L’ultima domenica di giugno con Ormea alla ribalta. Migliaia in coda per rifornirsi alla Fontana che, ha rivelato trucioli.it con i dati delle analisi del Comune, dona gratis l’acqua più leggera e salutare del Nord Ovest. Finalmente il passa parola fa ‘cultura e utile informazione’. E poi la bella sorpresa del ritorno di ‘Ormea inonda’, con via Roma, salotto del centro storico, allagata e gare d’acqua. Iniziativa nata quasi in sordina nel 2009, su idea del dr. Stefano Obbia, assessore alle politiche giovanili. Sospesa nel 2014 con la neo eletta giunta, è tornata ad animare il paese. E un’altra bella notizia. L’antica e storica ex Pasticceria Sappa torna a rivivere, altra insegna Il Sarceno, ora solo gastronomia di qualità. Leggi anche Ormea stage di danza dal 20 al 25 luglio.
La Fontana di Cantarana è tornata prepotentemente in scena, anzi ha ripreso il posto che merita. La divulgazione via web del n. 39 di trucioli.it non ha avuto soltanto un largo interesse tra i lettori – navigatori, l’efficacia del passa parola ha ‘contaminato’ positivamente migliaia di persone, automobilisti in gita domenicale. Unire l’utile al dilettevole facendo rifornimento alla fontanella. Certo, non montiamoci la testa e non contiamo balle che non servono, ne raccontano già troppe i politici ‘made in Italy’ (non tutti, per fortuna), eppure abbiamo indossato il ruolo di cronisti di strada, curiosi di sapere perchè la ‘corsa’ all’acqua di fonte con bottiglie, damigiane, taniche. Parecchi hanno letto il blog, altri hanno saputo da amici e conoscenti, persino il cellulare, facebook, habituè. La riscossa l’ha data la divulgazione della tabella ufficiale del Comune di Ormea, affissa alla Fontana, dove sono indicate caratteristiche e confronto con altre acque, più o meno blasonate, che si trovano in commercio e beneficiano della pubblicità e promozione a livello popolare. La credenza e l’abitudine tutta e da primato italiano che, a tavola, in casa, al ristorante, al bar, si beve solo acqua minerale. Un tempo solo in bottiglie di vetro da litro e mezzo litro, oggi la plastica domina. Con qualche eccezione come per la linea della storica San Bernardo (fonti e stabilimenti a Ormea e Garessio) destinata ai ristoranti, la bottiglia gocce di Giugiaro. Oppure la San Pellegrino. Il 90 per cento del mercato assorbe però il contenitore di plastica. Con una differenza ignorata, purtroppo, nella nostra Italia.
In Germania, in Austria, nei paesi Bassi, nel Nord, si paga anche il contenitore di plastica. Appositi contenitori automatizzati
restituiscono il ‘prezzo pagato del vuoto.. Nessuno abbandona l’usato. Da noi, salvo eccezioni, e chi fa differenziata al 100 per cento, la plastica finisce nelle montagne di spazzatura. Non è facilmente biodegradabile. Chi ha interesse a non imporci norme di civiltà ? La politica del ‘malcostume italico’, le lobby, oppure il menefreghismo. Peggio per le future generazioni, ovviamente !
C’è ancora una bella sorpresa nell’estate dell’Alta Val Tanaro 2015. Trucioli.it aveva riportato 4 servizi sulla storica Pasticceria Sappa, dall’esordio alla chiusura, all’amarezza del dr. Sappa, vittima lo scorso anno di un banale incidente mentre si trovava in campagna, il suo hobby. I locali che parevano destinati ad una lunga chiusura sono stati affittati da Maurizio Sasso, si è trasferito di pochi metri nella stessa via. Ex genero di Leandro Cerrato, rinomata macelleria nella quale Maurizio ha imparato arte e mestiere.
Vorremmo lasciare la testimonianza alle immagini scattate a Cantarana, nel pomeriggio di domenica 28 giugno 2015.
