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Loano il Pd rinuncia alla sede. Nei locali si vendono “sigarette elettroniche”


Il Pd di Loano non ha più una sede. Nei locali, sulla via Aurelia di ponente, è sorto un negozio di “sigarette elettroniche”, una novità. Il partito di Bersani non ha intenzione di mettersi alla ricerca di un altro locale. Oggi i mezzi di comunicazione sono tali che se ne può fare a meno?  Altre novità all’orizzonte. I rapporti nello schieramento “étempo Sandre Sindaco Lista Civica”  sono ad un passo dal divorzio? Un incontro si terrà a breve. Intanto crescono le chance di Nino Miceli, capogruppo in Regione, indiscusso leader locale. Quasi certa la candidatura al Parlamento e, numeri alla mano, elezione scontata.

Loano, la sede de Pd ora trasformata in negozio di ‘sigarette elettroniche’

Per parecchi anni, grazie all’interessamento di Pierluigi Pesce, il Pd (in buona parte erede del Pci, ma anche di esponenti Dc e del Psi) avevo potuto usufruire di locali che si trovano nei pressi della Villa Fameli. Il proprietario, Nico Dutto, non chiedeva l’affitto, in attesa di un inquilino vero e proprio.

Ora il Partito Democratico, dopo il buon successo delle primarie (383 votanti al ballottaggio, col 57,4 per cento a Bersani e il 62,6 a Renzi) , si sta preparando ai prossimi appuntamenti elettorali. In particolare alle elezioni politiche di aprile, ma  potrebbero essere anticipate. E sull’onda della crisi Pdl-berlusconiani, anche Loano deve scaldare i motori organizzativi. Se il timone del ‘capo’ vede al comando Nino Miceli, sono almeno due i più ‘quotati’ punti di riferimento. Al primo posto Giulia Tassara, tra i trentenni, al suo secondo mandato consiliare, già braccio destro (nella comunicazione) dell’ex sindaco di Albenga, Antonello Tabbò.  Laureata in giurisprudenza ed esperta nell’ufficio legale d’impresa. Il volto del rinnovamento giovanile. Al suo fianco un esponente di lungo corso, dei quarantenni, Roberto Franco, dipendente Piaggio, esponente sindacale, non certo alle prime armi nell’esperienza di pubblico amministratore dai banchi dell’opposizione.

Toccherà soprattutto a loro, con la regia di Miceli, aggregare nuove forze per lo schieramento di centro-sinistra, essere capaci di unire piuttosto che dividere. Va da se che una rottura con l’altro fronte della lista (leggi Sandre, Gotti, Garassini) potrebbe trasformarsi in autogol. Partendo dal presupposto che nessuno pretenda di imporre la sua rotta, ma come raccomanda sempre lo stesso Bersani debba essere privilegiato dialogo, il confronto sui temi che interessano prima di tutto i cittadini. Le esigene primarie, i servizi pubblici, la qualità della vita, la lotta ai pribviligi e agli sprechi di denaro pubblico. E poi bando ai personalismi o peggio ai portatori di interessi spesso inconfessabili e trasversali.

Il Pd, pare di capire, potrà fare a meno di una sede e quando si renderà necessario per un incontro-riunione, diciamo assembleare, si prenderà in affitto il locale, cosi come è accaduto per le primarie che si sono tenute al Kursaal.

Un capitolo estraneo alla politica e ai partiti è invece l’apertura negli ex locali Pd  di un negozio  di sigarette elettroniche (vedi foto).  Nel settembre scorso Il Secolo XIX aveva dato notizia  che nell’arco dell’estate avevano aperto i battenti a Savona ben tre attività.

Che cos’è la sigaretta elettronica? Leggi da internet.  Uno studio del 2004 ha stabilito che il fumo contiene 4800 sostanze chimiche diverse e 69 causano il cancro. La nicotina da forte dipendenza. Così la sigaretta elettronica nasce come aiuto per i fumatori, imitare una sigaretta dando sensazioni simili. Non brucia, non si consuma, non contiene tabacco, ma un liquido che viene vaporizzato. Non c’è catrame, né monossido di  carbonio che sono le due sostanze prodotte dal fumo. Con una spesa inferiore a 30 euro è possibile acquistare  un buon modello. Si consiglia  di ricaricare le cartucce in casa. A livello componentistico, a meno che non si usi il modello usa e getta,  la durata varia da un minimo di qualche settimana a diversi mesi. Batterie e cartucce possono essere ricaricate all’infinito. Il componente più delicato è l’atomizzatore che costa da solo 15 euro e può  durare un paio di mesi.

E’ uno dei modi per “smettere di fumare”? Lo diranno i risultati nel corso degli anni. E’ certo, invece, che i tabaccai sono in allarme, preoccupati per un significativo calo delle vendite.  La crisi, pare ovvio, gioca un suo deterrente. C’è qualcuno che avanza la previsione che per le sigarette elettroniche, di cui poco si parla, arriveranno presto gli anni del boom. E Loano, in Riviera, fa da precursore con la famiglia Taboga.

Quando il Pd loanese aveva una sua sede sulla via Aurelia

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