Franco cresceva senza padre in una comunità di ragazze madri. Non gli mancava nulla, neanche la figura maschile di riferimento. Don Giuliano era una persona autentica, come dovrebbe essere un padre: non l’eroe invincibile che esalta, ma l’antieroe che dà sicurezza perché sa perdere, sa stare con gli altri, sa costruire assieme agli altri. Socializzava le sconfitte e le vittorie, le spiegava, ne discuteva anche con i bambini.
Per Franco era ben più del padre sconosciuto e feroce. Feroce, sì, perché una mattina di festa Anna gli aveva rivelato quella favola orrenda. – Mi è andata bene: a volte un padre vero è meglio del vero padre. – Si ripeteva il ragazzo, anche se non proprio convinto: almeno il mignolo avrebbe comunque voluto conoscerlo, magari solo per picchiarlo a sangue e poi stringerlo forte.
Anna lavorava presso una lavanderia e continuava a studiare lettere all’università. Aveva solo traslocato, rinnegata e delusa dalla ipocrisia medio borghese dei genitori, quasi più fetida delle pugnalate di Dumitru. Tante volte si era confidata con l’apostolo Giuliano:
– Come si fa a dire di essere cattolici, di considerare la carità un valore essenziale? E poi addirittura condannare l’innocente, quando è il momento di renderla viva, di curare una ferita in emorragia? Si è santi solo a parole, ma, quando il Signore chiama per esserlo nei fatti, si scappa. Mi hanno accusato di essere ormai una puttana, ma io ho subito una violenza, non sono una puttana!
– Anna tu non sei… – La interruppe don Giuliano. – Ma pensa quanto amore c’è in Gesù. Mentre è a pranzo da un fariseo entra una prostituta e comincia a lavargli i piedi e a baciarli senza sosta. Gli ebrei di allora avevano un concetto riprovevole delle donne, delle prostitute addirittura vergognoso. Gesù, già nell’accettare le premure della meretrice, sorprende tutti, ma li sconcerta quando le dice che la sua fede l’ha salvata. E da quel momento le prostitute lo seguono nel suo peregrinare. Addirittura Maria Maddalena, la peggiore di tutte, ha il privilegio di vedere Gesù appena risorto. Non ti invito a fare la… anche se alcune vivono nella nostra casa famiglia… ma a riflettere: per Gesù siamo tutti uguali, è l’amore che nutriamo per lui e gli altri che ci salva.
… una peccatrice… presso i piedi di lui… cominciò a bagnarli di lacrime, poi li asciugava… li baciava e li cospargeva di profumo… “… La tua fede ti ha salvata”… In seguito… C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni; Giovanna… Susanna e molte altre… (Luca, 7:36-38 e 48-50, 8:1-3).
– Hai ragione, stavo facendo la fine dei miei genitori, ma la mia cicatrice è ancora ribelle. Sono tesa, arrabbiata… contro tutto… tutti… anche loro… Mi sono ritenuta superiore…
– Guarda che qui dentro c’è una bella processione! Antinoia è partita per fare la modella, Dejana l’infermiera, Ilena per completare gli studi… Hanno subito una
violenza simile alla tua! Per loro il cielo è sempre buio sopra stradoni purulenti di fari e turbe sessuali. Le hanno comprate, rapite…
– Siamo salite tutte sul Golgota, come facciamo a separarci ora che ne stiamo scendendo? Hai ragione. La passione ci ha reso uguali, anzi anche prima… L’uguaglianza… All’ultimo esame la prof ha aggiunto un libro che la racconta con semplicità: la Costituzione!
– Anche il Vangelo, Anna. Anzi, ora che… Qualche settimana fa abbiamo letto il passo della lavanda dei piedi, cosa ti suggerisce?
– È un atto d’amore straordinario, di umiltà, di unità.
– Solo questo?
– Ma è già tanto!
– Fermati un attimo. Tu a chi lavi i piedi?
– A Franco.
– Se i tuoi genitori stessero talmente male da non riuscirci?
– Adesso li odio.
– Attenta…
– Sì, forse sì…
– E a quello slavo che ti ha trafitta?
– No, non chiedermi questo!
– E alla tua domestica, se un giorno ne avrai una?
– Ma che dici? Io sono pure schifiltosa!
– Eppure Gesù lavò i piedi ai suoi domestici. A quell’epoca i discepoli lavavano i piedi al maestro, come le donne agli uomini. Li ha lavati anche a me.
– Vuoi che ti lavi i piedi? Vuoi che lasci la comunità?
– No, voglio lavarti io i piedi, non perché sono sacerdote, ma perché Gesù mi ha insegnato che siamo tutti uguali, che anche il preside di una scuola deve lavare i piedi agli studenti, il ministro ai cittadini, Dio alle… pu…ttane! Io le ho sempre preferite ai farisei. E non basta dirlo, bisogna farlo. Lavare i piedi alle puttane, sì, puttane, significa creare condizioni sociali che… in cui nessuna donna… o gay… o trans… sia costretto a farsi bucare l’anima per soldi o per minaccia o per violenza…
– Lavati dieci volte i piedi che dopo te li lavo anch’io.
Durante la cena… cominciò a lavare i piedi dei discepoli… “Capite…? Voi mi chiamate il Maestro… Se dunque io… ho lavato i piedi a voi, anche voi
dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio… (Giovanni, 13:2-15).
Tutti i cittadini… sono eguali… senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli… che… impediscono il pieno sviluppo della persona umana… (Costituzione, articolo 3).
Michele Del Gaudio