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Liguria e Basso Piemonte

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La sfida di Sara e Sergio, da Imperia a Nava per riaprire lo storico negozio di alimentari


Case di Nava. Riapre e rinasce il ‘negozio dei nonni’ aperto 80 anni fa dai Contestabile e chiuso pochi mesi fa. L’iniziativa è di una giovane coppia, Sara e Sergio, 32 e 44 anni, romani, genitori del piccolo Giordano, imperiese, compie un anno il 25 luglio. Lei disoccupata, decine di curriculum inviati, lavori saltuari a Sanremo, Imperia, Diano Marina. Lui artigiano idraulico, alle prese con la crisi. Gran passione e amore per la montagna, la natura, l’orto, i cavalli.

I coniugi Sara e Sergio nella ‘bottega dei nonni’ appena riaperta a Case di Nava

Nava (Colle di Nava e Case di Nava) non ha certo bisogno di pillole per guardare con basi solide verso il futuro, le prossime generazioni. Vivere alla giornata, senza obiettivi, programmi, lungimiranza non è il meglio che una comunità possa proporsi. La debolezza e l’interesse (solo a parole) di chi avrebbe dovuto portare avanti iniziative pilota, ha finito per impoverire aree per anni motore di sviluppo, investimenti privati, presenza di turisti e villeggianti. Le famiglie più agiate di Imperia e dintorni avevano il loro status simbol nelle ville di Nava. Realizzata in parte l’infrastruttura – collegamento viario principale (statale), in attesa di essere completata sia per servire la zona artigianale – industriale  di Imperia, resta in frigorifero il troforo Acquetico – Cantarana. La mancata realizzazione del tunnel di fatto continua a ‘baciare’ proprio Nava, al centro del traffico da e per la Riviera di Ponente, il Piemonte, alternativa alla Savona – Torino e all’Autofiori. Non è soltanto un problema di costi e di pedaggi, ma di appuntamenti fissi con code chilometriche soprattutto nei giorni di grandi rientri al Nord. Per molti week end durante l’anno.

La storia dello storico negozio di alimentari  di Nava (Pornassio) è esemplare ed emblematica. Lasciamo da parte il passato, in parte raccontato seppure per sommi capi. Chi sono i nuovi ‘sfidanti’ che scommettono sul ‘toto Nava’? Li abbiamo incontrati casualmente nel nuovo posto di lavoro rinnovato senza sfarzo, con semplicità e buon gusto, mettendo in risalto qualche piccolo cimelio degli antichi mestieri e dei montanari. Sara Giuffrida: “Nel 2010 a Imperia  ho perso il posto di lavoro che dava una certa serenità nel presente e nell’immediato futuro.  Ho iniziato a mandare curriculum senza il nasino all’insù, tutto mi andava bene purchè fosse dignitisoso. Ho trovato a Sanremo in un pub del porto, poi alla Fric di Imperia, al Molo Landini di Diano Marina. Con i chiari di luna che molte famiglie conoscono, ci siamo guardati attorno con mio marito e deciso di affittare una casa a Nava per risiedervi stabilmente. Viaggio di lavoro, per entrambi, avanti e indietro. Era l’agosto del 2013.  Mio marito, nell’imperiese, aveva un centinaio di clienti, si fa per dire, qui sulle dita di una mano. Posso fare una confidenza non richiesta ? A Nava abbiamo trovato aiuto, comprensione, disponibilità e con la nascita di Giordano la solidarietà è stata ammirevole. Quali prospettive per due disoccupati, per un investimento non proprio alla nostra portata. Gli amici del bar Sorriso ci hanno offerto questa opportunità, meritano riconoscenza, tutto il nostro umano impegno.”

