, che – percorsa ad una velocità di 30÷35 km/ora – significa un tempo di
circa 8÷9 minuti di percorrenza.
L’assetto della rete autostradale e dei suoi caselli risulterebbero quindi ottimali se non fosse per la
collocazione, già citata, del casello di Albisola in pieno nucleo urbano di Albisola Superiore, con evidenti
problemi di accessibilità da Savona nelle fasce di punta e/o nei periodi turistico/balneari.
A soluzione di questo problema è stato proposto un nuovo casello autostradale sulle colline dietro
l’Ospedale di Savona in località Albamare; si tratta di realizzare sia il nuovo casello (a meno di 2,5 km dal
casello di Albisola) sia la viabilità di appoggio: infatti attualmente manca in quel comparto una viabilità
primaria sulla quale “appoggiare” il casello.
Si tratta di una soluzione tecnicamente forzata, viste le asperità orografiche, la distanza esigua con
l’esistente casello di Albisola e le dimensioni dei relativi bacini di traffico, ed in controtendenza con la
scelta ormai consolidata di realizzare la tratta di Aurelia bis fra Savona e Albisola.
La soluzione ottimale per Savona appare quella di risolvere in loco (in territorio di Albisola Superiore) il
collegamento fra l’Aurelia bis e il casello di Albisola e convogliare i finanziamenti sovracomunali nel
miglioramento dell’assetto del raccordo A10/A6 e nel completamento dell’Aurelia bis.
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Di “tecnicamente forzato” c’è solo il giudizio del tecnico responsabile del progetto PUMT! Non mi pare proprio che abbia preso in considerazione i dati di traffico che il casello attirerebbe e tutte le altre considerazioni “tecniche” per esprimere un giudizio di tale genere. Ma a completare il giudizio su chi è pronunciato in tal modo parla chiaro il fatto che non ha tenuto conto che l’Aurelia bis terminerà a Luceto! E quindi che negli orari in cui la gente si sposta il tragitto Savona centro-casello di Albisola il tempo necessario sia di 8-9 minuti è pura fantasia. Alle 4 di mattino è il tempo giusto di percorrenza!
8) che cosa altro non va?
La totale omissione di alcuni “progetti caldi”, quali il parcheggio di via Falletti che andrebbe ad ostruire l’unica via di accesso possibile da levante, e la proposta dell’ente porto di connessione del porto all’Aurelia bis oltre il Gabbiano. Questo progetto lo si può vedere sul sito del comune (PUC): dal porto si passa sotto il Priamar ed ai giardini per emergere verso la piscina, e quindi accedere, tramite una rotatoria di ampie dimensioni posta sopra al fiume, a corso Viglienzoni e corso Ricci. Primo problema la divisione della città dai giardini, secondo problema la rotatoria sul fiume, terzo problema i sottopassi che sventrano Corso Ricci. Ma il traffico, non vorremmo eliminarlo dalle città? Con questo progetto mi pare di no! Ma non converrebbe allora ripensare ad una copertura del fiume? Corso Ricci potrebbe diventare un bellissimo parco urbano, ed il traffico scorrere più lontano dalle case. Ma sarebbe comunque sempre traffico in città! Noi come comitato proponemmo il casello Albamare e la sua prosecuzione con un tunnel sottomarino dalle funivie al centro del porto per togliere tutto il traffico possibile dalla viabilità urbana. Ci sembra ancora meglio!
9) Il PUMT propone qualcosa per piazza Leon Pancaldo?
NO! Il PUMT non ha nessuna idea per migliorare piazza Leon Pancaldo, che invece, secondo noi è un “tappo” alla scorrevolezza molto importante. Noi avevamo proposto di cambiare il senso di marcia di via Paleocapa e di entrare in Savona attraverso via Berlingeri con un senso unico fino a piazza Mameli. Anche questa idea non è stata minimamente presa in considerazione, e quindi il tappo della Torretta lo avremo ancora per molto. Un’altra idea che suggerimmo era un ascensore a levante della galleria sull’Aurelia per l’ospedale: arrivava direttamente nell’ospedale, al pronto soccorso ed analisi. E’ il tragitto più breve e comodo. Nel PUMT è stato suggerito un’altra sistemazione dalla rotatoria futura di via Scotto al parcheggio dell’ospedale. Un tragitto più lungo e costoso, passa su una frana, e parte da una rotatoria, area difficile per i pedoni e per le fermate autobus, e termina in un’area aperta e scomoda.
10) piste ciclabili
sono state prese in considerazione molto superficialmente, senza almeno un progetto di massima, senza definire le caratteristiche comuni che devono avere, ad esempio lo stesso colore di fondo.
Un problema annoso, che non è mai stato affrontato seriamente ed organicamente, e che anche oggi non lo è. Il PUMT 2010 ha “accennato” dei tracciati per future piste ciclabili. “Accennato” e non “progettato”. Infatti ha solo indicato dei possibili percorsi, e quindi è stato troppo vago.
Se analizziamo poi la realtà attuale, l’estensione dei percorsi ciclabili a Savona ci bastano abbondantemente le dita di una mano. Sono solo tre! La prima è anche una “mezza” pista ciclabile, e sta in Corso Ricci: mezza perchè è a senso unico. Va in un solo senso: al ritorno il ciclista che fa? La seconda è in via Nizza. Un tratto rettilineo, interrotto ad un incrocio intermedio, senza la minima protezione per gli utilizzatori. Il comune rifacendo i marciapiedi avrebbe potuto farli più larghi ed inglobare la pista ciclabile. Non lo ha fatto, ed ha lasciato la pista ciclabile divisa dalla strada solo tramite una riga verniciata. Oltretutto la corsia della pista ciclabile non è verniciata del classico colore rosso, pertanto la si confonde con la strada. Inoltre le strisce che delimitano questa pista ciclabile terminano 150 metri prima dell’abitato di Zinola, lasciando i ciclisti a pedalare in una strada larghissima, ma senza “limiti” per le auto.
