Guerra alla ‘ndrangheta in Liguria. Come consigliere comunale di Savona condivido l’analisi del Dott.Graziano Cetara (capo delle redazioni unicificate Stampa- Secolo XIX nel ponente ligure ndr) sulle infiltrazioni mafiose in Liguria che, nel ponente ligure, hanno convissuto opportunamente, familiarmente e a lungo andare con i politici locali e con i reucci di livello nazionale, i quali pescavano a piene mani nei protettorati politici della ‘ndrangheta, cioè nei voti gestiti dai padrini della comunità calabrese (non solo gente onesta), e con una società ligure spesso “incivile”, rassegnata e sempre pronta a voltarsi vergognosamente dall’altra parte.
E così la malavita organizzata ha potuto affondare le proprie radici nella terra di Liguria.
La mia associazione politica è sempre stata ed è giustamente garantista, cioè ha sempre considerato la presunzione d’innocenza uno dei fondamentali della civiltà giuridica e della civiltà tout court.
Tuttavia compito cruciale non tanto della buona politica, ma di una politica adulta che abbia un minimo di coraggio e di senso civico, è quello di emarginare ed espellere dal proprio partito chi è contiguo con l’associazionismo mafioso o che addirittura collima e delinque con esso.
La mafia e la ‘ndrangheta non sono solo fenomeni di corruzione e di alterazione gravissima del libero mercato, ma si contraddistinguono perché sono da sempre fondati sul delitto e su azioni intimidatorie verso chi si oppone al loro consolidamento, alle loro ramificazioni e alla loro estensione in enti ed istituzioni pubbliche.
Questo fenomeno vomitevole, per una persona effettivamente onesta, è inoltre una evoluzione di vicende storicamente complesse, le quali hanno radici antropologiche profondamente anche se non esclusivamente etniche.
L’ultimo blitz, in ordine di tempo, della Direzione Antimafia mette ancora una volta in evidenza che le basi di questi fenomeni sono legate al territorio di origine di chi tenta di ampliare la propria presenza in Liguria.
Come negli Stati Uniti o in Canada i clan meridionali che inizialmente svolgono attività illecite o vischiose cercano sempre un primo e decisivo ancoraggio nella comunità etnica di riferimento, meno impermeabile delle comunità bianche protestanti, tra le quali sarebbe molto difficile inserirsi “produttivamente”.
Un’analisi che è stata fatta con grande lucidità e pragmatismo specialmente dai sociologi americani.
E’ quindi necessario il sostegno sostanziale della politica ai magistrati e alle forze dell’ordine che intercettano gravissimi reati legati o paralleli alla criminalità organizzata.
Purtroppo in questi decenni, con l’arrivo delle prime ‘ndrine, si è manifestata una forte mancanza di tensione etica e di trasparenza amministrativa da parte dei governanti e dei governati nella nostra regione, il che ha permesso alla criminalità organizzata di estendersi come una piovra nelle zone grige e tra le persone corruttibili, dimostrando la necessità di una forte opera di sensibilizzazione e di denuncia attiva, per mobilitare quegli anticorpi necessari a sconfiggere le varie mafie sanguinarie di alcuni territori del sud, perché l’azione contro la mafia deve essere anche un’azione repressiva e di guerra per la depressione morale ed economica di cui è maligna portatrice.
FAUSTO BENVENUTO (consigliere comunale di Forza Italia – Savona)
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