Riceviamo e pubblichiamo – La riforma del reclutamento universitario voluta dal governo Meloni preserva tutte le attuali criticità dei concorsi universitari che umiliando il talento, mortificando l’integrità e premiando il servilismo hanno sterilizzato la libertà e l’indipendenza dei nostri ricercatori.
Post di Alessandro Izzo – Incentivando ancora di più l’assunzione di personale docente con l’intera carriera nella stessa università, infatti, rafforza un meccanismo di selezione che ha avuto un impatto devastante sulla qualità della ricerca e dell’insegnamento nei nostri Atenei.
In Italia, l’80% del personale docente ha svolto tutta la propria carriera accademica all’interno della stessa Università, dalla laurea alla docenza, passando per il dottorato. La media europea è del 55%, quella del Regno Unito del 35%.
Il risultato? Tra le 100 migliori università del mondo non c’è neanche un’università italiana. 40 sono negli Stati Uniti, 10 nel Regno Unito, 7 in Germania e 5 in Francia.
È per questo motivo che i ragazzi stranieri non vengono a studiare in Italia e che i nostri ragazzi se ne vanno all’estero per non tornare più.
Il nostro sistema universitario avrebbe bisogno di una riforma strutturale capace di premiare finalmente il merito e la competenza anziché il servilismo. Il governo Meloni, ancora una volta, dimostra di voler andare nella direzione opposta.

Andrea Crisanti
(Microbiologo di fama mondiale. Il dipartimento della difesa degli Usa ha finanziato il suo progetto di studio per sradicare il virus della malaria. E’ divulgatore scientifico e politico italiano. È stato professore ordinario di microbiologia all’Università di Padova. E senatore della Repubblica eletto con il Pd)
