C’è un nativo di Mendatica, don Adolfo Porro, fra i tre frati Camilliani che hanno ricevuto il premio ‘Torinesi dell’anno’. Un esemplare riconoscimento a chi aiuta ammalati, sofferenti, famiglie e minori in difficoltà. La cerimonia si è tenuta al Lingotto. Il quotidiano La Stampa (vedi sotto) ha dedicato un ampio resoconto domenica 25 novembre.
E’ motivo di orgoglio e soddisfazione per la piccola comunità dell’Alta Valle Arroscia affezionata a padre Adolfo. Ora la conferma che la sua tenace e silenziosa opera umanitaria è stata suggellata dal prestigioso attestato, unitamente ad altri due confratelli sacerdoti con i quali divide l’assistenza a persone davvero bisognose. Alle quali dedicano, come si suole dire, anime e corpo. Non solo, veri missionari in Patria.
Don Adolfo Porro nel dicembre 2011, in una delle sue rare visite a Mendatica, aveva festeggiato con un gruppo di coetanei i 60 anni ( servizio e foto vedi ). E’ cresciuto in una semplice, onesta e laboriosa famiglia. Ha due sorelle, Valentina e Graziella, un fratello, Eraldo, nipoti, tutti fieri del loro ‘Adolfo’, del suo impegno cristiano e sociale. Sempre al fianco dei diseredati. 360 giorni all’anno. Coerente nella vita e nella missione sacerdotale.
Spiega il servizio de La Stampa: “Per aver avviato una silenziosa ed instancabile attività di accoglienza e aiuto per il sostegno quotidiano e concreto ad ammalati soli, a persone sofferenti, a famiglie e minori in difficoltà. Infine per aver stimolato la generosità dei torinesi”. Ma non solo, possiamo aggiungere.
Il giornale ricorda che è questa la motivazione con cui ai Camilliani della Comunità Madian è stata assegnato, domenica 25 novembre al Lingotto di Torino, il riconoscimento di ‘Torinesi dell’anno’. “Lo abbiamo saputo dall’ingegner Barberis della Camera di Commercio” – confida al cronista sorridendo padre Antonio Menegon che con i confratelli Adolfo Porro e Mario Giraudo da 33 anni a questa parte accoglie gli ultimi al numero 28 di via Mercanti.
E ancora: “Di solito il riconoscimento viene assegnato a una persona fisica, ma in questo caso hanno fatto un’eccezione. Siamo in tre a portare avanti la comunità, nata con l’aiuto del nostro padre provinciale, Joaquin Paolo Cipriano, e ci siamo sempre occupati di chi aveva più bisogno, italiani e stranieri, minori e adulti, iniziando dagli ammalati, è tradizione del nostro Ordine”.
Il montanaro padre Adolfo aveva scritto in una lettera indirizzata alla carissima Emidia, al signor sindaco, a don Rex, ai cari amici coscritti del ’51, ai compaesani: ” Sono fiero ed orgoglioso di essere un mendaighin e di avere le mie radici affondate in quella terra a cui sono aggrappato e che amo tanto” e concluse con una frase inquietante del Vangelo: “Se Cristo tornasse troverebbe ancora l’Amore sulla terra”. Altrove non lo so, ma a Mendatica sì, senza dubbio: voi ne siete i più veri e credibili testimoni”.
L’ARTICOLO SU LA STAMPA DI DOMENICA 25 NOVEMBRE SUL PREMIO A DON ADOLFO PORRO
IMMAGINI D’ARCHIVIO DELLA FESTA A MENDATICA NEL DICEMBRE 2011 CON DON ADOLFO