La tornata elettorale regionale del 31 maggio scorso ha registrato un calo degli elettori del 15% rispetto a quella europea di un anno fa, ma soprattutto per la prima volta i votanti sono scesi al 50% degli aventi diritto. Significativo può essere il confronto con i dati storici precedenti.
Prima del suffragio universale del 2 giugno 1946, senza il primo voto delle donne, questa era la massima percentuale possibile, peraltro mai raggiunta.
Al primo voto nazionale del 1861 partecipò il 2% della popolazione oltre i 25 anni, con il sistema maggioritario a doppio turno e gli elettori selezionati per censo e capacità ( professori universitari e di scuole secondarie, oltre agli addetti alle professioni liberali ). Nel 1882 votò il 7% della popolazione oltre i 21 anni, che avesse pagato un tributo ridotto a 19 lire dalle 40 precedenti. Inoltre poterono votare tutti coloro che avessero frequentato i primi due anni di scuola elementare, indipendentemente dal reddito.
Dal 1912 fino all’abolizione fascista del voto del 1923, ebbero diritto di voto i maschi sopra i 30 anni, oppure i maggiori di 21 con un tributo versato di 19,20 lire, oppure che avessero svolto il servizio militare.
Dunque quello di questi giorni è un evento storico negativo eccezionale, se si pensa che fino agli anni ’70 i votanti furono intorno al 90%. Un indice della sfiduciata partecipazione al sistema democratico rappresentativo e una sconfitta di tutti i partiti i quali non sono più riconosciuti in grado di rappresentare le aspirazioni di metà della popolazione oltre i 18 anni.
Un vero regresso ai tempi pre- suffragio universale, la cui conquista fu assai sofferta.
Probabilmente un altro segnale della disgregazione sociale in atto e una rinuncia a un diritto fondamentale da parte di persone di tutti i ceti sociali e di ogni età e cultura, che mentre si presta a valutazioni contrapposte, impone la ricerca delle cause scatenanti. Si nota immediatamente la mancanza da parte dei partiti, della doverosa autocritica connessa ai problemi reali del paese, mentre emerge chiaramente una specie di scontro di potere tra e dentro di essi, che giunge fino agli esposti alla magistratura.
Ma da parte degli elettori si tratta certamente di un atto di protesta assoluto, forse l’ultimo dei segnali non violenti motivato dallo stato di emergenza generale del paese, in alcuni degli ambiti strutturali ai quali sono molto sensibili i cittadini, ma che non rientrano nel campo delle proposte del sistema politico dei partiti.
Ma è sicuramente anche una denuncia di impotenza rispetto alla effettiva possibilità degli elettori di incidere sulle reali situazioni politiche del paese.
– Lo stato di emergenza sociale ed economica, connesso alla più grave crisi mondiale di sempre, impone sacrifici rilevanti che di fatto vengono ripartiti in modo non equo, tanto che una generazione di giovani è privata della possibilità di accedere al lavoro e di definire un progetto di vita.
Per contro il 10% della popolazione possiede metà della ricchezza del paese.
Ma il governo e il parlamento hanno elevato l’età del pensionamento di 7 anni e non hanno in agenda, ultimi tra i paesi più progrediti, il sussidio di cittadinanza per i disoccupati.
A tal proposito il governo invece di imporre l’ Imu sui terreni agricoli, potrebbe per esempio proporre una adeguata forma volontaria e incentivata di incontro tra i proprietari e i disoccupati, al fine di coltivare i terreni abbandonati.
– Lo stato di emergenza morale connesso alla corruzione diffusa nella società, nelle istituzioni e nelle amministrazioni pubbliche è l’espressione opposta della solidarietà sociale indispensabile nei momenti più critici.
Il quadro è definito anche da un livello di evasione fiscale delle grandi rendite finanziarie soprattutto,che da sola sarebbe in grado di sanare completamente le situazioni negative nazionali.
Inoltre sono eticamente inaccettabili, sia le sproporzionate risorse del bilancio dedicate agli armamenti super tecnologici e di attacco, mentre la Costituzione prevede solo un esercito da difesa, sia i super emolumenti e vitalizi riservati alle caste dei politici e dei super burocrati.
Infine assai discutibili appaiono gli sproporzionati investimenti in numerose grandi opere che producono scarsi vantaggi funzionali e irrilevanti ricadute economiche diffuse, ma al contrario portano vantaggi quasi esclusivamente ai pochi grandi gruppi economici.
Senza dimenticare che tra le pieghe della loro gestione si annidano spesso interessi lobbistici e corruzione anche di stampo mafioso.
– La terza emergenza che assume i caratteri del paradigma fondamentale mondiale, è quella dell’ecologia.