Sara e Sergio (Vincioni) hanno origine a Roma, nel quartiere Centocelle. Là sono cresciuti, hanno lasciato famiglie, amici, ricordi d’infanzia, il carattere brioso ed espansivo dei romani. I neo commercianti dell’Alta Valle Arroscia dove negli anni ’50- ’60 e – ’70, ogni paese contava su almeno 5 – 6 negozi alimentari, hanno alle spalle le montagne russe di chi lontano da casa deve superare mille difficoltà e diffidenze da nuovi arrivati. Lo Stato, la Regione, la Provincia, gli stessi Comuni non hanno mai preso atto che quelle piccole realtà commerciali, in località montane ‘spopolate’, avrebbero dovuto avere  una legislazione ben diversa dalle attività dove la speculazione immobiliare e commerciale sono all’ordine del giorno. Oggi più che dal fisco, in Riviera, uccide il ‘caro affittil’. La corsa all’arricchimento, al denaro ha prodotto avvoltoi. Soccombe il più debole, in barba alla Costituzione e al Vangelo di Cristo, non quello degli uomini. La mala politica ha creato l’humus al malcostume, sfociato in corruzione dilagante, dall’alto al basso, dal centro alla periferia. Senza distinzioni  e senza politiche all’insegna dell’uguaglianza. I potenti e i poteri riveriti alla stregua dei salvatori. I ricchi non si odiano, vanno rispettati, purchè a loro volta rispettino le regole della democrazia e diano il buon esempio.

Le serrande abbassate del ‘negozio dei nonni’, ora ha riaperto i battenti

A Nava, Sara e Sergio  hanno  conosciuto la ritrosia iniziale che li circondava, la freddezza, ora “ti danno tutto, gente meravigliosa, altruisti…”  Difficile non parlare delle difficoltà a far quadrare i bilanci in famigliola e nell’attività commerciale. L’estate tutto sommato porta movimento, in negozio entra gente, ci sono i gitanti domenicali, i 30 giorni di agosto, il bel tempo aiuta, il caldo al mare pure. E poi, si cade quasi in letargo: l’inverno, le giornatacce con neve e intemperie, si può sperare nella ‘benzina’ di Monesi piccola stazione sciistica. Un negozio ha bisogno di fondamenta stabili, sicure. Per i 70 residenti di Nava c’è già un alimentari, assai fornito, di proprietà dei fratelli Porro (che l’hanno dato in gestione); l’azienda Porro, unica locomotiva economica di Nava 360 giorni l’anno, seguita dal prestigio dell’azienda alberghiera  Lorenzina – Colle di Nava. Qui Lorenzo Pasquinelli, con la moglie ai fornelli e tuttofare, un team di collaboratori professionisti e part – time,  ha puntato a valorizzare con la ‘fedeletà’ il portafogli clienti, l’impegno nella qualità a tavola. Un servizio decoroso, soprattutto la ricerca di piatti poco elaborati, gustosi, genuini; in prevalenza ricette che abbracciano alcune specialità imperiesi e del cuneese. La clientela affezionata e di buon livello restano la più omogenea cartina di tornasole.

A Nava non sarebbe neppure corretto ignorare la presenza di altre tre realtà alberghiere, ognuna con una propria caratteristica, in un caso, assai recente, l’impegno di giovani, con il rinnovamento della struttura. Purtroppo non siamo a tempi d’oro dove più o meno c’era lavoro per tutti, ad iniziare dalla ristorazione e dall’ospitalità, alla richiesta di alloggi. Persino un proprio parroco, l’ultimo fu don Gastaldi. Qui, tra l’altro, non è ancora arrivato un agriturismo, nonostante un cartello che abbiamo fotografato lo scorso anno davanti ad un locale di Verezzi (Comune di Borgio) recava un menù del giorno con la scritta formaggio dell’Agriturismo di Colle di Nava. 

Salutiamo Sara e Sergio, in bocca al lupo ! “La nostra ambizione è di riuscire a proporre prodotti di  nicchia del territorio, senza voler strafare, con rigorosa serietà, e nei nostri sogni fare spazio, in questi locali, ad una mini osteria. Poche cose e pochi tavoli.. Solo piatti preparati in casa, non è facile, non è semplice. Vogliamo mettercela tutta, senza montarci la testa, ascoltando consigli, suggerimenti, a piccoli passi”.

L. Cor.


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