Trucioli

Liguria e Basso Piemonte

Settimanale d’informazione senza pubblicità, indipendente e non a scopo di lucro Tel. 350.1018572 blog@trucioli.it

Noli, scene di pesca (da non dimenticare)


Questo tipo di pesca era conosciuto a Noli come ” U FRASCHE’ “. Veniva praticato con un gozzo leggero, spinto preferibilmente da un uomo (massimo due) in posizione eretta a manovrare i remi disposti alla ‘scia’ (il contrario della voga). C’era poi il ‘fioccinatore’ usualmente in piedi sul sedile della poppa con ‘l’arma’ della fioccina per “infilzare” la preda che poteva essere un bersaglio mobile o ferma sul fondo. Infine la ‘luce’ per fare chiaro durante la ‘caccia notturna’ al pesce lungo la costa, in prossimità del bagnasciuga sino ad un massimo di sei metri di profondità. Praticamente dagli anni 90 non si è più praticata per mancanza di pesce a causa della distruzione dell’habitat, da addebitare principalmente ai ripascimenti che hanno modificato i fondi, le secche in prossimità della costa, scogliere e la poseidonia, oltre che dalle catture perpetrate da parte dei pescatori subacquei con o senza bombole, notte e giorno.

Si chiama” U FRASCHE’ ” perchè nel passato i pescatori preparavano e disponevano lungo l’arenile delle zone più pescose piccole fascine di legna secca: i rami (le frasche). Le fascine, accese una dopo l’altra, issate su una ‘picca’ e trasportate sino all’esaurimento, servivano per illuminare lo specchio acqueo e fare individuare il pesce, la preda al ‘fioccinatore’.

Con l’avvento del carburo, la ‘luce’ si è modificata per la prima volta; poi è subentrata la ‘batteria’ con una potente lampada. Il gas liquido in bombole è stato l’ultimo generatore di luce con la ‘lampara’ da una, tre, sei ‘reticelle’ . Mentre nel passato si poteva pescare solo in prossimità della battigia, sulla riva del mare, perchè la visuale dello specchio acqueo era limitato dalla luce prodotta dalle ‘frasche’ accese, con l’avvento del carburo e più ancora con la luce della ‘batteria’ e della ‘lampara’la possibilità di pesca si è spostata anche verso il largo sino a circa sei metri di profondità. Questa profondità era da considerarsi il massimo perchè l’asta di legno della fioccina non ha mai superato i sei metri, dal momento che una maggiore lunghezza non era compatibile ad un uso produttivo dell’attrezzo.

Ho scritto di ‘caccia notturna’ perchè effettivamente questo tipo di pesca si identifica in un effettivo tiro al bersaglio. Bersaglio che può essere colpito fermo sul fondo marino, di facile attuazione, o in movimento, più o meno veloce, e qui si riscontra l’abilità del ‘fioccinatore’.

Da non sottovalutare la capacità del soggetto sui remi. Quando si è in due, ad esempio, solo uno compie le manovre sui remi per rincorrere la preda che solitamente non ha un percorso diretto. Solo chi ha potuto praticarla, come il sottoscritto, questo tipo di pesca ha dato emozioni (che racconterò) e lasciato un ricordo entusiasmante, senza dimenticare la fatica di stare sette ore d’estate e dieci d’inverno sotto le stelle in un mare calmo, da pescatore.

Carlo Gambetta


Avatar

C.Gambetta

Torna in alto