E’ ormai diffusa la consapevolezza della indispensabile necessità di svolta dall’economia basata sull’energia fossile e sul saccheggio delle risorse naturali, verso quella verde e della sostenibilità dei consumi sociali compatibili con i cicli naturali bio-geologici del sistema solare, i soli capaci di garantire all’umanità un futuro equilibrato nel benessere generale.
Tuttavia i poteri economici-finanziari-industriali, e quelli governativi -parlamentari, non traducono in programmi concreti l’alternativa ormai obbligata, che non dovrà più essere antropocentrica, ma basata sulla salvaguardia e la gestione conservativa della natura.
Persino gli Emirati arabi, i più ricchi petrolieri del mondo, stanno investendo in questo modello alternativo. Noi invece continuiamo imperterriti lungo la china del dissesto geologico sicuro.
Ma soprattutto non esiste un piano tecnologico ed energetico per la transizione verso una società sole- dipendente, a inquinamento zero nei settori dell’energia elettrica, della mobilità e del condizionamento, senza il quale in futuro ancora una volta dipenderemo dai lungimiranti paesi ex petroliferi.
-L’ultima emergenza, ma l’unica che possieda le potenzialità sopraordinate a tutte le altre, è quella della cultura, intesa sia nel settore dell’educazione scolastica e della ricerca scientifica, sia in quello della tutela e valorizzazione dei beni storici, artistici e ambientali, secondo lo spirito dell’articolo 9 della costituzione, un patrimonio il nostro che vale la metà di quello mondiale.
In realtà si constata che la riforma della scuola viene imposta in contrasto con la totalità delle sue componenti e in presenza della mobilitazione sindacale più ampia mai realizzata.
Risulta evidente che le modalità di un investimento, peraltro notevole di risorse dedicate al futuro del paese, debbano essere definite in accordo e con la partecipazione più qualificata, organizzata e partecipata possibile.
Il tutto al fine di formare i futuri cittadini, preparati, solidali e ricchi di senso civico, morale e culturale, indispensabili per la costruzione di una società migliore.
Rispetto ai beni culturali, la potenziale maggiore industria del paese, soltanto la consapevolezza e la determinazione di organizzare in un unico sistema, tutte le componenti istituzionali, private e del volontariato, al fine di tutelarli e gestirli rendendoli fruibili, contribuirà alla soluzione delle emergenze critiche nazionali.
Dunque soltanto qualora i partiti fossero capaci di compiere una vera rivoluzione copernicana, al fine di mobilitarsi per la risoluzione di queste e altre emergenze, allora non solo sarebbe possibile uscire dalla grave crisi congiunturale in modo equo e solidale, ma si ritornerebbe anche quasi naturalmente, ad una auspicabile molto più ampia partecipazione elettorale.
Giovanni Maina
NOTA DI REDAZIONE : Un plauso all’architetto Giovanni Maina, origini torinesi, una vita in Riviera, a Spotorno, animato da grande ‘amore’ per le bellezze di Noli, antica Repubblica Marinara, gioiello in parte distrutto dall’insipienza, ingordigia, incapacità dell’uomo, in parte serbatoio di ricchezze storiche e naturali da valorizzare senza estremismi e senza integralismi ambientali. Maina è stato presidente ligure della prestigiosa Italia Nostra onlus senza scopo di lucro, di cui fu attivo e tenace presidente il giornalista alassino Mario Fazio, inviato speciale de La Stampa; la figlia è presidente della sezione di Alassio di Italia Nostra, il figlio editore di successo e di coraggio (Chiarelettere), basti pensare ai libri “Il partito del cemento. Politici, imprenditori, banchieri. La nuova speculazione edilizia” dei giornalisti Marco Preve, Ferruccio Sansa, prefazione di Marco Travaglio. E ancora, per restare in terra ligure, ‘ Autori: Garibaldi, Massari, Preve, Salvaggiuolo, Sanza”. Il figlio del ‘grande Mario‘ è tra i soci del battagliero Il Fatto Quotidiano.
I contenuti descritti nei due volumi avrebbero dovuto rappresentare una pietra miliare per una svolta della politica, delle coscienze, del confronto, del riscontro anche in questa campagna elettorale per la Liguria. A prescindere da colori, ideologie. Nulla di nulla è rimasto dei temi affrontati dai colleghi giornalisti. Anzi, se è vero che la distruzione ambientale è trasversale, se è altrettanto vero che la regione Veneto in assoluto risulta, con la Liguria, la più divoratrice di aree coltivate e verdi , ecco servito su un piatto il responso elettorale del Veneto. E in Liguria ? L’alternanza, insegna l’esperienza delle democrazie più evolute e messe in pratica, resta un traguardo ottimale per le democrazie. Chi sbaglia paga e non viene premiato, E’ vero che aumentano i ricchi che detengono un potere immenso, ma a dispetto del comunismo e dei neo miliardari cinesi, le disuguaglianze sociali nei paesi occidentali sono assai minori.
