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Liguria e Basso Piemonte

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Festa a Mendatica, è risorta la Confraternita
In 16 rispondono ‘Eccomi’, con Emma 86 anni. La fede di Nadia,Laura,Luciana sorelle
Il parroco: ‘Siamo tutti orgogliosi di voi’


La confraternita di Santa Caterina di Mendatica tra continuità e innovazione. Hanno aderito in 16, dovevano essere 18, due assenti per malattia. Sono ormai 80 in tutta la Diocesi le Confraternite alle quali è delegato dai tre vescovi che si sono succeduti nella Diocesi di Albenga – Imperia, don Giancarlo Aprosio, origini a Pietra Ligure, parroco a Villanova d’Albenga, già pastore di anime nell’Alta Valle Arroscia.

La foto di rito al termine della celebrazione della Santa Messa: La Confraternita, i parroci, i chierichetti
Don Giacarlo Aprosio delegato vescovile delle Confraternite della diocesi Albenga Imperia

Il disastroso evento alluvionale che, l’autunno scorso, ha segnato pesantemente il suggestivo ma fragile territorio della Valle Arroscia ha solo ritardato un’importante tappa del percorso di crescita formativa della viva parrocchia dei “SS. Nazario e Celso”di Mendatica. A conclusione dell’iter preparatorio, per il 25 novembre, era stata predisposta la solenne cerimonia per Il rito di vestizione della rinnovata Confraternita di Santa Caterina, dedicata alla santa di Alessandria d’Egitto, copatrona e titolare dell’oratorio. La festa però non ha avuto luogo, le campane non hanno suonato a festa, la processione non ha sfilato lungo le vie principali. Il paese, isolato e ferito dalla furia incontrastata del nubifragio, dopo una notte insonne di ansia e di paura, si è ritrovato unito ed esclusivamente impegnato a rimuovere le situazioni di pericolo incombente, a ripristinare i servizi essenziali, a far sentire la vicinanza ai più deboli, a coloro che maggiormente soffrivano disagi e inquietudine.

Passati i momenti dell’emergenza, con la fiducia e la tenacia propria di chi è solito reagire alla prova e alla difficoltà, è ripresa l’ attività quotidiana, si è rinvigorita la vita sociale, e con questa, anche la partecipazione alle molteplici iniziative promosse dall’attivo e instancabile parroco don Enrico Giovannini: la stima dei danni agli edifici di culto, le prove di canto, i concerti, gli appuntamenti con “Vallinmusica“, il catechismo dell’Alta Valle, gli incontri di approfondimento dei compiti e delle finalità Confraternitarie.

Finalmente domenica 22 gennaio, nella parrocchiale è stata esposta la statua di santa Caterina, qui invocata come guida dei giovani e sostenitrice del loro processo evolutivo, e di san Sebastiano protettore dei luoghi gravitanti sopra Pieve di Teco, la cui cappella ha nel tempo ospitato i senzatetto transitanti o presenti in paese. Alla presenza dei santi simbolo della vita spirituale e della solidarietà umana è rinata la Confraternita di Mendatica, che, adottando lo statuto diocesano vigente, si prefigge la crescita religiosa e morale permanente, accompagnata dalla pratica costante delle opere di misericordia.

In chiesa hanno risposto “Eccomi” e hanno chiesto di entrare a far parte della Confraternita di Santa Caterina, Emma Floccia, 86 anni, il cui rispetto dei voti battesimali è iniziato da adolescente, indossando l’abito delle Figlie di Maria, in gioventù si è intensificato con l’ adesione alla Confraternita e ora nella maturità ha rinnovato la volontà di partecipazione collegiale e attiva alla liturgia e di vicinanza affettuosa verso i fratelli nella malattia e nel dolore. Accanto a lei hanno manifestato il desiderio di indossare l’abito corale Ivo Grasso, insieme al figlio Roberto, laureato in Musica, organista e direttore della corale, i bravi cantori Nadia Aicardi con il marito Sandrino Pelassa, Rita Floccia e Mara Roggio.

