Il Sole 24 Ore di lunedì, 19 novembre, ha pubblicato la graduatoria (capoluoghi di provincia) delle mancate riscossioni di tributi e tariffe comunali. Savona è al 53 ° posto (con una percentuale del 27,9%, sul totale delle entrate proprie), Imperia sta meglio all’83° posto (12°), Genova al 97% (al 7,5%). In Liguria, maglia nera è La Spezia al 50° posto (30%).Nei bilanci dei comuni italiani ci sono 15,3 miliardi ‘fantama’. Sono le entrate da tributi e tariffe non riscosse. In sostanza sono l’espressione, in bilancio, di entrate accertate ma non ancora riscosse, e di entrate riscosse, ma non ancora versate. Rappresentano crediti dell’azienda pubblica (comuni) nei confronti di terzi: cittadini, aziende, società operative. Gli esperti della materia osservano che una certa quota di residui è fisiologica, per esempio i ‘ravvedimenti operosi’ dei saldi Ici o Imu che possono essere effettuati all’inizio dell’anno successivo a quello di competenza. I residui indicati nella tabella che riproduciamo sotto, tuttavia superano tutti i 12 mesi di anzianità, e vengono riportati da un bilancio a quello dell’anno successivo.
C’è da osservare ancora – altro rilievi di economisti – che accanto a casi estremi, esiste la diffusione quasi endemica di bilanci comunali che pareggiano in termini di competenza, ma se nella cassa le entrate effettivamente riscosse sono inferiori alle spese pagate, si alimentano deficit che i conti ufficiali non denunciano.
Su un panorama già cosi preoccupante, pende la minaccia delle ‘quote inesigibili’ di Equitalia, cioè cartelle che l’agente nazionale non riesce a riscuotere. Finora nei Comuni si è riversata solo una piccola parte di queste quote, ma con la riforma della riscossione, in calendario dal prossimo 30 giugno 2013, potrebbe esplodere una mina che le stime valutano fino a 11 miliardi e interessano, ovviamente, in misura diversa, anche i comuni della nostra Liguria. Quali conseguenze? Un nodo da sciogliere.