Il tema rifiuti urbani e discariche non ha mai fatto ‘bottino’ o presa elettorale. Anche se è di drammatica attualità per via dei costi che i cittadini devono pagare causa incapacità e mancate scelte della politica, di chi è stato chiamato, attraverso le urne, ad amministrare la cosa pubblica. Il Secolo XIX – Imperia ha aperto un ‘filo diretto’ per segnalare gli abusi, le discariche abusive. Il mancato rispetto del decoro urbano. Un tasto su cui trucioli.it si è sempre battuto, tenendo conto del turismo, del biglietto da visita. A Pieve di Teco si sono susseguiti diversi episodi, anche eclatanti, di rifiuti abbandonati. L’ultimo, nel marzo 2015, aveva mobilitato le Tv liguri. Caccia ai responsabili, pubblico ludibrio. Come è andata a finire ?
Il 18 marzo 2015 dal Comune di Pieve di Teco, responsabile Area tecnica, geometra Giuliano Maglio (è primo cittadino a Montegrosso Pian Latte), parte una missiva destinata al settore Ambiente e Viabilità dell’Amministrazione provinciale di Imperia fino a quel momento retta dal presidente Ginetto Sappa, già sindaco del capoluogo, origini in quel di Rezzo, uno zio monsignore, don Luigi Sappa, già giovane insegnante nel Seminario Vescovile di Albenga, per anni parroco arciprete del Sacro Cuore di Albenga. Ha lasciato la diocesi per trasferirsi a Sanremo, precedendo il diluvio che negli anni si è abbattuto sulla gestione del vescovo Mario Oliveri. Chi conosce don Luigi sa benissimo cosa pensava del clima che si respirava in diocesi e si racconta di qualche scontro non proprio cordiale con un paio di sacerdoti. Uomo di grande cultura ed estremo rigore, sa stare in compagnia come ha dimostrato in più occasioni Imperia Tv con le riprese alle feste e sagre in quel di Rezzo, con don Sappa ospite ai tavoli delle autorità.
Torniamo al tema principale, ovvero il caso Pieve di Teco. L’oggetto della lettera è “Rinvenimento deposito rifiuti lungo la bretella di collegamento della sp 453.” Testo: “Si segnala, per gli opportuni adempimenti di competenza, che è stato rinvenuto un deposito di rifiuti nell’area dell’ex SS 28 in località Armurasse, poco fuori l’abitato di Pieve di Teco, direzione Albenga. Stante a quanto sopra è necessario che provvediate il prima possibile alla rimozione e allo smaltimento secondo la normativa vigente dandone evidenza allo scrivente settore. L’Ufficio resta a disposizione per un eventuale sopralluogo congiunto, se necessario”. Un testo categorico, un ‘doveroso’ ultimatum, tra l’altro, in un’area dove hanno sede aziende di cui si ascolta ogni sera l’indirizzo nell’ambito di campagne pubblicitarie a Imperia Tv.
Che succede, tutto chiaro. I servizi giornalistici e televisivi sono espliciti, occorre dare la caccia ai responsabili e punirli come meritano. A Pieve si mobilita l’opposizione che appoggia la linea dura dell’amministrazione comunale “perchè se un piccolo cumulo di foglie di palma in una discarica abusiva diventa una montagna, c’è da preoccuparsi”. I responsabili non debbono farla franca come era accaduto qualche volta in passato. Le cronache ricordano la vicenda clamorosa degli inerti abusivi (una vera montagna) in località Uveghi- Busio. L’amianto nella scuola elementare e materna, sotto alcune piastrelle, durante i lavori antisismici all’edificio. E altri casi che danno da pensare.
Trascorsi una quindicina di giorni e l’Amministrazione provinciale di Imperia, col dirigente di settore ing. Enrico Lauretti, risponde. “…Si precisa che l’area su cui sono stati depositati abusivamente dei rifiuti risulta essere pubblica (non privata ndr), si segnala che l’articolo 184….classifica tra i rifiuti di qualunque natura o provenienza, giacenti su strade ed aree pubbliche, o sulle strade ed aree private come soggette ad uso pubblico ……Il successivo art 198 individua i Comuni quali soggetti obbligati ad effettuare la gestione dei rifiuti urbani, in regime di privativa…si invita codesto Comune ad effettuare le opportune verifiche al fine di accertare gli autori dell’abbandono di rifiuti ed imporre agli stessi l’onere dello smaltimento. Nel caso in cui non fosse possibile individuare i responsabili dell’illecito, codesto Comune dovrà provvedere direttamente asi sensi del combinato disposto degli art. 184 e 198 succitati. Cordiali saluti”.
Il Comune di Pieve di Teco è stato colto impreparato ? La Provincia ha esercitato quanto disposto dalla legge ? Tocca a me, tocca a te, intanto paga pantalone. Forse le indagini hanno portato a qualche risultato ? Il Comune ha dovuto far fronte alla rimozione e alla spesa? E’ probabile che alla maggioranza dei cittadini poco interessi. Eppure trasparenza e completezza dell’informazione sono un valore aggiunto nella crescita sociale. Solo chi ha qualcosa da nascondere non vuole far sapere. Una vecchia scuola di pensiero e di bassa politica. Non c’entra il codice penale, è dovere civico. Sarebbe logico, altro esempio, fa sapere ai cittadini quale sorte sia toccata alla polemica messa in campo dal gruppo di minoranza sulla presunta cresta – percentuale riscossa nell’ambito degli ‘arroscini’ all’Expo 2015. Trucioli.it aveva riportato che “nei tre giorni dell’Expo 2015, svoltasi a Pieve di Teco, per acquistare le prelibatezze, dagli hamburger allo stoccafisso, dalle verdure grigliate al pan fritto, in un assortimento di ghiottonerie, era d’obbligo pagare con gli “Arroscini”. Una sorta di moneta, nelle taglie da 1, 2 e 5, dispensata da apposite casse gestite dal Comune, a fronte del pari corrispettivo in Euro. Nei giorni successivi alla manifestazione sono sorte una serie di pesanti lamentele, che hanno chiamato in causa anche i consiglieri di minoranza, allorché il Comune, detentore dell’incasso in Euro, ha restituito ai vari soggetti solo 85 centesimi ad Arroscino, trattenendosi quindi il 15%. Molti si sono rivolti a noi per avere spiegazioni che non abbiamo potuto dare. Come potevamo ? Nessuna documentazione esiste al riguardo..”. Era il contenuto di un comunicato ufficiale, appunto. Sacrosanto sapere la conclusione ? Neanche per sogno, almeno con i mass media. In ballo dei soldini, nessuno pensa se li siano messi in tasca, ma fare chiarezza era nell’interesse di tutti, magari ammettendo, se il caso, che si era sbagliato in buona fede, un’ingenuità. Chi non sbaglia nella vita ? Peccato che si scelga la vecchia via del silenzio. Che sia un pregio sconosciuto anche in quel di Pieve di Teco ? Certamente immeritato ?