Mi sono soffermata sull’articolo del sig. Silvestro Pampolini perchè, facendo parte del “servizio incriminato vedi….“, mi sento di esprimere e condividere con Voi il mio pensiero. Fermo restando l’innegabile errore materiale attentamente rilevato, vorrei andare un po’ oltre quel “grave errore di forma” che tanto umilierebbe la sostanza. Leggi a fine lettera la risposta di Pampolini.
Innanzi tutto quando si addita di incompetenza o peggio di mala fede bisognerebbe conoscere molto bene le persone, il loro lavoro, la mole di lavoro che hanno e le condizioni in cui spesso si trovano a lavorare. Assolutamente vero che nell’ambiente comunale, come in ogni altro ambiente lavorativo e non, ci sono persone poco efficienti o “con la volpe sotto il braccio”, ma per contro è pur vero che ci sono tantissime persone che in silenzio, senza clamore e pubblicità svolgono il proprio lavoro con passione, onestà, coscienza e volontà. Vero, l’errore non è mai una bella cosa e non dovrebbe esserci, anzi tendere sempre più ad eliminarli, ma in quanto esseri umani, imperfetti, può capitare!!! Mi chiedo se l’autore di questo articolo, che illustra questo grave errore non ne abbia MAI commesso uno nella sua vita lavorativa.
Ma passiamo al fatto: la deliberazione incriminata presenta in facciata il nome della segretaria titolare del servizio di segreteria, assente per maternità dal 19 marzo u.s., e sul retro il nome del segretario facente funzioni che si alterna al segretario supplente nell’assistere la Giunta comunale nelle sue sedute. Considerando che nel corso dell’anno “solo” di atti di organi amministrativi (Consiglio, Giunta, determinazioni dei responsabili) ne vengono redatti rispettivamente 100/150 per il Consiglio, 250/300 per la Giunta e oltre 1000 determinazioni oltre a tutte le altre incombenze che contestualmente devono essere portate avanti con il telefono che squilla e al quale si deve rispondere con cortesia (anche se a volte per fare ciò si deve ricorrere a tutta la buona volontà!) e che tutto questo ci si trova spesso a portarlo avanti da sole per penuria di personale e non per cattiva amministrazione o incapace dirigenza, ma per una burocrazia che sta stritolando ogni settore,capite bene che l’errore materiale, la svista o comunque si voglia chiamare può accadere!
Da tutto ciò non è esente il dott.Lasagna, il quale non redige materialmente gli atti, la sua “colpa” (se di colpa vogliamo parlare) è stata quella di non notare un refuso di stampa di chi materialmente ha preparato l’atto. Errore grave casomai, a mio parere, è insinuare sempre che dietro ogni piccola cosa si nasconda la malafede, secondi fini o chissà quale oscura trama! Sarebbe sempre opportuno che, se esiste un’antipatia personale epidermica verso delle persone ben precise, ci si limitasse ad un sentimento alla persona senza denigrare a priori il suo operato, evitando di coinvolgere dipendenti e amministratori che, pur con i loro limiti di esseri umani, ogni giorno operano cercando di fare del loro meglio per portare avanti il compito che ad ognuno spetta. Concludo con una frase di un saggio che disse “NON SBAGLIA CHI NON FA NIENTE”.
Maria Teresa Dolla
Gentile Signora Maria Teresa DOLLA, le fa onore difendere il suo operato che, sono certo, lei svolge con serietà ed impegno. Da lei, quando ho avuto bisogno, ho sempre ricevuto risposte precise ed esaurienti; risposte date con gentilezza ed educazione. Ora vorrei consolarla confessandole che di errori, nella mia vita, ne ho fatti moltissimi, ma ho sempre cercato di non ripetere mai gli stessi.
Forse la differenza del mio approccio all’errore è data dal fatto che per quasi tutta la mia carriera lavorativa sono stato alle dipendenze di operatori privati e come ben può immaginarie i privati, giustamente, pretendono.
Concordo con lei nel sostenere che determinate emergenze lavorative, dovute oggi anche alla crisi economica dove il lavoro normalmente svolto da due persone lo si pretende eseguito da una sola, possano generare disservizi, minor cura o attenzione e maggiore stress, però non ho accusato nessuno “…di incompetenza o peggio di malafede…”.
Mi permetta però di eccepire sul fatto che se tre delibere su quattro contengono errori (nell’articolo cui lei fa riferimento ho citato quattro Delibere di Giunta: la numero 47/48/49 e 50 del 20 marzo 2015, tre delle quali contengono errori), questo lo considero eccessivo. A quelle citate aggiungo ora la Delibera di Giunta numero 54 del 30/03/2015, nella quale compare lo stesso errore: presente la dott.sa DI MARCO mentre la firma è del F.F. dott. LASAGNA.
Ma non voglio polemizzare oltre su questo episodio che, per me, è già concluso, nella speranza che sia stato utile discuterne.
Vorrei risponderle invece su di una sua affermazione che non condivido e che è la seguente: “Errore grave casomai, a mio parere, è insinuare sempre che dietro ogni piccola cosa si nasconda la malafede, secondi fini o chissà quale oscura trama! Sarebbe sempre opportuno che, se esiste un’antipatia personale epidermica verso delle persone ben precise, ci si limitasse ad un sentimento alla persona senza denigrare a priori il suo operato, evitando di coinvolgere dipendenti e amministratori che, pur con i loro limiti di esseri umani, ogni giorno operano cercando di fare del loro meglio per portare avanti il compito che ad ognuno spetta”
Mi spiace molto se con i miei scritti ho dato questa impressione in quanto credevo di essere stato molto chiaro: io non insinuo, io asserisco ed esprimo il mio profondo dissenso verso scelte e metodi che non condivido. E di una cosa almeno mi deve dare atto: le mie critiche politiche, spero condivise da molti compaesani, ho sempre cercato di esporle con argomentazioni precise, documentate, attente e meno che mai per una semplice antipatia personale.
Forse le potrà sembrare impossibile, ma tengo molto al mio Paese e per esso, quando ne ho avuto l’occasione, ho sempre dato tutto ciò che potevo, senza secondi fini di carriera politica o di ritorno economico. Anche per queste ragioni mi sento in dovere di dissentire.
Concludo dicendole che le fa anche onore la sua fedele difesa del dott. LASAGNA , che se non ha colpe, qualche responsabilità ce l’ha, a mio avviso, più di lei. Non a caso i vostri stipendi differiscono nella sostanza e per questa differenza almeno una ragione c’è, magari quella di controllore che tutte le delibere siano corrette. E’ inutile ricordarle che un atto pubblico sbagliato è nullo.
Comunque sappia che, per quel poco che lo conosco, il dott. LASAGNA sa difendersi benissimo da solo e quindi non si preoccupi più di tanto, essendo lui uno di quei generali “che muoiono in letto”, mentre io e lei siamo di quelli che “muoiono in trincea”, anche se, forse, per scelte differenti.
Io e lei, gentile Signora DOLLA, siamo carne da cannoni. La ringrazio per l’occasione che mi ha dato per chiarire alcune cose e le auguro, sinceramente, un sereno lavoro.
Silvestro Pampolini
PER L’ARCHIVIO DI TRUCIOLI UNA SEDUTA DELL’OTTOBRE 2013: FOTOSERVIZIO INTEGRALE DI SILVIO FASANO