LA MANIFESTAZIONE ORMEA IL TORRENTE PASSA IN MEZZO AL PAESE SU GONFIABILI
La manifestazione e la gara acquatica su gonfiabili nella centralissima via Roma era iniziata nel 2009. L’idea era stata dell’allora assessore alle politiche giovanili, dr. Stefano Obbia. L’obiettivo: far divertire i ragazzi del paese e i villeggianti. Nel 2010 la seconda edizione è cresciuta. Organizzata dall’assessore, con la collaborazione della Pro Loco di cui era presidente Gian Paolo Minazzo e dalla Associazione ?Idee giovan’ legata alla Parrocchia. Si è pure riusciti, non per grazia ricevuta, ma per l’interesse agonistico, la Red Bull che ha sponsorizzato le edizioni 2011- 12- 13. E’ saltata la scorsa estate. E’ tornata a furor di richieste, locali e non, almeno così si sussurra. Nel 2010 La Stampa aveva dedicato all’esordio dell’avvenimento una pagina da GrandaEsate, titolando sulla singolare competizione e rimarcando che a dar vita al divertimento l’utilizzo di una vecchia tecnica e la naturale pendenza delle strade.
CHE COSA E’ IL BIALE ?
Il parroco, come si può scoprire navigando sul web, aveva chiesto all’allora primo cittadino Gianfranco Benzo, di scrivere alcune riflessioni sulla manifestazione. Questo il testo firmato ‘Gian’.
Un servizio utile ed esclusivo: IL “BIALE”.
Il biale o beale è un termine che non compare sui vocabolari della lingua italiana, ma per gli ormeesi rappresenta quel provvidenziale sistema destinato alla pulizia delle contrade della cittadina.
Rinviando alla base gallica “bedo”, fossa, canale, verosimilmente si tratta della traduzione in dialetto locale del termine latino beale di cui si parla al capitolo 195 del Libro degli Statuti di Ormea del 25 maggio 1295. Veniva stabilito che “ognuno sia obbligato a tener scurrato e netto il Beale, che corre per il borgo d’Ormea, verso le sue case, e tanto quanto durano le sue case, in modo che non vada l’acqua pel borgo, e mantenere il detto Beale spedito tanto dalli ponti, quanto dalli banchi e da altri edifizi, secondo quello che sarà ordinato dalli Sindici, e niuno debba tenere o fare cianca o ponte per il caroggio del Borgo, che passi dall’una all’altra casa, e ognuno che ha loggia alle sue case, debba tenervi i canali per i quali corre l’acqua che piove, in maniera tale che non cada per il caroggio maestro del borgo, e chi contraffarà in qualche cosa delle predette, paghi per il bando soldi tre, ed altrettanti per l’emenda alla Comunità, tante volte, quante haverà contraffatto”. Al successivo capitolo 196 inoltre “Si è statuito che alcuna persona non debba lavare panni nel beale, che va e corre per il Borgo d’Ormea, né ponervi cenere di bogata, né altra immondizia, e chi contaffarrà paghi per il bando soldi tre per ogni volta, ed ognuno possa accusare, e sia creduto col suo giuramento, e l’accusatore abbi la terza parte del bando”.
Piccoli canali nella via centrale del paese esistono in altre cittadine alpine soprattutto francesi, come Briançon, o Saint Martin Vesubie dove data dal 1418 ed è chiamato bealiera in “gavot” (dialetto locale) o gargouille in francese. Era stato costruito per irrigare i campi che a quell’epoca erano ai bordi delle abitazioni. Serviva anche da fogna, ed un agente municipale vigilava sulla manutenzione e sul rispetto del divieto di gettarvi immondizie dalle finestre. Era però stato inefficace durante il grande incendio del 1470. Anche a Parigi esistono quartieri con strade dotate di piccoli canali centrali laterali o a fessura, nei quali l’acqua scorre in continuazione.