In Liguria il popolo di sinistra – o meglio chi crede o pretende di rappresentarlo – ha dato il massimo esempio dell’irresponsabilità e la diserzione al voto di massa (nella ex democristianissima Imperia degli Scajola, in versione Forza Italia, ha votato il 45, 78 % degli elettori). Il big, già Cgil, poi sindaco di Bologna, parlamentare europeo (Cofferati)da 18 mila € euro il mese, diventato protagonista in Liguria dove ha preso residenza, si è fatto paladino dell’etica e della moralizzazione a sinistra ? Forse non conosce alcuni esponenti della sinistra – sinistra che hanno governato in Regione, in Provincia, nei Comuni; forse non conosce cosa è accaduto negli anni nel popolo dei sindacati promossi sempre a professionisti della politica. Certo, ci sono anche tanti che praticano, con coerenza, la fede di sinistra, diciamo pure della giustizia sociale e non del tornaconto personale, famigliare.
In Tv Cofferati ha ripetuto fino alla noia che ci sono state palesi e sfacciate infiltrazione della destra, persino in ambienti collegati al malaffare ‘ndranghetista (L’ho letto sui giornali), pur di sostenere le mire di Paita presidente, di Burlando. Il presidente, ex sindaco carcerato ed innocente, ex ministro, accusato di “Burlandismo di potere e di relazioni , ha coltivato i rapporti con la destra ed ha escluso la sinistra”. Cosa può spiegare ai cittadini della defezione ‘dei cento’, compreso il vice presidente della giunta ed assessore alla Sanità Montaldo ? La prova del nove Cofferati l’ha invocata, sempre in Tv: “Non si è tenuto conto neppure di un’inchiesta giudiziaria della Procura della Repubblica di Savona”. E legittima per tutti l’attesa di quale sarà l’epilogo del lavoro dei magistrati inquirenti. Ma se, come è accaduto in tante, troppe inchieste, nella stessa terra ligure, che dopo tanto clamore, ripercussioni, finisse tutto in una bolla di sapone? Basti pensare allo ‘scandalo Giovanni Novi‘ , presidente arrestato, plurinquisito, del porto di Genova, la maggiore azienda pubblica della Liguria, solo preceduta dalle Asl, dalla Regione. Idem per lo scandalo del porto di Imperia. Idem per una sentenza ad imputati del ponente di stampo mafioso e tanti altri personaggi di spicco della politica, delle istituzioni.
Il signor Claudio Montaldo, 65 anni, già vice sindaco e assessore a Genova, ha amministrato (politicamente) per due legislature la principale voragine di soldi dell’ente regione. Come ? Con quali uomini nei ruoli chiave e nei primariati ? Cosa si risponde a Ferruccio de Bortoli a proposito di malgoverno Asl nella voce ‘forniture’ dove sarebbe possibile tagliare il 30 per cento della spesa, come si è fatto per risanare i bilanci del San Raffaele di Milano. Cosa rispondono Montaldo, Miceli e soci al fatto che in questi dieci anni gli studi e ambulatori medici privati, almeno in provincia di Savona, sono esplosi, da vero e proprio business, con professionisti ospedalieri (o in pensione) affermatissimi, di alto livello. Di pari passo si sono allungate liste e tempi d’attesa; ad Imperia per una visita oculista appuntamento dell’Asl al 2016, un anno o 6 mesi la media nella stragrande maggioranza dei casi per la diagnostica (pazienti esterni) ospedaliera. Chi ha firmato il controllo multimilionario (in attesa dell’esito di un’indagine giudiziaria, con indiziati di reato) tra Usl 2 e il Gruppo Sanitario Ligure per l’affitto e la gestione dell’ortopedia all’ospedale di Albenga, dove a fronte di interventi, anche rischiosi, manca la rianimazione ?
La candidata alla presidenza della Regione Liguria per il Movimento 5 Stelle, Alice Salvatore, ha dichiarato alla Tv nazionale che la loro campagna elettorale è costata 16 mila euro al ‘partito’, coperta da sottoscrizioni di grillini. E chi, in altri partiti, anche vincenti, ha organizzato decine di apericena, pranzi, banchetti in barba ai pifferai di ogni risma. Hanno vinto ancora una volta gli ‘amici del cemento’ ? Per gli estremismi è sempre valido il detto “Tanto peggio, tanto meglio” ? Se il presidente Toti e C. faranno disastri, la prossima volta a chi toccherà ? La sinistra che può contare su persone ‘serie e preparate’, sulla meritocrazia sindacale di cui Savona è un fulgido esempio ? (L.C.)