Legge sulla montagna : la nostra autonomia è in pericolo. «Oggi, seppur in un contesto storico completamente diverso da quello degli anni ’40, la nostra autonomia è nuovamente in pericolo e, con essa, è in pericolo una componente fondamentale dell’identità del popolo delle Alpi» così il Presidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta esprimeva le sue preoccupazioni il 23 febbraio scorso durante la festa dell’autonomia.
Circa un mese dopo sul profilo twitter del parlamentare Pd, Dario Ginefra appariva questa frase sconcertante “Che senso hanno regioni come la Basilicata, il Molise o la Valle d’Aosta? Sommate non raggiungono gli abitanti di Milano” e proprio nel giorno in cui i rappresentanti delle Regioni italiane, hanno incontrato il presidente del Consiglio Matteo Renzi per discutere di riforme e del nuovo assetto dello Stato
La legge della montagna approvata dalla Regione Piemonte in un clima da fine regime con il voto compatto della sinistra più FI e frange di altri partiti riflette specificatamente le parole del deputato Ginefra. Cosa vogliono questi comuni ultimo emblema di democrazia diretta ma privi di consistenza numerica? Non contano nulla eccetto dare la possibilità a politici non di primo pelo, ma in disgrazia di sedersi su poltrone più o meno comode.
E allora approviamo la legge in fretta e furia dimenticandoci anche che il Disegno di L.R. 29/10/2013 n. 373 prevedeva, all’art. 15, le norme transitorie per il passaggio dalle Comunità Montane alle Unioni di Comuni. L’articolo è stato stralciato, dimenticato? Non si sa. Adesso, è rimasto solo l’art. 11 (Risorse umane e strumentali), secondo cui o c’è un accordo tra CC.MM. ed Unioni per la messa a disposizione di beni e personale oppure, se non si addiviene ad un’intesa, c’è una sorta di intervento sostitutivo della Regione. Ma questo sicuramente lo supereremo all’italiana con un decreto che forse non verrà neppur approvato dall’assemblea, ma la cosa più interessante è il fatto che per mantenere gli oltre 400 dipendenti delle future Unioni ci vogliono 12 milioni di euro e per le spese ordinarie altri 4 milioni di euro per un totale di 16 milioni. Ma a disposizione del fondo regionale della montagna noi abbiamo solo 14 milioni di euro che in effetti secondo l’assessore Vignale gran ideatore e lungimirante legislatore, dovevano servire per incentivare l’economia delle Terre Alte . Chi li mette adesso i due milioni mancanti? Inoltre annulliamo tutti gli investimenti? La legge dice che alle Unioni sono conferite dai comuni partecipanti le risorse umane e strumentali necessarie all’esercizio delle funzioni loro attribuite ossia i comuni devono coprire anche gli ammanchi di bilancio . Senza il conteggio delle rate dei mutui e i pagamenti antecedentemente contratti dalle Comunità Montane. La soluzione potrebbe essere quella di razziare le risorse ai Comuni virtuosi che non sono entrati nelle Unioni e che hanno siglato tra di loro delle convenzioni e che attualmente, per logica del ragionamento del deputato Ginefra non possono attingere – per fortuna – al fondo montagna della Regione. Ho paura che sicuramente questa soluzione certi lungimiranti legislatori la stanno perseguendo !
Ma i tanti sindaci che innocentemente stanno aderendo alle Unioni la legge sulla Montagna l’hanno letta? O almeno si sono resi conto che l’ultimo baluardo di democrazia diretta sono proprio loro e che le organizzazioni sovracomunali tipo l’Uncem stanno solo distruggendo l’ultima possibilità per il cittadino di esprimere un loro Sindaco? Le Unioni sono l’anticamera della morte dei Comuni . Ci sarà un solo super sindaco catapultato dai partiti che in seconda elezione gestirà un territorio vastissimo che non conosce e non gli interessa conoscere. Noi non abbiamo bisogno di super sindaci ma di autonomia amministrativa, politica e finanziaria . Ci vuole una zona franca per la montagna. Non vi siete mai chiesti perché in certi piccoli comuni vi trovate sindaci ed amministratori che con gesti di profonda generosità amministrano da Torino gratuitamente piccoli comuni con 35 persone residenti tutto l’anno . Peccato che poi questi personaggi ce li troviamo a capo di Enti sovracomunali con lauti stipendi . Per accedere a quei posti bisogna però almeno essere consigliere di un piccolo comune . Ma qualche chilometro per i consigli valgon bene un cadreghino!!
Non voglio dilungarmi ma esorto tutti gli amministratori onesti della montagna a opporsi a questa legge, riflettere e non scoraggiarsi perché “Un peuple n’est vaincu que lorsqu’il se déclare tel. Un popolo non è vinto fino a quando non lo dichiara lui stesso”
Arneodo Mauro Escolo de Sancto Lucio de Coumboscuro
Nota di redazione: siamo grati a Mauro Arneodo se ci invia l’elenco dei Comuni con residenti fino 35 persone (chi più e chi meno) con personaggi a capo di enti sovracomunali che beneficiamo di lauti stipendi, meglio se documentati.
RISPOSTA IMMEDIATA: “Invio il testo integrale mandato a tutti i sindaci Li ci sono tutti i nomi e le cifre esatte. Lo pubblichi pure tranquillamente io non mi nascondo. Con amicizia Arneodo Mauro”
LA NOTA AGGIUNTIVA CHE CHIAMA IN CAUSA LA GIUNTA UNCEM:
GIORGIO FERRARIS (Briga Alta-Ormea), VALTER GIULIANO E LIDO RIBA (Ostana-Pradleves-Caraglio)
PIEMONTE DOCET: IN 5 ANNI (2008-2010) 13 MILIONI PER RIMBORSOPOLI. TUTTI I NOMI
LA STAMPA E L’UNIONE MONREGALESE HANNO SCRITTO E DOCUMENTATO