Dall’altra parte la pista termina poco prima della rotatoria con la deviazione verso piazzale Amburgo: qui c’è una sequenza di cordoli e scalini impressionante! Altro che pista ciclabile, altro che barriere architettoniche! La terza pista ciclabile è quella delle Officine. Anche questo “spezzone” di pista ciclabile presenta problemi. Intanto di visibilità. Le righe disegnate confondono, ed il percorso della pista non è chiaro: ci vuole sempre un po’ di sforzo mentale. Ma poi è estesa solo nella zona Officine, e sia a levante che a ponente termina bruscamente, anche in modo pericoloso.
Se guardiamo l’imbocco verso Savona, anche un’auto potrebbe facilmente prenderlo. Arriviamo all’ultimo spezzone: via Stalingrado. E’ in via di costruzione il tratto che dalle officine porta alla rotatoria di via Vittime di Brescia. Va bene questo? Io credo proprio di no! I pochi metri del marciapiedi allargato, rubati alla strada che è stata ridotta da tre a due corsie, sono stati usati male! Invece di fare una pista ciclo-pedonale il più larga possibile, e che comunque sarebbe stata appena sufficiente, in una certa zona si è realizzato un marciapiedi stretto, delle aiuole a mezzaluna, una pista stretta ed a zig-zag! Evviva la fantasia! Ma quale funzionalità? E poi la pista ciclabile, anche qui non raggiunge la rotatoria di via Vittime di Brescia. 
Non credo ci vogliano delle straordinarie capacità nel capire che i maggiori pericoli nella circolazione stradale si incontrano negli incroci e nelle rotatorie. Pertanto è lì che bisogna operare per avere attraversamenti pedonali ed attraversamenti per le biciclette che garantiscano la sicurezza. Una rotatoria non deve essere progettata solo per le auto. Deve essere progettata per auto, moto, camion e naturalmente dall’altro lato pedoni e biciclette. Purtroppo a Savona abbiamo una storia di rotatorie assolutamente mal progettate.
E purtroppo anche i nuovi progetti sono carenti. Anche l’ultima rotatoria realizzata, quella delle Officine, ha raggi di curvatura mal studiati, che non permettono una corretta deviazione dei camion verso la bretella di parco Doria. Questo è paradossale se si pensa che la bretella di parco Doria doveva proprio servire a deviare il traffico da via Stalingrado! E così via Stalingrado diventerà area con limite 30 km/h, ma con transito di mezzi pesanti! Ultimo ma non ultimo: avete visto ciclisti transitare sulla bretella di parco Doria? Io sì, anzi molti! Ed allora viene spontaneo chiedersi: ma questi progettisti lo sanno che i ciclisti invece di “scalare” via Stalingrado preferiscono fare la bretella perchè questa è in piano? Ed allora la giusta collocazione della pista ciclabile non sarebbe stata lungo la bretella? Una pista ciclabile ancora esisteva ed è stata distrutta: nel 1930 l’Aurelia Albisola-Savona è stata realizzata molto larga, e con un larghissimo marciapiedi, che serviva benissimo come pista ciclabile. Oggi praticamente non ce n’è quasi più traccia.
Ad Albisola è stato ristretto per creare una alta aiuola, poi tra fermate autobus, benzinai, accessi al porto, parcheggi e terza corsia (assolutamente inutile) alla Torretta, questo marciapiedi è stato completamente rovinato. In conclusione mi pare che le piste ciclabili di Savona non siano una cosa seria.
Il PUMT ha affrontato in modo superficiale il tema, non ha prodotto documenti che possano essere di guida.
11) conclusioni
Il PUMT 2010 (NON approvato!) non è una buona base per il futuro, tanti problemi non sono stati correttamente affrontati. I savonesi che vivono e lavorano in città, viste le sue modeste dimensioni, in gran parte possono andare a piedi ed in bicicletta, facendo anche poco ricorso ai mezzi pubblici: fortunati loro!  Ma invece i savonesi che vivono in cornice od anche nei comuni limitrofi e che studiano o lavorano a Genova hanno esigenze totalmente diverse: “devono” andare in stazione col proprio mezzo e lì parcheggiare. Non è un lusso, ma una esigenza creata dalla scarsa offerta del trasporto pubblico. Quanti posti auto si sono persi nei dintorni della stazioni? Perchè non hanno visto che molti treni fermi a Savona 15 minuti non fermano a Quiliano-Vado? Perchè di box a Savona ce ne sono pochi e costano 3 volte che a Torino? Il PUMT propone una nuova stazione ferroviaria a Legino, non inserita nella linea Savona-Ventimiglia, e quindi chi arriva da ponente deve andare a Savona e poi tornare indietro? ma che dire inoltre di questa proposta fatta senza nessuna analisi di traffico che la giustifichi, e senza un piano di ammortamento degli investimenti? Fantasia o professionalità?
12) un auspicio
vorremmo che il PUMT venisse rivisto alla base: dalla raccolta dati, alla simulazione, questa volta seria, all’analisi dei vari progetti ed interventi in modo aperto e colloquiale, alla ricerca di un piano efficace per la città.
Noi ci saremo!
Comitato Casello Albamare
il Presidente
Paolo Forzano

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P. Forzano

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