Il biale di Ormea è un’altra cosa. E’ infatti del 1878 il progetto per la riforma del selciato nella traversa della Via Maestra nella città di Ormea e costruzione d’un acquedotto sotterraneo ivi per la tratta a partire dalla casa del Sig. Avv. Colombo, all’incontro della Via del Molino, ove parte altro acquedotto sotterraneo. Seguirono alcuni anni di discussione sui materiali da usare e sulla forma da dare al selciato, se concava, se convessa e su come finanziare l’opera, che venne eseguita intorno al 1882. Nella relazione del Geom. Ferraro si legge che oltre il rifacimento del selciato anche che l’acquedotto sotterraneo progettato è egli pure di sommo vantaggio, imperochè, oltre di risanare i fabbricati latitanti, serve in ispecial modo, e per lo spurgo delle latrine, e più ancora per lo sgombro della neve nell’invernale stagione, mediante gli opportuni tombini nel mezzo della Traversa coperti con apposito coperchio in pietra; nel quale acquedotto puossi introdurre una sufficiente quantità d’acqua del torrente Armella, scorrente già nell’acquedotto sotterraneo sottostante alla Piazzetta del Palazzo Comunale, in attiguità della casa del Sig. Avv. Colombo, al cui acquedotto il nuovo a costruirsi intende unirsi.
La semplicità e l’efficacia del “biale” hanno sempre suscitato l’interesse dei forestieri che lo hanno scoperto.
Nel 2008 il Prof. Paolo Villa del Politecnico di Milano, sulla rivista GSA che tratta di servizi ambientali, nell’ articolo intitolato “Acqua che va” ha così scritto:
“Le vie di Ormea. Che l’acqua pulisca non è una novità. Che sia utilizzata per pulire le strade neppure. Però c’è nel caso che sto introducendo qualcosa di unico e forse irripetibile: un sistema a caduta che per scorrimento e quindi con la sola forza di gravità dell’acqua risolve il problema dell’igiene urbana. Accade ad Ormea, un paese della provincia di Cuneo, tranquilla meta turistica, fortemente radicata a tradizioni maturate con l’esperienza. I cittadini usano da tempi memorabili un sistema che chiamano biale, basato sullo sfruttamento dell’acqua del torrente Armella.
Questa viene prelevata a monte del paese e incanalata in condotte sotterranee. Attraverso alcune caditoie viene fatta risalire al centro delle vie. Sfruttando il profilo convesso delle vie e la pendenza naturale del versante collinare su cui è adagiato, tutto il paese può essere percorso dalle acque che lavano e in inverno portano via la neve.
Più che una operazione di lavaggio è uno spettacolo a cui gli stessi abitanti assistono sempre orgogliosi di meravigliare i turisti. Pochi conoscono l’origine del sistema, ma soprattutto rimane inspiegabile come un sistema tanto semplice ed efficace non si sia sviluppato altrove.
Ho visto scomparire, inghiottite nel sottosuolo, centinaia di tonnellate di neve che ostruivano via Roma e che in altro paese avrebbero significato un disagio per un lungo tempo. L’azione è stata rapidissima, mossa da un veloce passaparola. Compaiono dal nulla le passatoie in legno per consentire il passaggio fra le due sponde del fiume, prossimo a sgorgare dai chiusini ed invadere la via. I dirimpettai sanno che hanno pochi minuti per disfarsi di tutta la neve caduta nella notte. Per metà della strada la neve si fonde nell’acqua ancora prima che questa la spinga nelle botole. Come fosse acqua calda. Per le parti più esterne, si interviene con pale e scope per spingere la neve fresca e soffice nel flusso deciso dall’acqua. Il tutto finisce all’improvviso, rapidamente come era cominciato. Il sistema impressiona per l’intelligenza, la velocità l’efficacia. Nessuna energia meccanica, elettrica è chiamata in gioco: non viene utilizzata nemmeno una goccia di carburante. Per chi passa un quarto d’ora troppo tardi rimane solo un inspiegabile aria di pulizia in uno scenario imbiancato.”
I ragazzi di Ormea hanno recentemente trovato il modo di inserire il “biale” anche in apprezzati giochi con l’acqua.
Gian