I fratelli Emidia e Claudio Lantrua, in primo piano, in processione per la festa della Confraternita, con il parroco don Giovannini e don Aprosio

Hanno aderito al progetto anche Tiziana Amoretti con Vincenzo Di Cianni che hanno eletto la loro residenza qui, nella casa dei nonni, le tre sorelle Nadia, Laura e Luciana Bottero fortemente legate al contesto socioculturale del luogo natio, Mara Molino, alla cui figlia Alice il Vescovo di recente ha impartito la S. Cresima, e Paolo Ramella cultore e divulgatore della nostra storia, insegnante in pensione. Con tutti loro abbiamo voluto testimoniare la forza della fede e l’appartenenza a questa Comunità in cammino anch’ io e mio fratello Claudio, che ha indossato la cappa del nonno, ricordando riconoscente l’esemplare impegno suo e quello dei confratelli del passato.

E’ stato commovente e toccante, sulle note del “Veni Creator“, con la consapevolezza della luce dello Spirito di Verità, essere accolti all’altare dal Priore Generale Francesco Martucci, dal nostro Parroco e dal Celebrante don Giancarlo Aprosio, responsabile diocesano delle Confraternite, già nostro indefesso sacerdote (fine anni settanta e inizio ottanta), sollecito animatore dell’allora numerosa Compagnia.

Con piena coscienza e sicura determinazione abbiamo preso la veste dell’uomo nuovo, creato nella giustizia e nella santità, legato ai fianchi il cingolo della purezza e dell’obbedienza, e, con il tabarrino o la pazienza, abbiamo accettato gli statuti, regolanti i doveri e i compiti assunti.

In questo momento di fervida devozione, di apertura verso il prossimo e di intensa grazia, siamo stati accompagnati dal sorriso dei chierichetti, dal calore del nutrito coro, dalla presenza delle Confraternite di Rezzo, di S. Giovanni Decollato di Aurigo, di Santa Caterina di Cosio d’ Arroscia, della SS. Annunziata di Montegrosso Pian Latte, e dall’affettuosa vicinanza del Sindaco, del paese, degli amici.

A conclusione del rito, la processione per le strade del centro, la preghiera per i confratelli defunti nel loro oratorio e la condivisione del pranzo offerto dal Comune e dalla Pro Loco nella Sala delle Carte, luogo di riunione conviviale delle occasioni rilevanti, in cui in un’atmosfera di serenità, concordia e armonia, si programmano iniziative comuni, si scambiano idee ed esperienze, sottolineate dal canto popolare e dalla musica dilettantistica, sempre capaci di legare i cuori e le menti dei convenuti.

La maggior soddisfazione di noi confratelli è stata quella di aver fatto memoria dell’impegno di ieri con l’esempio di poter traguardare alle leve di domani la necessità di manifestare concretamente l’appartenenza alla Chiesa, facendoci carico dei bisogni spirituali e materiali degni di soddisfazione, della cura del patrimonio religioso ereditato, della pratica del culto.

Già è leggibile il frutto del seme gettato, infatti per la prossima festa patronale in cui si celebrerà il rito della vestizione di Cinzia e di Giuliana, assenti alla cerimonia per malattia, altri amici hanno dichiarato la disponibilità a implementare la nata Compagnia.

E’ unanime intento che la perpetuazione della devozione tradizionale sia accompagnata da un processo di crescita per aderire ad una società in continua evoluzione e trasformazione. Solo attraverso un metodico contatto con il clero, le altre confraternite, la popolazione, il substrato culturale di appartenenza, sarà possibile crescere convenientemente per diventare veramente Chiesa Viva e Accogliente.

Emidia Lantrua

 

 

Per la festa di Santa Caterina è la prima volta che si ritrovano tre coscritti classe 1936: Italo Porro mendaighino che da sempre presidia il territorio, Renzo Pelassa, già sottufficiale alla Polstrada di Finale e Albenga ed il cugino Pierluigi Corrado, una vita spesa nella ristorazione alberghiera a Bardineto. Entrambi non hanno dimenticato la vecchia Monesi di Mendatica dove possiedono immobili

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