Un autunno da dimenticare per Angelo Vinai, assessore all’Ambiente e alla Protezione civile della giunta del sindaco Enzo Canepa. L’esercente, titolare attivissimo del bar della stazione (in estate concerti ed attrazioni) e socio nel bar del porto, è stato sbattuto in ‘prima pagina’, con tanto di locandine acchiappa lettori, per una presunta evasione milionaria. Lui ci è rimasto male, credeva di essere trattato come tanti colleghi. Dimenticava di essere anche pubblico amministratore ? Già a quanti personaggi della vita pubblica si chiede di rivelare il 730, la dichiarazione dei redditi, oppure grane con l’Agenzia delle Entrate, Inps ? Per fortuna c’è il gabbiano, vorace, che aiuta nelle isole della raccolta differenziata .
Povero Vinai, lui che è in prima fila nel sociale, basti pensare all’impegno ne calcio giovanile alassino. Lui che quando c’è una manifestazione non fa da spettatore, si tira su le maniche. Lui che giustificava le ripetute assenze in giunta facendo presente che nella vita prima viene il lavoro e senza lavoro non si mantiene la famiglia, i figli, l’azienda, i dipendenti. Cerca di farsi in quattro, senza dimenticare che il lavoro non solo nobilita, se non ti dai da fare per primo e tiri il carro si finisce a bagno. La cronaca di Luca Rebagliati è stata ancora una volta precisa e ‘ben informata’. Chi fa bene il suo mestiere, riesce anche ad essere privilegiato dai canali giusti. Difficile immaginare che Vinai dubiti che la ‘gola profonda’ possa essere ricercata tra le sue amicizie. Tra qualcuno della sua cerchia che l’ha tradito. Certamente è una notizia che non gli giova soprattutto sul piano dell’immagine, della credibilità, dell’opportunità che occupi il posto del pubblico amministratore che da il buon esempio pure sul fronte della ‘onestà e correttezza fiscale’. Un tema molto spinoso, per la verità. Che va a braccetto con la legge che premiava i Comuni nella collaborazione e nella lotta all’endemica fuga dalle tasse, dallo Stato vorace, che la Lega di Bossi ha sempre definito ‘Roma ladrona’. Non senza qualche torto, ma rara coerenza come si è visto proprio alla corte leghista pre Salvini.
In campo, come accade per tante altre attività e professioni, sono scesi la Guardia di Finanza (non è detto se il nucleo di polizia tributaria di Savona o gli uomini della Compagnia di Albenga) e funzionari dell’Agenzie delle Entrate, solitamente abituati al lavorar tacendo. Nel dettagliato servizio si parla di un conto piuttosto salato per gli ultimi tre anni di verifiche. Sarebbe stati sottratti a tassazione redditi per un milione e 200 mila euro. E quando ci sono di mezzo Fiamme gialle e ministero delle Finanze è difficile fare previsioni sull’epilogo finale. Un po’ quanto avviene nel contenzioso penale e civile. Comunque sono grane serie, spese certe per onorari di commercialisti ed avvocati. Ricorsi, vari gradi di giudizio. Vinai è stato abbastanza schietto con il giornalista Rebagliati: ” Ho avuto una verifica fiscale come può accadere a tutti gli operatori commerciali, onestamente non capisco perchè se ne parli, forse perchè sono assessore ? Una verifica dopo tanti anni mi sembra una cosa abbastanza normale”. Ha ragione Vinai. C’è la differenza che l’Italia ha il primato europeo e quasi mondiale della percentuale di evasione (120 miliardi rivela il presidente degli industriali) e che nelle carceri italiane gli evasori – così si ascolta in tv e si legge sui giornali- , siano una minoranza schiacciante della popolazione carceraria; al contrario di quante accade in Germania. Dove quando si apre un’attività, già al primo anno si va incontro ad una verifica e poi con un’intermittenza abbastanza frequente che diventa celerissima quando l’apparato fiscale sospetta illeciti.
Angelo Vinai, comunque sia, non deve temere, non troverà molti, nella sua Alassio, che possono scagliare la prima pietra. A meno che non salti fuori qualche brutta magagna, qualche collegamento con il ruolo pubblico. Intanto è difficile dimenticare che è stata un’estate di passione per l’assessore ‘responsabile’ del delicato settore della Nettezza Urbana. Persino messe in rete, dall’infaticabile cacciatore di scoop e disservizi, Fabio Lucchini; immagini in serie di angoli di Alassio, dal centro alla periferia, invasi da cartoni, immondizia, sporcizia, orari sballati nella raccolta. Si leggeva nello j’accuse la lesione grave all’immagine di una città turistica, al suo decoro.
Eppure da qualche giorno Angelo ha trovato un angelo vero con le ali. In Piazza Airaldi e Durante, lato monte, ci sono i bidoni per la raccolta differenziata. Con certosina puntualità il gabbiano Angelo trova sempre ‘cibo’ per la sua dieta. Solitario è riuscito a tenere fino ad oggi nascosto il buffet alla numerosa colonia che popola il litorale alassino. E a qualche centinaia di metri in linea d’aria, proprio fronte spiaggia e con un secondo ingresso in via XX Settembre, al ristorante giappone Shabu, una scena simpaticissima. Un gabbiano, sempre lo stesso, si presenta davanti al locale tra le 11,30 e mezzogiorno. L’ora che si preparano i pasti. Resta in paziente attesa che il buon cuore di un cameriere si ricordi di lui. Se c’è un passante il volatile si mette in disparte per riprendere ‘posto a tavola’ appena possibile. Non supera mai l’uscio e non si allontana a stomaco vuoto.