Improvvisamente, dopo vari fatti luttuosi ed attentati cruenti che si erano verificati nelle nazioni vicine, accadde negli ultimi giorni di quel luglio, nel territorio geografico dell’Alta Val Bormida, un fatto decisamente insolito: un disastro di grandi proporzioni che si verificò improvvisamente senza nessuna causa apparente.
I numerosi testimoni presenti in quella calda sera estiva dichiararono che tutto si era svolto nel giro di pochi secondi: la grande torre di Pisa che pende che pende e mai non vien giù, realizzata interamente di gelato alla crema e fior di latte, quasi a voler battere un record internazionale, non resse a sé stessa e precipitò con un tonfo sordo, ed una serie di rumori attutiti, nella piazza di quel famoso centro abitato che era considerato negli anni uno dei più bei borghi d’Italia.
Il gelato che aveva repentinamente invaso la piazza venne subito attaccato dalla popolazione presente che si precipitò sulla massa molle di crema e fior di latte con le bocche spalancate e le lingue fuori.
Fu uno “slurp-slurp” generale che in breve tempo fece sparire i resti della torre pendente e che nettò la piazza fino a livello di pavimentazione…
Fu ricordato come uno dei più bei disastri e la popolazione espresse grandi complimenti agli organizzatori, agli architetti dell’opera ma soprattutto ai gelatai che avevano indovinato la ricetta giusta di quella manufatto, consentendone la realizzazione in tempo di record, la repentina caduta e la rapida sparizione delle macerie commestibili.
Bruno Chiarlone Debenedetti