Marco Ballestra è già stato condannato (in attesa di appello) per diffamazione per aver ‘anticipato’ la relazione del Ministro degli Interni Roberto Maroni che ha portato allo scioglimento del Comune di Ventimiglia per asserite infiltrazioni mafiose (sarebbe utile sapere se esiste un fascicolo per presunta falsa testimonianza contro l’ex sindaco Scullino) e per aver fatto pipì in un cantiere ( facendo l’apicoltore aveva dei problemi di salute legati al veleno delle api). Altra condanna (in attesa di appello) per aver scritto di un magistrato che fu in servizio a Savona. Altri procedimenti lo attendono e incombono su iniziativa di un magistrato imperiese (con parentele importanti in loco) che si ritiene diffamato.
Chi segue il blog di Ballestra, premiato peraltro da un costante incremento di lettori, avrà appreso anche della prima udienza del processo a Caramello e delle presunte contraddizioni rese da un sottufficiale…. di Sanremo che avrebbe condotto le indagini…
Domanda:i cronisti locali, anche i meno allineati, perché si limitano a dare un’informazione-cronaca dei fatti molto parziale, incompleta. Autocensura? Una giornalista ha ‘osato’ scrivere che un teste si è contraddetto, ma senza fare il nome, né chiarire le contraddizioni (?) in cui era caduto…La giornalista è sposata…Era obbligata a seguire proprio lei il caso o era doveroso astenersi magari solo per motivi di opportunità? Di credibilità? Per rispetto verso i lettori e l’autorevole quotidiano che rappresenta?
Ho conosciuto nella vita giornalisti di talento e rigorosi che, senza inseguire il sensazionalismo, sono capaci di approfondire, al servizio del lettore, alla ricerca della verità e nel rispetto dei ruoli. Cresciuti a pane e cronaca. Svincolati da lacci e lacciuoli, da condizionamenti per paura o per comodo, mettendo in pratica la deontologia professionale. Giornalisti senza bavaglio, insomma, ricchi di coraggio ed incuranti dei potenti di turno.
(e mail firmata)
trucioli.it ritiene utile riportare anche una breve notizia che riguardava Caramello tratta da un notiziario web di Sanremo il 26 luglio 2012
E’ fissato per questa mattina l’interrogatorio di garanzia per Sandro Caramello, dipendente comunale di Ventimiglia, arrestato per danneggiamenti e minacce ai danni del titolare di una palestra. L’uomo è ora agli arresti domiciliari ed è stato sospeso dal servizio (un atto dovuto, che di fatto però gli blocca anche lo stipendio). Il fermo è avvenuto lunedì pomeriggio da parte degli uomini della Sezione Polizia Giudiziaria – Aliquota Carabinieri di Sanremo. L’arresto ai domiciliari arriva dopo la perquisizione avvenuta nelle scorse settimane, quando gli inquirenti avevano passato al setaccio l’ufficio di lavoro del Palazzo Comunale, l’abitazione e la sua vettura.
All’indirizzo del dipendente comunale, venuto alla ribalta della cronaca per la sospensione dal lavoro legata alla bottiglia di spumante custodita in ufficio “allusiva” (secondo i dirigenti) al futuro scioglimento del consiglio comunale di Ventimiglia, era stato sporto denuncia per minacce e aggressione nei confronti dell’allora direttore generale, Marco Prestileo. Il dipendente era anche stato accusato dall’ex Sindaco, Gaetano Scullino, di avere scritto sui muri del palazzo comunale e per vie della città epiteti ingiuriosi all’indirizzo del primo cittadino. L’avvocato difensore di Caramello, Roberto Cotta, sull’indagine che ha portato alla misura di custodia cautelare ha ribadito che l’inchiesta esula dall’attività lavorativa del dipendente e che non fa parte del procedimento in corso con i vertici dell’ex amministrazione comunale.
E UNA LETTERA DEL PADRE DI SANDRO CARAMELLO
Il padre di Sandro Caramello, Federico, ha inviato a Sanremo News una lettera, con allegata una missiva, scaricabile:
“Con questa lettera (cliccando QUI) sono iniziati i problemi che hanno investito la mia famiglia. Da quel momento la nostra vita ha preso una brutta piega. Non potendolo colpire nella sua attività lavorativa è stato preparato, a tavolino, un bel progetto contro Sandro. Un progetto che si sta sgretolando lentamente. Dall’udienza di venerdi è emerso, intanto, che a carico di mio figlio non esiste alcuna telefonata anonima verso i suoi accusatori i quali, quasi giornalmente facevano visita all’allora Sindaco Scullino. Mi chiedo come mai per mio figlio la Caserma dei Carabinieri di Ventimiglia, non abbia mai avuto il tempo di raccogliere le denunce e si sia dovuto rivolgere a quella di Bordighera. Mentre per altri la disponibilità era totale. Non è un caso, a mio avviso, che nello stesso giorno in cui Marco Prestileo depositava una denuncia contro mio figlio, anche Iannucci ne abbia presentata una, per non ricordo quale presunto reato. Amo questa città, dove sono nato, e non nascondo che votai Scullino e lo feci votare da tutta la mia famiglia ed amici. Quel sindaco che mi ha girato le spalle per averlo contestato personalmente per la cattiva esecuzione dei lavori di rifacimento dei marciapiedi del lungo Roya, primo affidamento della Civitas alla Marvon e per l’impianto del rilevatore di impronte digitali dei dipendenti, per quest’ultimo fatto i miei figli furono chiamati nel suo ufficio e rimproverati malamente. Da allora una serie di angherie sono state perpetrate nei confronti dei miei figli, ma oggi è sotto gli occhi di tutti, il clima che si viveva a Palazzo: o con noi o contro di noi. Sono fiducioso di poter riabbracciare presto Sandro”.
IL RECENTE PROVVEDIMENTO DEL TRIBUNALE CIVILE DI SAVONA NEI CONFRONTI DELLA CASA DELLA LEGALITA’ E DELLA CULTURA DI GENOVA
(LEGGI L’ORDINANZA DEL GIUDICE LUIGI ACQUARONE…..)
Pochi giorni prima (15 dicembre 2012) il blog Beveraedintorni di Marco Ballestra ha riportato un trafiletto (inquietante) passato inosservato. Il titolo: L’Italia ai tempi dei grandi vermi. Si dava conto che Christian Abbondanza dal suo profilo fb aveva scritto: “Chi è quel verme di avvocato di Savona che ha fatto avere al Palarama Antonio e quindi al Marcianò Giuseppe gli ‘atti riservati’ che sarebbero stati relativi ad un’indagine (in corso) dell’antimafia di Genova che coinvolgeva loro, oltre ai Gullace e Fotia del savonese? Ed ancora: chi è il grande verme che li ha dati a quell’avvocato di Savona?”
Aggiungiamo noi, a scanso di equivoci, non c’entra nulla il provvedimento di cui si è occupato il giudice Acquarone.