Oscar Colombo si è spento nei giorni scorsi a Loano. Sono rimasti qua e là gli ultimi manifesti funebri. Il sonno eterno nella tomba di famiglia del vecchio composanto. Loano degli storici, delle pompe funebri associate, del popolo roboante di facebook, è rimasta senza parole. Chi era Oscar ? E’ stato l’inventore dei primi film di polietilene utilizzati in agricoltura, una rivoluzione nell’allora piana agricola più estesa e fiorente della Liguria. Era il 1966 quando un giovanissimo esordiente di giornalismo segnalò al candidato sindaco, Felice Elice, in corsa per il secondo mandato, quel nome, lo aveva conosciuto e scoperto parlando con il cittadino lungimirante, Oscar Colombo appunto. Entrò in lista non fu eletto, ma dava preziosi consigli.
Un loanese, di antica famiglia della città dei Doria, ha chiuso gli occhi, questa volta dopo aver raggiunto una veneranda età. Lo incontravo fino a pochi anni fa, in biciletta in via Bulasce (Bulaxe per studioso e storico locale prof. Antonio Arecco); in discesa in sella, in salita spingeva a piedi la due ruote, con il sacchetto del pane dell’antica panetteria Tassara di Borgo Castello. Una persona di poche parole, incapace di alzare la voce, riflessivo, preferiva ascoltare piuttosto che giudicare. Il figlio Marco Colombo. classe 1963, artigiano del settore intrapreso da papà, ma con brevetto della saldatura del polietilene (Ma.co.plast) per la copertura delle serre, attività a Riva Ligure dove abita anche la sorella Ornella, primogenita, racconta : ” Il nonno, loanese, era marinaio, capo fuochista, ha girato il mondo, ascoltare le sue avventure sui mari era un piacere”. La nonna era genovese, i Cassanello. A Loano coltivavano terreni nella zona delle Vignasse, sotto l’Ospizio Marino. La seconda generazione dei Colombo, nata nel secolo scorso, erano due fratelli, il primo si era già spento qualche anno fa. L’album di vita di Oscar è una raccolta straordinaria e d avvincente di pagine da narrare. Giovane contadino, operaio in una ditta di Como che commerciava frutta e verdura all’ingrosso sul mercato di Milano. Poi la scoperta dei primi teli dipolietine, è diventato artigiano, ha aperto un laboratorio nella casa delle Bulasce che fu distrutta da un incendio per corto circuito nel 1981 e ricostruita, dove sono cresciuti Ornella e Oscar, dove vive la vedova, all’anagrafe Enita, anzichè Anita colpa di un errore di trascrizione allo stato civile. Oscar ha conosciuto successivamente gli anni d’oro del boom economico, soprattutto una fiorente e redditizia agricoltura, nella piana ingauna erano ortaggi e primizie, nell’estremo imperiese i fiori. Con mille mq. di pomodori già si campava bene, pensate alle primizie nelle serre allora tutte in legno, ai fiori recisi. Era la generazione che ha prodotto le fortune di cui hanno beneficiato i figli, i nipoti. Era una vita grama, è vero, giornate da 15 ore con la schiena piegata o al sole. La pelle arsa dal sole, la fatica segnata nel viso. Ammucchiavano fortune, non conoscevano feste, ferie, vacanze, non hanno potuto godersi tanto benessere, conti in banca persino a 9 zeri, ricordava negli anni ’70, il rag. Fassino, cassiere al San Paolo di Albenga e storico corrispondente del Secolo XIX. La fascia costiera possedeva ‘pozzi d’oro’, non c’erano soltanto le fabbriche nel comprensorio di Savona ed in Valbormida, la Piaggio a Finale Ligure; c’era la fabbrica assai più produttiva dell’agricoltura. Oscar Colombo da artigiano che ha lavorato fino a 75 anni, ha conosciuto quell’epoca d’oro, il valore del lavoro, della rettitudine. Un uomo qualunque con la garanzia di essere stato cittadino perbene, peccato che come la vita, sia passata inosservata dai più anche la dipartita. Troppo tardi dirgli grazie, ascoltare i suoi consigli.
Luciano