Mercoledì 17 febbraio 2016 era convocato, per la seconda volta, il Consiglio Comunale al cui Ordine del Giorno, tra gli altri, c’era un importante punto: lo scioglimento della SAEL, Azienda speciale che gestiva la Farmacia Comunale.
Il mercoledì precedente lo stesso Consiglio Comunale non era neppure iniziato che subito era stato rinviato: si erano dimenticati di convocare il consigliere di minoranza Pier Paolo VILLA. Cose che, assieme ad altri piacevoli episodi, succedono nell’ameno Comune di Borghetto S.Spirito dal dolce clima.
O meglio, per precisione, convocato lo avevano convocato tramite Pec (Posta elettronica certificata) che ha il valore di una raccomandata con ricevuta di ritorno, ma non si erano accorti, guarda caso, che la Pec non era mai stata recapitata, né mai avevano ricevuto l’avviso di consegna e di lettura. La causa: un “punto” non messo nell’indirizzo elettronico del Consigliere VILLA.
Di fronte ad un simile episodio ci saremmo aspettati che il Sindaco, in apertura del “Consiglio riconvocato”, dicesse due parole di scusa al Consigliere e a quei quattro sfigati di cittadini che, nonostante tutto, si ostinano a frequentare l’aula consiliare. Macché.
Il Capitano Giovanni GANDOLFO, nostro sindaco (più per poco fortunatamente), ha pensato bene di polemizzare sul fatto che VILLA Pier Paolo lo sapeva già da alcuni giorni che ci sarebbe stato il Consiglio e che quindi avrebbe dovuto essere presente ugualmente, anche se non aveva ricevuto la convocazione. Che “La forma è sostanza” lui se ne sbatte .
Ma non si è accontentato solo di questo e, come in uno degli episodi cinematografici più noti e divertenti del cinema italiano, quando Totò, facendo stilare una lettera a Peppino De Filippo, nel momento di mettere il punto esclama: “Punto! Due punti!
Ma si abbondiamo…” anche il nostro sindaco si lascia andare ad un’ironica (crede lui, che ha ben poco da ridere) e gratuita considerazione e a metà delle discussioni all’ordine del giorno non ce la fa a trattenersi e deve ad ogni costo rimarcare come “un punto” , cosa assolutamente insignificante, possa avere tanta importanza da poter annullare un Consiglio Comunale.
Lo sventurato non sapeva cosa sarebbe capitato poche ore dopo a lui, alla sua (ora molto consapevole) maggioranza e ad alcuni impiegati comunali.
Infatti la sorte arriva puntuale: con la sentenza numero 175/2016, depositata il 18 febbraio 2016, il T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale) accoglie i ricorsi presentati verso la fine del 2014 dall’avvocato Giovanni SANNA a nome e per conto dei consiglieri di minoranza ANGELUCCI, MORENO, PICASSO e VILLA.
La sentenza dice, tra l’altro: “…Accoglie il ricorso ed il ricorso per motivi aggiunti e, per l’effetto, annulla le deliberazioni del consiglio comunale nn. 59 e 60 del 29/09/2014 e n.72 del 28/11/2014. Condanna il comune di Borghetto Santo Spirito al pagamento delle spese di giudizio in favore dei ricorrenti, spese che liquida in complessivi € 4.000,00 (quattromila) oltre IVA e CPA, oltre al rimborso del contributo unificato.”
Le conseguenze sono gravissime: è come se fossimo senza l’approvazione del Bilancio.
Un macigno che cade sul Comune di Borghetto S.S. e sulla testa dei nostri Amministratori, i quali dovrebbero fare l’unica cosa dignitosa possibile: DIMETTERSI e far dimettere quelle persone che li hanno consigliati a perseguire questa scellerata linea di condotta.
Sarebbe troppo facile ora dire che ve lo avevano detto, che vi avevano avvisato: l’arrogante sicurezza dell’impunità ha portato la Giunta GANDOLFO a questa tragica sconfitta.
E anche se la Prefettura, di fronte a questi fatti, non commissionerà il Comune di Borghetto S.S. e lascerà che l’attuale governo giunga al suo termine naturale, ciò non annulla la sentenza del T.A.R. e le sue conseguenze: la Giunta GANDOLFO e la sua maggioranza è stata, di fatto, sciolta il 18 febbraio 2016, svuotandola di ogni autorevolezza e di ogni rappresentatività.
A questo punto i cittadini di Borghetto S.S. si chiedono: chi pagherà tutte queste spese? Ancora i borghettini? E no! Adesso basta. Che paghi Gandolfo, la sua giunta e i suoi consiglieri di maggioranza.
“I resti di quella che fu una delle più grigie amministrazioni borghettine discendono in disordine e senza speranza le scale del Palazzo Comunale che avevano salito con orgogliosa sicurezza”
Firmato Silvesto Pampolini