Una bellissima tradizione religiosa, le generazioni pre e posto Ultima Guerra sono state testimoni di cosa significava, nelle città e in particolare nei paesi dell’entroterra, la più importante Festa eucaristica della chiesa cattolica. Le strade interessate alla solenne processione coperte di petali, a tappeto, le mura delle case ornate da ginestre e rami verdi, fiori alle finestre, i canti solenni, le confraternite negli abiti tradizionali, il prezioso baldacchino mobile con il celebrante, tra le mani l’ostensorio d’oro con il SS. Sacramento, la benedizione finale. A Ormea c’era anche l’ormai vecchio cronista che 52 anni fa aveva assistito, da pendolare, alla giornata di fede, svaghi, autoscontri, in compagnia di 6 coetanei albenganesi, oggi compianti.Non è il primo anno, inizialmente con trucioli savonesi.it, poi con trucioli.it, blog di volontari che non ospita pubblicità e da libera voce all’informazione anche dell’Alta Val Tanaro, della Valle Arroscia, con un crescente successo di lettori – navigatori. Essere correttamente informati dovrebbe la base di ogni società civile e democratica. Tenere saldi i valori, i ricordi di tradizioni, dell’etica come strumento di scuola di vita, è la stella polare che ci accompagna e ci accomuna a tante persone di buona volontà. E’ vero non sono più i nostalgici tempi di ricordi della gioventù, dei primi amori, degli incontri innocenti, mano nella mano, sguardo nello sguardo, degli autoscontri. Un giorno di gran Festa per Ormea, a quei tempi ancora popolatissima, ricca di iniziative, di lavoro della terra, di pastorizia, gli anni d’oro della cartiera che dava occupazione annuale a centinaia di persone, uomini e donne, giovani. Il nostro gruppo era habitué di Ormea, delle domeniche, delle feste, delle serate danzanti; si pranzava e si cenava nella mitica trattoria Del Vapore (oggi con altra gestione), si ascoltava per ore il juke box nel bar accanto alla stazione luogo di incontro della gioventù.
Domenica non c’era la gran folla di quei tempi, non è colpa di nessuno, solo dei tempi cosiddetti moderni, dove tutto cambia in fretta, dove in peggio e dove in meglio. In molti paesi gli anni hanno spazzato vie le tradizioni, le feste dei nostri avi. A Ormea come ad Oneglia la tradizione vuole lo spettacolo pirotecnico, i fuochi artificiali. In Riviera e in molte città d’Italia ci sono stati sindaci che negli anni di crisi per milioni di famiglie, li hanno aboliti, il denaro destinato ai poveri, ai più bisognosi. I fuochi che illuminano il cielo risalgono, si legge nei testi storici, alla belle époque. C’è chi non voleva perdere quelli di San Giovanni ad Oneglia, ma neppure quelli di Ormea che richiamavano tanta gente. Tanto che un Corpus Domini senza fuochi non sarebbe più un Corpus Domini. Così come le ghirlande che quest’anno hanno suscitato qualche critica all’amministrazione comunale per i troppi buchi nella copertura dell’infiorata. Ad Ormea la tradizione sono le ghirlande, le più apprezzate a memoria d’uomo sono quelle di maggiociondolo, quest’anno sfiorito in anticipo. Ad Ormea era la festa più sentita e partecipata, senza pretese vogliamo mostrarvi qualche immagine, per non dimenticare, in onore di tutti i partecipanti.
ORMEA ANTIQUARIATO DEL CUORE EDIZIONE 2015